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Sciovia estiva a Sarnano, Taffetani:
«Luna park per “mordi e fuggi”»
Ceregioli: «Discutiamo senza pregiudizi»

DIBATTITO - Il sindaco: «Subito bacchettati ma i montanari sono capaci di autodeterminarsi». Il professore: «Sviluppo sostenibile del turismo e non affari per pochi»

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Una pista con la tecnologia “neveplast” in Ungheria

 

La notizia del progetto per un impianto sciistico artificiale estivo a Sarnano realizzato con la tecnologia “neveplast” ha aperto un vivace dibattito in rete. Il sindaco Franco Ceregioli ha scritto in merito alle prime critiche ricevute da Paolo Piacentini, presidente della Federtrek chiedendo di non essere “bacchettato” senza un confronto aperto: «Non ho il piacere di conoscere né lui, né tanto meno la sua organizzazione (che peraltro, da quanto ho potuto fugacemente vedere da internet, non mi sembra che abbia organizzato gran che sui Sibillini) e quindi non posso assolutamente esprimere giudizi sulle sue sicuramente indubbie competenze. Come qualsiasi proposta, è normale che incontri il favore di alcuni e la contrarietà di altri, ed io rispetto l’opinione di tutti. Ma sarebbe buona norma evitare di sparare ad alzo zero senza conoscere i dettagli del progetto, il luogo dove verrebbe realizzato, le ricadute economiche sul territorio».

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Franco Ceregioli

Il sindaco sottolinea che le scelte debbono essere fatte da chi vive sui territori: «Purtroppo c’è una consuetudine che è difficile da sradicare, e cioè che queste nostre terre sono considerate terra di conquista “culturale” da parte di chi crede che i “montanari” non siano capaci di autodeterminarsi, di scegliere quale strada intraprendere per il proprio futuro. Invece è vero l’esatto contrario: se l’unica parte sana del territorio italiano è la montagna (perché le città e le coste sono per larga parte purtroppo gravemente compromesse), lo è non perché qualche “illuminato” abbia negli anni indirizzato le scelte di chi viveva in quei territori, ma perché questi ultimi sapevano quanto importante fosse il valore della loro terra e l’hanno custodita ed accudita con accortezza e passione. Anzi, dirò di più. Tanti problemi della montagna sono proprio derivati dal fatto che qualcuno ha voluto imporre dall’alto scelte non condivise dalla popolazione locale, sulla pretesa di sapere quali fossero le esigenze del territorio, che magari si conosceva solo sulla carta (di questo a Sarnano potremmo scrivere un libro)». Ceregioli chiede un confronto su quale debba o possa essere il modello di rilancio e di sviluppo di queste terre: «Ma per favore evitiamo di assumere toni che si rivelano solo irriguardosi verso chi, con tanta fatica, cerca di venire fuori dalle drammatiche conseguenze di un sisma di dimensioni epocali che ha sconvolto non solo il nostro patrimonio edilizio, ma anche quello sociale ed economico».

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Fabio Taffetani

 

Un’altra voce autorevole di critica è arrivata invece da Fabio Taffetani, docente di Botanica dell’Università politecnica delle Marche: «Finalmente – scrive con ironia – anche sui Sibillini un impianto che era fino ad oggi appannaggio esclusivo degli emiri del Katar, che possono permettersi di trasformare il deserto in un luna park a suon di petrodollari.  A Sarnano, che fa parte dell’area dei Monti Sibillini, ma non del Parco (ed è già questo un titolo di merito), si potranno moltiplicare i danneggiamenti degli habitat di prateria e di paesaggi naturali, già profondamente alterati dagli impianti già oggi esistenti. Tutto questo per alimentare un turismo di consumo “mordi e fuggi” e danneggiare irrimediabilmente le risorse naturali (che sono patrimonio di cui dobbiamo rendere conto non solo ai marchigiani e agli italiani, ma anche all’Europa, oltre che ai nostri figli, nipoti e pronipoti). Mi auguro che prevalga la saggezza e non vengano bruciate idee e possibilità di uno sviluppo sostenibile del turismo nel nostro Appennino che, gli effetti del sisma ha finalmente sollecitato, aprendo lo sguardo alla qualità della vita delle comunità degli abitanti e dei turisti (e non alle speculazioni di pochi affaristi)».

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