Alcune opere di messa in sicurezza delle mura di Petriolo
di Federica Nardi
Dieci soluzioni abitatative d’emergenza in una via che sarà rinominata via della Solidarietà. A Petriolo, domenica alle 12, cerimonia di consegna delle sae. Sono passati due anni e mezzo dal terremoto, ma non tutte le “casette” sono ancora consegnate. Il sindaco, Domenico Luciani, è consapevole dei ritardi ma comunque contento per il traguardo raggiunto. «E’ un’occasione di rinascita. Finalmente. Ci avevano anche sconsigliato di ordinare la sae, indicando altre soluzioni come l’invenduto. Avevamo temporeggiato anche per questo motivo. Ma questa era l’unica soluzione, a meno che avessimo mandato via le persone vestro altri Comuni che avevano appartamenti invenduti». L’area si trova in via Madre Teresa di Calcutta, ma cambierà nome e sarà intitolata alla Solidarietà.
Petriolo è un Comune ai margini del cratere sismico del 2016, ma i problemi ci sono e, a volte, si ripresentano. Come quello delle impalcature delle messe in sicurezza che soprattutto in centro hanno permesso di far tornare agibili case altrimenti sotto la spada di Damocle di strutture pericolanti. Ma il tempo passa e ora anche i puntellamenti sono da ricontrollare. «Queste opere di messa in sicurezza non sono eterne, sono provvisorie per natura – spiega Luciani -. Il tempo prosegue, la ricostruzione non riparte. Ci sono costate oltre un milione di euro. Ora abbiamo dato incarico ai tecnici per valutare lo stato di conservazione, l’eventuale aggravamento degli edifici messi in sicurezza e la valutazione della possiblità di integrare gli interventi». Il legno utilizzato per le strutture «non è trattato. Così era stato consigliato a diversi tecnici e progettisti: di non usare acciaio o legno trattato perché dovevano essere opere provvisorie. Ma ora si sta degradando. Stiamo controllando, è un problema da porsi. L’emergenza non è finita».
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