Ricostruzione: la speranza Farabollini
«Sarò il commissario del territorio,
priorità all’ascolto dei sindaci»

INTERVISTA - Il geologo di Treia e docente all'università di Camerino racconta lo spirito con cui ha accettato la nomina: «Il fatto che sia di qui mi consentirà di non dover “studiare” tutto daccapo. Ho lavorato anche per il sisma del '97». Su ciò che lo aspetta: «Bisogna rimboccarsi le maniche, c’è stato sicuramente un rallentamento. D’altra parte sono passati due anni»

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Piero Farabollini

 

di Federica Nardi

«Sono e voglio essere il commissario del territorio. Ora rimbocchiamoci le maniche». Piero Farabollini, 58 anni, di Treia, geologo docente all’università di Camerino, racconta a Cronache Maceratesi lo spirito con cui ha accettato la nomina a commissario per la Ricostruzione. Il suo nome, ufficializzato ieri, ha trovato grandi consensi nel territorio. Una figura voluta certamente dal Movimento 5 stelle, ma che dopo quasi un mese dalla scadenza naturale del mandato di Paola De Micheli, è riuscita a trovare il consenso anche degli esponenti della Lega. «Mi sono sempre occupato di terremoto – dice Farabollini – essere scelto è uno stimolo a fare bene e dare risposte».

La sua è una nomina accolta molto positivamente. Ha già in mente le priorità d’azione?
«È presto per parlare di priorità. Tutto sarà concordato con il governo, a cui la figura del commissario fa capo. Per la nomina credo sia stata accolta positivamente perché è la comunità stessa che ha chiesto un commissario del territorio. E io lo sono».

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Camerino

Lei, rispetto a Vasco Errani e Paola De Micheli, che erano figure esterne alle regione e soprattutto politiche, è un tecnico e uno scienziato. Pensa che sarà un vantaggio?
«Di certo c’è che da qui ci si rimbocca le maniche. Il territorio l’ho vissuto come docente universitario. Sono di Treia e lavoro all’università di Camerino. Io sono e voglio essere un commissario del territorio e il fatto che sia di qui mi consentirà di non dover “studiare” tutto daccapo. Tra l’altro mi sono sempre occupato di questo. C’ero per il terremoto del ‘97, lavoravo in Regione all’Ufficio progetti e quindi il terremoto l’ho vissuto sia da un punto di vista scientifico che amministrativo».

Si aspettava di essere nominato?
«Il mio nome era uscito già ieri dal Consiglio dei ministri. Non è una nomina scontata e inizialmente non me l’aspettavo. È un incarico delicato e importante. Certo essere scelto fa piacere, stimola a fare bene e a dare delle risposte».

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Piero Farabollini con il deputato leghista Tullio Patassini

A quali domande?
«Il territorio, i sindaci, le comunità, chiedono principalmente la velocizzazione delle procedure. C’è stato sicuramente un rallentamento. D’altra parte sono passati due anni…»

Ci sono anche altre questioni sul piatto. Chiederà certezze sulla proroga della struttura commissariale?
«Su questo tema penso che il governo stia già lavorando».

Ha in programma di incontrare i sindaci?
«L’ascolto dei sindaci sarà fondamentale. La prima tappa, nel frattempo, sarà quella di martedì. Sarò ad Accumoli con il ministro Luigi Di Maio. Un segno in più che il governo segue la linea della vicinanza al territorio».

 

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