«Stop al nuovo centro commerciale»,
raccolte oltre 1.200 firme

MACERATA- Carla Messi del Movimento 5 stelle parla di «risposta positiva della città. Una delegazione chiederà chiarimenti al sindaco sullo stato del progetto e una presa di posizione». L'associazione Italia nostra propone di modificare il Piano regolatore generale. C'è tempo fino a sabato per sottoscrivere la petizione

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Carla Messi al banchetto per la raccolta firme in corso Cavour

di Federica Nardi

Sono oltre 1.200 le firme raccolte oggi dal Movimento 5 stelle, solo nei tre banchetti allestiti in corso Cavour, corso Cairoli e piazza della Libertà per chi vuole opporsi al nuovo centro commerciale progettato a Piediripa, nel lotto Simonetti. Un progetto che è al vaglio degli uffici provinciali e che arriverà anche in Consiglio comunale con la mozione di Anna Menghi. Alle firme dei banchetti del Movimento si aggiungono quelle raccolte da diversi commercianti maceratesi, che saranno conteggiate dopo la chiusura della campagna, sabato. 

firme-centro-commerciale«La raccolta firme di oggi è andata benissimo – commenta Carla Messi, consigliere 5stelle – perché oltre ai commercianti che si sono avvicinati in tanti e hanno chiesto fogli per raccogliere firme a loro voltA, sono venuti anche tanti cittadini comuni che sono contrarissimi al nuovo centro commerciale. Perché non ce n’è la necessità e perché comunque creerebbe un grosso problema di viabilità. Sono venute su anche molte persone di Piediripa, preoccupate. E anche i pendolari che lavorano e che devono fare tutte le mattine quel tratto di strada. Sono preoccupatissimi perché è ovvio che la viabilità ne verrebbe a soffrire. E non c’è un bacino di utenza tale che giustifica l’apertura di un altro centro commerciale e quindi i cittadini più comuni sono veramente preoccupati. Siamo molto soddisfatti della risposta della città. Continueremo la raccolta firme nei negozi fino a sabato. Poi sabato ci sarà una delegazione, appoggiata dai commercianti, che chiederà chiarimenti al sindaco sullo stato del progetto e una presa di posizione».

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L’area Simonetti si trova a Piediripa all’ingresso della città di Macerata

Sulla questione interviene anche l’associazione ambientalista Italia nostra, che propone una chiave di lettura e una possibile alternativa da percorrere per i contrari al nuovo centro commerciale. «Il Piano regolatore generale (Prg) è lo strumento che costituisce il quadro in cui si sanciscono queste contrattazioni semi-private – spiega Italia nostra – e che a Macerata, occorre ricordarlo, ha in pancia una volumetria edificabile sufficiente a far insediare oltre 10.000 nuovi abitanti (quando la popolazione maceratese è ferma a 43.000, o giù di lì, dagli anni ’70 del secolo scorso) e che permette, tra le varie cose, proprio la realizzazione del centro commerciale di cui oggi si dibatte. È il Prg vigente, pertanto, che va ridisegnato, riformulandolo in tutte le sue componenti fondamentali, riducendone sensibilmente le potenzialità edificatorie e mettendo al centro la realizzazione di una città per tutti. Poco più di un anno fa, all’insediamento del nuovo rettore, l’università di Macerata avanzò una sua proposta, a cui anche Italia Nostra diede un suo piccolo contributo parlando di riqualificazione e di spazio pubblico: questo è stato il più recente e, forse, unico tentativo di iniziare a tratteggiare una possibile Macerata del futuro, non se ne ricordano altri. Delineare una Macerata del futuro e iniziare a ragionare in termini di realizzazione di un nuovo piano regolatore. Questi gli estremi di un percorso da intraprendere da parte di tutta la città. E a questo ridisegno della città, proprio per evitare che i pochi decidano per i molti, devono poter partecipare tutti: la definizione di un nuovo Prg – conclude l’associazione -, potrebbe essere la sede di questa partecipazione e appare come il modo migliore per opporsi in maniera forte e credibile alla nuova lottizzazione commerciale e ad altre situazioni analoghe che, non dimentichiamocene, sono sempre presenti nell’attuale Prg, perenni spade di damocle sulle sorti dei nostri territori».

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