di Leonardo Giorgi
(foto di Fabio Falcioni)
«Hai voluto festeggiare il tuo compleanno insieme alla tua mamma in cielo». E’ stato Giovanni Romagnoli, ex sindaco di Pollenza, a salutare per ultimo Agnese Brachetti, morta a 27 anni, dopo un malore in palestra. Lei lo chiamava nonno Nanni, e proprio lui che nella sua vita ha avuto lo strazio di affrontare la morte di due figli ed ora anche della giovane nipote, ha speso parole di affetto e commozione al termine della cerimonia funebre alla quale questa mattina a Pollenza hanno preso parte centinaia di persone. «Mi hai sempre aiutato tanto – ricorda il nonno tra la commozione generale -. In questo giorno di dolore, voglio salutarti con le parole che dedicasti a tua mamma nel giorno del suo funerale. Ciao, un giorno o l’altro ci rivedremo».
In moltissimi sono rimasti in piazza visto che la chiesa di Sant’Andrea Apostolo non è riuscita se non in piccola parte a contenere i tantissimi che hanno voluto salutare Agnese per l’ultima volta. Tra i presenti, i colleghi della Manpower di Civitanova, gli amici della palestra Exe, le ex compagne di volley e anche alcuni colleghi del padre che lavora come elettricista per il Comune di Tolentino, tra cui lo stesso sindaco Giuseppe Pezzanesi. «Come dicevi a mamma negli ultimi mesi, ora sei libera di viaggiare per il mondo come hai sempre desiderato – ha detto il fratello Alessandro -. Mi mancherà tutto di te. Il tuo sorriso, la tua positività, la tua tenacia, la tua testardaggine, i ricci che lasciavi sempre per casa, le nostre litigate, le nostre cene del martedì sera. Ti devo ringraziare per averti avuto come sorella. E chiunque abbia incrociato il suo cammino con il tuo, è stato colpito dal tuo sorriso. Guarda quante persone si sono riunite oggi per festeggiare il tuo compleanno, perché è così che voglio ricordare questo giorno». Tra i ricordi letti alla fine della messa anche la struggente dedica dell’amica Selene. «La pasta delle 5 del mattino dopo le serate, la sveglia alle 8 per andare al mare, i tantissimi concerti insieme, Grey’s anatomy e le serie tv, gli “Andiamo a Milano che ho bisogno di aria di città”, la tua prima volta allo stadio, le chiamate su Skype. Questa è solo una piccola parte di quello che mi mancherà di te. Sei stata la migliore amica che io potessi desiderare». La bara bianca, infine, è stata accompagnata all’uscita dagli applausi e dalle note di “Hopeless wanderer” dei Mamford & Sons, una delle canzoni preferite della giovane, che non a caso parla di un ostinato viaggiatore come Agnese: Stringimi velocemente, perché sono un girovago senza speranza, e imparerò ad amare i cieli sotto cui mi trovo.
(Servizio aggiornato alle 13)
Dramma di Agnese: la passione del volley, la laurea e gli studi all’estero
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati