Un poliziotto lo scorso 7 febbraio quando in città arrivò il segretario nazionale di CasaPound Di Stefano
Sit in in piazza Cesare Battisti, a Macerata. CasaPound: «nessun dietro front sulla manifestazione di sabato». Così Andrea Lamona, responsabile regionale del movimento di ultradestra che sabato ha annunciato sarà in città alle 18 per manifestare contro degrado, spaccio di droga e violenza «che da troppo tempo attanagliano Macerata». Lamona replica al centro sociale Csa Sisma che ieri aveva detto che «Nessuna organizzazione di stampo nazifascista può avere agibilità politica, a Macerata come altrove. E’ ancor più inaccettabile che provocazioni di questa natura avvengano in una città colpita solo due mesi fa da un attentato di esplicita matrice fascista». Il centro sociale ieri ha detto inoltre che «è responsabilità delle autorità amministrative e di pubblica sicurezza non consentire che chi condivide la stessa ideologia nazifascista del terrorista Traini possa manifestare sabato a Macerata. Nel caso questo non avvenga, sarà la risposta determinata delle antifasciste e degli antifascisti ad impedire collettivamente che il raduno neofascista abbia luogo». In merito a questo, oggi Lamona scrive in una nota: «Per anni i “democratici” del Csa Sisma sono rimasti nell’ombra a vedere Macerata morire, i negozi chiudere, il degrado dilagare, le strade dissestate e il centro storico blindato – si legge nella nota –, il tutto con la complicità delle amministrazioni comunali tutte targate Pd. Ricordiamo, per chi non lo sapesse, che lo stabile del centro sociale – ex asilo comunale – è stato dato al “democratico” Csa dal Comune a titolo gratuito ormai da anni, senza aver mai svolto alcuna funzione sociale per la città». Secondo Lamona dal centro sociale Sisma «negli ultimi anni mai è giunta una proposta utile e costruttiva sul piano sociale, mai una iniziativa per i maceratesi». Lamona conclude dicendo che «Non accettiamo lezioni di democrazia da chi per anni è stato il cagnolino al guinzaglio dell’amministrazione comunale collaborando con essa a ridurre Macerata nello stato in cui versa ora: una città sull’orlo del baratro». Lo scorso 7 febbraio a Macerata era arrivato il segretario nazionale, Simone Di Stefano, con il centro storico che venne blindato.
Casapound in piazza, centri sociali verso la mobilitazione: «Provocazione inaccettabile»
Casapound torna a Macerata: «Accoglienza, è ora di dire basta»
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati