Il procuratore nazionale antimafia Cafiero
“La presenza delle mafie nelle Marche può essere battuta senza grandi difficoltà, ma serve un impegno costante”. A dirlo è il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho che questa mattina ha presenziato alla firma di un protocollo d’intesa tra i rappresentati delle procure di tutta la regione e la magistratura da lui guidata per agevolare lo scambio di informazioni sul territorio al fine di rendere più efficaci le indagini che riguardano soggetti mafiosi e i loro patrimoni. Secondo Cafiero, la situazione nelle Marche è sotto controllo perché “c’è una grande capacità di contrasto alle mafie grazie alla chiara percezione di particolari fenomeni da parte delle forze dell’ordine e delle procure”. Più in generale, “bisogna alzare la barriera per contrastare il denaro facile. Se non comprendiamo che quel denaro rende gli imprenditori schiavi finiremo in una baratro. Dobbiamo contrastare le mafie e non abbandonare i nostri diritti e la nostra libertà”. Passa dal riciclaggio di denaro sporco la fortuna delle organizzazioni criminali.
I procuratori della regione con il procuratore nazionale antimafia Cafiero
“Pensiamo – ha detto il procuratore – ai soldi dei proventi dello spaccio di cocaina che vengono reinvestiti nell’economia. Un’economia apparentemente legale ma che è in realtà sostenuta dal denaro delle mafie che spesso riescono ad entrare nel mondo dell’imprenditoria attraverso una costituzione di società in difficoltà. In passato, gli uomini della mafia estorcevano denaro, compravano imprese, ora il meccanismo è cambiato: ci sono interfacce pulite, professionisti, mediatori che trattano e acquistano a nome delle mafie”. Il protocollo d’intesa firmato servirà a contrastare e prevenire l’attività di tali infiltrazioni nel mondo dell’economia. “Sarò fondamentale – ha concluso Cafiero -perché riusciremo ad avere un’informazione circolare che toccherà tutti i soggetti del protocollo per esercitare un’azione di prevenzione”. Il procuratore generale delle Marche Sergio Sottani: “Con questo documento si innalzano i livelli di repressione e prevenzione, gettando una grande attenzione verso i capitali che devono essere frutto del lavoro e dell’imprenditoria, non del crimine”.
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