Mamma in coma durante il parto,
anestesista a giudizio

CIVITANOVA - La procura ha disposto la citazione diretta per il medico che praticò l'anestesia generale. La paziente aveva dato alla luce un bambino. Dopo un ricovero al Santo Stefano ora si trova in una struttura di lungodegenza a Recanati

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L’ospedale di Civitanova

 

di Gianluca Ginella

Mamma finisce in coma durante il parto cesareo, rinviata a giudizio l’anestesista. Per la procura di Macerata le condotte del medico, Barbara Degl’Innocenti, 42 anni, di Pisa, residente a Macerata, sono «inescusabili» e avrebbero indotto una carenza di ossigeno prolungata e gravissima. L’anestesista deve rispondere di lesioni colpose. Il processo si aprirà al tribunale di Macerata il 18 giugno davanti al giudice Vittoria Lupi.

È un lungo e articolato capo di imputazione quello con cui il sostituto Rosanna Buccini ha chiesto la citazione a giudizio per l’anestesista Barbara Degl’Innocenti. I fatti che vengono contestati risalgono al 10 maggio del 2016 (leggi l’articolo). Quel giorno una donna di 36 anni, Rosa Almonte Castro, originaria di Santo Domingo, si trovava ricoverata all’ospedale di Civitanova perché doveva partorire. Era stato necessario un taglio cesareo in emergenza. Degl’Innocenti aveva praticato alla paziente una anestesia generale. La donna aveva dato alla luce un bambino ma era entrata in coma. Secondo la procura «Lo stato comatoso post anossico della paziente era riconducibile al prolungato e gravissimo stato ipossico indotto dalla intubazione in esofago (anziché in trachea) da parte della dottoressa Degl’Innocenti». E ancora «La non corretta intubazione comportava una impossibilità a ventilare la donna per vari minuti, con conseguente assenza di afflusso di ossigeno a livello cerebrale» scrive la procura che analizza anche diversi passaggi in cui presume mancanze professionali da parte dell’anestesista, come ad esempio, si legge, non aver preso informazioni circa il fatto se la paziente fosse a digiuno e su allergie o difficoltà operative in pregresse anestesie. La 36enne, in seguito ai problemi legati all’anestesia, è stata ricoverata per un periodo al Santo Stefano di Potenza Picena e ora si trova ricoverata a Recanati, in un centro di lungodegenza. I famigliari della donna sono assistiti dagli avvocati Andrea Di Buono e Lucia Iannino. «Il rinvio a giudizio ci dà la spinta ulteriore in sede civile. La prossima settimana depositiamo in tribunale l’accertamento tecnico preventivo come previsto dall’ultima riforma su responsabilità medica per iniziare già a quantificare i danni in sede civile» dice l’avvocato Di Buono. Il medico, assistito dagli avvocati Manuel Formica e Giancarlo Faletti, cercherà al processo di dimostrare che le sue condotte erano state corrette e di non avere responsabilità in quanto accaduto alla paziente.



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