di Filippo Davoli
Non so chi si sia convinto che abitare agli ultimi piani conferisca all’areazione domestica un po’ di frescura in giornate afosissime come le presenti. Chiunque lo pensi, sappia che si sbaglia di grosso: quando il clima è caldo umido, afoso, non c’è trippa per gatti né ai pianterreni né agli attici. Fa caldo e basta.
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Certo, per sovvenire all’uggia opprimente della calura, la presenza di un balcone panoramico può fornire qualche spunto di sopravvivenza ulteriore: uno si proietta nell’orizzonte più lontano (verso i Sibillini, nel mio caso) e immagina l’arietta che almeno lassù si fa riconoscere nel suo brio. O si immedesima nelle fonti gelide dei nostri fiumi che, per quanto prosciugati, un filino d’acqua devono pur avercelo ancora (speriamo). Oppure, guardando ad est e scorgendo la striscia azzurra dell’Adriatico, annulla il tempo che lo separa dal giorno libero già immaginandosi a bagnomaria dentro il mare (acqua simile al brodo dei cappelletti, perlomeno ieri, ma insomma… meglio di niente).
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Anche la poesia ha il potere magico di rinfrescare un po’. Anzitutto l’umore, che il caldo riesce a peggiorare, spesso in maniera anche grave., specie se si è costretti al cemento delle città.
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È così che, avendo ospite a casa l’amico poeta Gabriel Del Sarto, reduce qui a Macerata dalla presentazione del suo nuovo libro “Il grande innocente” (nino aragno editore, 2017), ci siamo concessi – come facciamo sempre, quando abbiamo l’opportunità e la grazia di stare un po’ di tempo insieme – una chiacchierata sul suo libro, sullo stato della poesia, sul mondo delle riviste e dei maestri letterari.
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Per chi non lo conoscesse, Gabriel Del Sarto è una delle voci tra le migliori della generazione cresciuta intorno alla rivista “Atelier”, ma è stato anche vicedirettore, dal 2003, della rivista “Ciminiera”, che proprio a Macerata aveva sede. Apparso al suo esordio nel “Sesto quaderno di poesia contemporanea” curato da Franco Buffoni nel 1998, e presente nell’antologia “Nuovissima poesia italiana” (Mondadori, 2004), in ambito poetico ha pubblicato “I viali” (Atelier, 2003) e “Sul vuoto” (Transeuropa, 2011), finalista al “Premio Carducci 2013”. Suoi testi sono tradotti in portoghese e spagnolo. In ambito saggistico ha inoltre dato alle stampe “Raccontare storie” (Carocci 2007 – con Federico Batini) e “In un inizio di mattina. Saggio sull’utilità della storia nell’educazione” (Transeuropa, 2012).
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Di fronte ai tetti strepitosi e ai terrazzini sospesi tra i coppi e il cielo di Macerata, location ideale e irrinunciabile, un altro Gabriel (che di cognome fa Bobutanu, ed è un raffinatissimo videomaker) ha videoregistrato la nostra chiacchierata traendone un breve ma significativo filmato che vi regaliamo qui di seguito: buone vacanze, amici!
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