Numeri che parlano da soli, 1400 stalle inagibili, 152 consegnate e di queste solo 33 utilizzabili perchè alle altre mancano gli allacci dell’acqua. Lo ha denunciato il presidente nazionale Coldiretti Roberto Moncalvo stamattina in piazza Montecitorio con centinaia di allevatori delle zone terremotate: “Nelle aree rurali terremotate i danni diretti ed indiretti ammontano a 2,3 miliardi tra strade, case, stalle, magazzini, il terremoto ha colpito un territorio a prevalente economia agricola che occorre sostenere concretamente, sono sfollati 9 animali su 10, 10 mila quelli morti, pochissime le stalle funzionanti “. I manifestanti hanno portato con loro anche alcune pecore sopravvissute al crollo delle stalle. Su uno striscione si legge: “Regione Marche peggio del terremoto”. Altri cartelli degli agricoltori denunciano “Ho perso gli animali non la dignità”, “Senza agricoltura Arquata muore” o “Meno chiacchiere piu’ stalle”, “A.A.A. Cercasi normalità”. Una delegazione di Coldiretti ha incontrato il presidente del Senato Piero Grasso.
Presenti anche il direttore e il presidente Coldiretti Macerata Giordano Nasini e Francesco Fucili, il presidente regionale Tommaso Di Sante e alcuni sindaci dei comuni colpiti.
Questi i numeri del Dossier Coldiretti #stalletradite divulgato in occasione della manifestazione: “Sono 15.300 le aziende agricole e le stalle nei comuni terremotati della nostra regione con 175mila ettari di terreni agricoli coltivati soprattutto a seminativi e prati e pascoli da imprese per la quasi totalità a gestione familiare (96,5%). Sono 209 le stalle e 128 i fienili inagibili, le stalle temporanee ricostruite 49, solo 6 funzionanti.
Nelle aree rurali terremotate si contano danni diretti ed indiretti per 2,3 miliardi tra strade e infrastrutture, case rurali, stalle, fienili, magazzini ma anche stabilimenti di trasformazione, rivendite, macchine agricole, macchinari di lavorazione e animali morti e feriti ai quali vanno aggiunte le perdite per il crollo della produzione di latte e delle coltivazioni e per gli effetti negativi sul commercio per la fuga dei turisti e dei residenti. I prodotti locali salvati dalle macerie rischiano ora di sparire per il crollo del 90% del mercato locale provocato dalla crisi del turismo e dallo spopolamento dovuto all’esodo forzato ma anche ai ritardi nella costruzione degli alloggi temporanei. Ad oggi quasi 9 animali “sfollati” su 10 (l’85%) non possono essere ospitati nelle stalle provvisorie annunciate e gli allevatori non sanno ancora dove ricoverare mucche, maiali e pecore sopravvissuti, costretti al freddo, con il rischio di ammalarsi e morire, o nelle strutture pericolanti, mentre si è ridotta del 30% la produzione di latte per lo stress provocato dal freddo e dalla paura delle scosse. Ma terremoto e maltempo, continua la Coldiretti, hanno provocato anche un generale dissesto del territorio con ettari di terreno agricolo fertile franato che non consente la normale coltivazione mentre l’interruzione della viabilità incide sul commercio delle produzioni salvate ma ostacola anche la preparazione dei terreni da parte degli agricoltori.
Per salvare aziende agricole e allevamenti occorre recuperare gli inaccettabili ritardi accumulati nella realizzazione delle stalle e dei fienili previsti dai bandi regionali ma nel filmato #stalletradite girato dalla Coldiretti si denuncia anche la scarsa qualità delle stalle mobili. Una vera e propria galleria degli orrori fra teloni strappati alla prima raffica di vento, chiusure rotte o montate male, abbeveratoi sbagliati. E’ bastata qualche pioggia, spiega la Coldiretti, per allagare completamente le stalle provvisorie, rendendole delle vere e proprie vasche dove allevare più le trote che le pecore, mentre a qualche altra è franata addirittura la terra sotto. Senza dimenticare i teloni non fissati, per la gioia di animali selvatici praticamente liberi di penetrare nelle strutture. E solo poco decine ha l’allaccio della luce e dell’acqua e sono funzionanti.
“Per dare finalmente risposte concrete agli allevatori terremotati occorre – sottolinea Coldiretti – accelerare nel percorso di realizzazione delle stalle provvisorie ma anche abbattere gli adempimenti burocratici per gli agricoltori che vogliono acquistare da soli le strutture. Una possibilità prevista dall’ordinanza 5 del decreto terremoto che sino ad oggi, denuncia la Coldiretti, è rimasta sostanzialmente inapplicata a causa dei troppi vincoli a partire da quello che impone strutture similari a quelle dei bandi, mentre basterebbe dare semplicemente un tetto massimo di spesa e permettere agli allevatori di costruirsi la stalla provvisoria più adatta alle loro esigenze. E lo stesso dovrebbe valere per i moduli abitativi per gli agricoltori. Ma sono urgenti anche – spiega Coldiretti – il ripristino delle reti viarie e misure concrete di sostegno alle imprese terremotate, dall’erogazione immediata dei fondi previsti dal decreto legge Sisma Italia per garantire liquidità e far fronte dai danni subiti (bestiame morto, crollo di vendite, ecc.) al pagamento degli aiuti diretti per il mancato reddito, dagli sgravi fiscali per famiglie, imprese e per chi investe nelle aree terremotate, agli incentivi per favorire e accelerare la ripresa e i flussi turistici, con la detraibilità delle spese sostenute dai turisti per i soggiorni nelle strutture ricettive agrituristiche e un sostegno ai consumi dei prodotti delle aree colpite”.
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E quanti bar, ristoranti , negozi di alimentari, mercerie ecc.. ci sono che hanno chiuso? Cosa si è fatto x loro che devono pur campare. Quanti aiuti hanno ricevuto? Dove è cosa fa la Confcommercio e altre associazioni?
Tori infuriati dovevate portare!!!
Ascoltato domenica il Primo Ministro Gentiloni da Pippo Baudo, siamo passati da #staisereno a #rasserenatevi. A crederci, si va a grandi passi verso il futuro. A crederci.