Al centro Luca Ceriscioli, a destra Maurizio Mangialardi
La riunione in Regione con il consiglio direttivo del l’Anci Marche
Al via il sistema regionale per la compilazione delle schede Fast. Da lunedì non sarà più il Dicomac di Rieti a occuparsi delle procedure ma i sindaci con i tecnici che si metteranno a disposizione. Per questo il presidente della Regione Luca Ceriscioli ha incontrato stamattina il consiglio direttivo dell’Anci Marche per chiedere all’associazione “di farsi portavoce – ha detto Ceriscioli – di un progetto evidentemente ambizioso nel quale tutti i tecnici che hanno davvero a cuore presente e il futuro del proprio territorio e della propria città potranno dare un contributo concreto. Non c’è tempo da perdere, il passaparola è fondamentale”. I tecnici possono segnalare la propria disponibilità a effettuare sopralluoghi e compilare le schede Fast al Comune che li organizzerà in squadre subito operative.
L’Anci Marche ha chiesto inoltre a Ceriscioli di farsi portavoce, in veste di vice commissario alla Ricostruzione, per far tornare i sindaci al centro del percorso post sisma invece di accentrare ulteriormente le competenze e i poteri nelle mani di Errani e della Protezione civile (come suggerito dal premier Paolo Gentiloni). Sul tavolo di palazzo Raffaello questa mattina anche la questione relativa alla costruzione delle nuove scuole (con la prima fase già finanziata per 38 milioni di euro), l’acquisto del patrimonio edilizio invenduto da destinare agli sfollati in attesa di sistemazione, i benefici di finanza pubblica da estendere a tutto il 2017, la sistemazione delle strade danneggiate da neve e mezzi pesanti, le stalle provvisorie per gli allevatori. Il presidente dell’Anci Maurizio Mangialardi ha sottolineato che “spiace constatare che il dramma vissuto dalle Marche in questi mesi sia passato in secondo piano. Prima il terremoto del 24 agosto definito il terremoto di Amatrice, poi quello del 30 ottobre come quello di Norcia, ora l’emergenza neve ascritta all’Abruzzo, mentre sono proprio le Marche e i marchigiani a pagare il prezzo più alto”. A preoccupare Mangialardi anche la possibilità che, dopo lo scioglimento della neve nelle zone montane, “emergano nuovi ulteriori crepe alle strutture pubbliche e private che la neve ha finora nascosto”.
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Certo che dopo 5 (cinque) mesi dal primo sisma… si stanno svegliando dal letargo…!!! Prima… no…??? Non c’è tempo da perdere… ah ah ah… voi ne avete perso molto a chiacchiere…!!!
Schede Fast a gratis, mentre i capoccia seduti con lauti compensi!
E la dicomac muta…
Ma a questa riunione, quanti sindaci dei paesi effettivamente colpiti dal terremoto c’erano? Non è che son tutti buoni a comandare a casa d’altri? Di spalle non riesco a riconoscere nemmeno Carancini che pure dovrebbe far parte del direttivo. C’era, non c’era? Mah
Già quanti sindaci dei comuni effettivamente colpiti fanno parte del comitato Anci Marche?
Non uscivamo con le moto fuoristrada se non avevamo le bombolette del FAST 🙂 🙂 🙂
Gira la ruotaaaaa… E basta con sti giochetti
Alle Marche non viene ascritta nessuna emergenza perché le Marche sono già un’emergenza in sé.
senza parole. hanno cambiato le carte in tavola di nuovo. così si fa fatica a seguire. dal 30 gennaio non sarà più la protezione civile a gestire i sopralluoghi ma la regione. arriveranno ancora altri cambi di programma? dal 14 febbraio, saranno i sindaci e dal 1 marzo i tecnici gestiranno sè stessi? poi dal 16 aprile i proprietari dovranno sopralluogarsi casa e decidere se è agibile o inagibile? e dal 14 marzo ognuno deciderà di abbattersi e ricostruirsi la casa a proprio piacimento con i propri fondi? uomini di buona volontà.
per gli edifici pubblici, invece, ognuno decida per sè. a ca.. de cane! anche i bimbi delle scuole dell’infanzia potranno valutare in piena autonomia la vulnerabilità sismica delle loro scuole senza necessità di chiamare più i tecnici AeDES (sembrerebbe gli unici che lo possono fare).
Il lavoro si paga…e voi sareste la sinistra…ah ah ah
I “capoccia” sono lautamente pagati, ma solo perché lo impone la Legge, loro ne farebbero volentieri a meno, per poter finalmente dimostrare, in purezza, quanto hanno a cuore il territorio.