di Claudio Ricci
“Si stanno portando tutte le opere alla Mole con un atto unilaterale della sovrintendenza e dunque unilaterale sarà la restituzione. Noi abbiamo un protocollo in cui ci possiamo riprendere le opere da Osimo in ogni istante”. Opere d’arte e sisma, il piano del sindaco di Loro Piceno Ilenia Catalini è diverso dalla strategia del Mama, gli amministratori maceratesi che difendono le opere dalla deportazione dalla “Marca”. L’amministrazione lorese ha deciso di affidare le proprie tele alla mostra di Osimo firmando l’accordo con la Rete museale dei Sibillini che in provincia include anche San Ginesio (leggi l’articolo). Ieri da Loro sono state messe in salvo delle opere a rischio risalenti al XVI secolo (leggi l’articolo). “Le tele portate via ieri, specie una, sono gravemente danneggiate dall’umidità che sta entrando nella chiesa di San Francesco – dice Catalini – a forte rischio di crollo del cannucciato”. Alle “incertezze” legate al soggiorno delle opere nella Mole Antonelliana, dove le opere dovrebbero essere alloggiate in questa fase secondo i piani della sovrintendenza, Catalini contrappone la garanzia messa nero su bianco nell’accordo tra la rete dei Sibillini e il comune di Osimo. “Un contratto che se non rispettato – specifica il primo cittadino – comporterà conseguenze per il comune di Osimo. Possiamo riprendere le opere in ogni istante e per Loro Piceno il termine della mostra è già fissato per il 2 ottobre. Intanto stiamo predisponendo una deposito attrezzato e sicuro per il ritorno. Chi invece ha portato le opere alla Mole non ha tutte queste garanzie” .
A questo si aggiungono ulteriori vantaggi elencati da Catalini: “Vengono a noi gli incassi dei biglietti della mostra dove lavoreranno le nostre guide. In più avremo i quadri immediatamente restaurati gratis e iniziative sia ad Osimo che nei nostri territori con il padrino della mostra Vittorio Sgarbi” Quindi il sindaco chiarisce la sua posizione rispetto al Manifesto sottoscritto dagli amministratori della Marca maceratese: “Personalmente approvo il concetto del manifesto del MaMa ma parliamo ancora di teoria. Le nostre opere hanno bisogno di un immediato restauro e di un deposito che solo un accordo professionale può garantire. Osimo ci ha dato questa possibilità, altri non lo hanno fatto. Posso garantire ai miei concittadini che le loro opere torneranno più belle di prima e tra pochi mesi. Si dovrebbe gioire delle iniziative culturali di successo (questa è la prima ed è normale che si faccia dove ci sono meno problemi”. Non c’è un museo del cratere maceratese pronto ed idoneo ad una esposizione al momento. Sto lavorando per il gran ritorno dei nostri quadri allestendo un museo-laboratorio restauro visitabile possibilmente nella chiesa del Corpus Domini del castello. I quadri sono sempre stati spostati e che si rifletta sulla bellezza in pericolo delle Marche mi pare una buona cosa e non un giallo complottista specie perché ai prestiti sono legati compensi. Se partiamo dalla mediocrità ricostruiremo poco”.
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