I professionisti che hanno risposto all’appello di Cesare Spuri
La fila per la registrazione
di Marco Ribechi
(foto di Lucrezia Benfatto)
Ricostruzione, la protezione civile chiama e i tecnici rispondono. Oltre 1.400 professionisti tra geometri, architetti e ingegneri hanno affollato questa mattina il palazzetto dello sport di Macerata accorrendo all’appello di Cesare Spuri, direttore dell’ufficio speciale per la ricostruzione della regione Marche. Una “chiamata alle armi”, come qualcuno l’ha definita, per cercare di soddisfare l’emergenza post- sisma, prima tra tutte la necessità di creare le squadre per fare i sopralluoghi e per compilare le schede Fast e Aedes necessarie per avviare i progetti di recupero. Troppe poche infatti le forze in campo finora. Ma l’assemblea sembra già aver portato un primo risultato visto che solo questa mattina si sono registrati circa 600 professionisti e il numero è destinato a crescere considerando che alcuni dei presenti non erano in possesso di tutti documenti e termineranno la procedura nei prossimi giorni. «Si tratta di una strepitosa partecipazione – spiega Spuri – che dice bene quale è il cuore dei marchigiani e quanto è sentita la ferita del terremoto».
Cesare Spuri
Allo stesso tempo però all’entusiasmo si affianca un palese malcontento da parte di tutti i professionisti del settore per molte questioni ancora poco chiare. «Quello della ricostruzione è un sistema complesso – continua Spuri – oggi sono uscite delle questioni che non hanno soluzione certa e capisco gli interrogativi di molti. Il mio compito è mettere il commissario Errani a conoscenza di queste problematiche che attendono chiarimenti e correttivi». Tra i dissapori lamentati dai tecnici durante il dibattito del palas forse quelli che pesano di più sono il fatto di essere sottoposti a innumerevoli controlli che ne rallentano l’operato e la richiesta di un coinvolgimento dalla base che non implichi solo l’attribuzione di compiti da eseguire. A tal proposito i presenti hanno chiesto con urgenza un incontro proprio con il commissario Errani. «La nostra disponibilità deve andare oltre ogni possibile mal di pancia – dice Enzo Fusari, presidente dell’ordine degli architetti della provincia di Macerata – è una questione civile e morale. Resta però il malcontento dovuto a un susseguirsi di ordinanze contrastanti che non lasciano il tempo di svolgere le nostre mansioni, anche a causa di una burocrazia che allunga moltissimo i tempi. Sarebbe necessario prolungare l’emergenza e fare le ordinanze solo dopo le opportune valutazioni, in maniera definitiva. Invece Errani ignora gli ordini professionali. Altro punto fondamentale è riportare nelle Marche il centro operativo che in questo momento si trova a Rieti».
Al centro Enzo Fusari, presidente dell’ordine degli architetti
Attualmente ogni professionista può compilare 30 schede di valutazione e farne altre 30 per la progettazione. Una delle richieste è aumentare questo tetto massimo considerando anche che molti interventi saranno di modesta entità. La normativa che vietava la progettazione a chi compilava la scheda Fast è stata rimossa ma restano problemi per le tempistiche. Ad oggi dopo la scheda Fast il committente ha a disposizione 15 giorni per incaricare il professionista che deve compilare la scheda Aedes nei 15 giorni successivi. Si chiede maggiore flessibilità sulle tempistiche e allo stesso tempo uno snellimento della burocrazia per la presentazione delle pratiche. Inoltre è stata espressa l’urgenza della piattaforma online che consentirebbe di velocizzare ogni operazione. Alcuni auspicano anche l’introduzione di un rimborso spese per le giornate trascorse a fare sopralluoghi. «Raccolgo ogni osservazione – conclude Spuri – Ma voglio lasciarvi con l’impegno di fare una faq e un blog dell’ufficio speciale della ricostruzione dove mano a mano chiariremo ogni dubbio. Inoltre il mio intento è quello di limitare al massimo la costruzione delle casette. Deve essere sistemato il tessuto urbano già esistente, le casette significano nuove lottizzazioni, nuove urbanizzazioni che diventeranno stabili, con conseguente svuotamento dei centri danneggiati. Invece vogliamo tutelare il patrimonio già esistente, anche come investimento da parte dello Stato».
Paola Passeri, presidente del consiglio dei geometri
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“Se verrete, riceverete il giusto guiderdone nell’alto dei cieli” scrisse l’imperatore di Bisanzio a papa Urbano II chiedendogli di mobilitare la nobiltà europea in aiuto dei bizantini minacciati dai turchi selgiuchidi. Ed al Concilio di Clermont, il 27 novembre del 1095, dopo la chiamata alle armi di Urbano II, la folla enorme che ascoltava il papa si mise a gridare “Dieu il veut!”. L’Appello di Clermont viene indicato dalla storiografia tradizionale come la causa che diede inizio alla Prima crociata, questa delle schede Fast e Aedes sembra invece somigliare di più alla crociata del celebre Brancaleone da Norcia.
Ore 08.30/09.00 circa.
Lungo la strada di scorrimento lunghe file, rallentamenti…Causa di tutto cio?
Un albero caduto sulla strada?
Un incidente??
La rottura di qualche tubazione???
Un papavero in visita?????
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Noooooooo….Immensa confusione viaria attorno al Fontescodella: le auto parcheggiate, a membro di segugio, lungo la strada (in entrambi i sensi di marcia), sulla rotonda, dentro la Galleria….
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Peggio, molto peggio, di quando (in spregio al Codice della Strada e alla sicurezza) c’era il “parcheggio selvaggio”, consentito agli spettatori della Lube…
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I vigili si danno un gran d’affare, ma si capisce lontano un miglio che sono arrivati quando la situazione era già abbondantemente fuori controllo (sembra, e ripeto sembra, che i vigili siano arrivati per sbaglio, visto che sembra che nessuno li avesse avvertiti, preventivamente dell’assembramento al Fontescodella)
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La domanda sorge spontanea: ma l’ex PARK SI (costato alla collettività un occhio della testa e catena al piede e corda al collo per l’APM per i prossimi anni) ERA PER CASO CHIUSO????
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Perchè fosse stato aperto NON si capisce perchè NON sia stato utilizzato dagli oltre 500 presenti
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Ma come quello spendido parcheggio, ad abuso del Centro Storico, a qualche centinaio di metri dal Fontescodella NESSUNO ha pensato di utilizzarlo per evitare tutto il casino che si è creato??????
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Ma come: per un giorno il parcheggio sarebbe potuto essere pieno come un uovo e chi ci (mal)governa si lascia sfuggire l’occasione di poter strombazzare sui giornali che il parcheggio (almeno 1 giorno l’anno) funziona???
dell’amministrazione, è ora che questi dilttanti amministrativi tornino a casa, visto che sanno solo affossare la città
E’ ora, come compare su alcuni cartelli
Si è trattato innanzi tutto di un successo personale dell’Ing. Spuri, che con coraggio e il cuore in mano ha fatto comprendere alla platea dei circa 1400 tecnici marchigiani (incazzati ma anche spaventati da un decennio di crisi edilizia), la gravità e le necessità del momento. Spuri non si è nascosto dietro un dito e ha fatto capire molto chiaramente che non condivide molte cose del modello centralista che è stato imposto sino ad oggi, promettendo che le numerose perplessità sollevate saranno portate alla discussione con Errani e il suo gruppo di comando. Dalle 15 ordinanze emesse sino ad oggi (che tutte insieme formano il giardino ideologico sul quale basare la ricostruzione), comincia ad emergere la strategia economica della ricostruzione che, partendo dal presupposto della fragilità strutturale delle nostre imprese e delle nostre strutture professionali, punta a sostenere l’economia del sistema Emilia.
troppe ordinanze, condivido, hanno creato confusione ed incertezza. ho amici abruzzesi che ancora aspettano la scheda FAST su case dichiarate, ma solo a voce, inagibili. son trascorsi mesi e stanno dormendo in roulotte, al freddo e con 2 metri di neve con il legittimo panico di tornare dentro.
non so nelle Marche se ci sono simili situazioni, ma aver bloccato i corsi AeDES per poi aprire all’improvviso i sopralluoghi a tutti non ha aiutato nessuno. qui si sta consumando una tragedia come poche che avrà ripercussioni pesantissime. non si scherza con la vita delle persone. le case continuano a crollare, e le persone, il bestiame e le attività a morire, in attesa dei sopralluoghi dei tecnici agibilitatori.
Sorge spontaneo fare un paragone con il recente terremoto di L’Aquila e con le tanto criticate New Town di Bertolaso e Berlusconi.
http://www.lastampa.it/2016/04/06/italia/cronache/nella-new-town-dellaquila-crolla-tutto-ma-restiamo-qui-CVbDbM39XETJbisXhpKqOL/pagina.html