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Ricostruzione sicura nel segno di Gasparri:
un ‘New Deal’ tra Unimc e Rinaldi
per l’intero territorio

PATTO - Proposto questa mattina a Macerata un nuovo modello post-sisma. Presente anche il tributarista, professor Rivetti che ha proposto una ‘leva fiscale permanente’ per forme di sviluppo sostenibili. Il sindaco di Ussita si emoziona al pensiero del padre. "Anche Spuri ha ammesso che scosse così non erano prevedibili: c’è da rifare tutto". Il rettore Adornato: "Occorre una strategia territoriale". Distrutta anche la tomba del cardinale dei patti lateranensi, nel cui nome sarà organizzato un convegno con il segretario di Stato Vaticano, cardinal Parolin

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Il cimitero di Ussita (Foto di Federico De Marco)

Il cimitero di Ussita (Foto di Federico De Marco)

 

di Maurizio Verdenelli

Nel nome del ‘padre’ dei Patti Lateranensi, l’ussitano cardinal Pietro Gasparri, c’è un patto adesso per un nuovo modello di ‘ripartenza’ post sisma. La parola chiave è: ricostruzione sicura. Non lo è stata, ad esempio, quella del ’97. Ora lo sappiamo alla luce dei due terremoti dalla forza senza precedenti. Un patto che è stato sottoscritto solennemente questa mattina a Macerata dal rettore di Unimc, Francesco Adornato e dal primo cittadino di Ussita, Marco Rinaldi che nei giorni scorsi alla Camera ha rappresentato  tutti i sindaci dei comuni marchigiani terremotati. L’appello (così definito)  è venuto “in via ufficiale” dello stesso ingegner Rinaldi nel corso di una conferenza stampa nel locale di Creahub a Palazzo degli Studi. Il tema, per la verità, era altro: lanciare un convegno a cento anni della prima codificazione canonica (27 maggio 1917) di cui il cardinal Gasparri, segretario di Stato ‘sotto’ due papi fu autore. Un convegno all’università di Macerata nel nome di Attilio Moroni, rettore negli anni 80 (”don Attilio e mio padre erano molto amici” ha ricordato Rinaldi) cui sarà invitato l’attuale segretario di Stato Vaticano, cardinal Pietro Parolin.

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La visita ad ussita del presidente della Camera Laura Boldrini

Per il momento, ma solo per il momento, c’è da salvare la tomba monumentale di Gasparri, protagonista del Concordato del 1929 “letteralmente seppellita sotto le macerie della torre del castello all’interno del quale il cardinale volle far realizzare il cimitero di Ussita: nello stesso spazio cioè dove trovavano dalle scorrerie barbariche riparo gli abitanti della valle”, ha detto il sindaco. Anch’egli sfollato come tutti i suoi abitanti ‘trasferiti’ in riva all’Adriatico. “Ci resteranno due mesi in più. Con l’ottimo Fabrizio Curcio ho stipulato infatti un gentlemen’s agreement. Niente container, inadatti per l’inverno sopraggiunto, ma casette di legno. Quando saranno pronte. Ed in futuro niente più abitazioni dal tetto in cemento armato: la mia gente ha paura. Sotto tali coperture non abiteranno più”. Ecco dunque la necessità di ‘new deal’ per la vallata ed in generale per l’entroterra percosso del sisma: “Anche Cesare Spuri, capo della Protezione civile marchigiana, ha considerato il fatto che scosse di tali intensità erano impensabili allorché si pensò diciannove anni fa, alla ricostruzione. Ora il quadro è mutato: c’è bisogno non di un miglioramento ma di adeguamento in riferimento all’abitare sicuri. Abbiamo un anno davanti nel corso del quale, perdurando le scosse, non si potrà costruire. Tuttavia si potrà pensare come costruire”.

Il futuro, già. Ricostruire sul posto ma non dappertutto perché alcune aree risultano inedificabili. Post sisma, quando sarà, come fare? “C’è bisogno di una programmazione d’alto spessore per l’intero territorio, non per un comune soltanto volando alto, utilizzando, geotecnica, geomorfologia per un sistema nuovissimo nella scienza delle costruzioni. Occorre un salto di qualità in Italia. Non solo per residenti ma pure per i turisti. Altrimenti nessuno si sentirà di affrontare la roulette russa di un sottosuolo instabile. Occorre garantire il futuro per le nuove generazioni attraverso iniziative strutturali che rendano fruibili ed abitabili le aree interne dell’Appennino. L’alternativa è la desertificazione con danni enormi a cascata per l’intera provincia maceratese”.

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Il rettore Francesco Adornato con il ministro Stefania Giannini in visita a Macerata (foto di Lucrezia Benfatto)

Ecco  quindi la proposta ad Adornato: “Solo l’università può indicarci queste linee guida e sposare nuovi ipotesi di ricostruzione”. Una proposta che il rettore ha colto senza indugi: “Si tratta di costruire una strategia territoriale, individuando un prototipo come elemento di sviluppo a dimensione plurale con il fine di far rinascere una terra che rappresenta il nesso inscindibile tra passato e futuro”. Quale, ‘weltanschauung’, quale nuova visione del mondo cioè per le terre del sisma? Cosa avrebbe fatto, suo padre, l’onorevole Nicola, morto centenario alla vigilia dell’apocalisse? L’ingegner Marco, classe 1951, s’emoziona (“devo trovare ancora la forza di strappare la mobilia della sua casa distrutta come tutte le altre”) al ricordo del ‘Grande vecchio’ che cambiò il volto alla vallata.

 

 

Nicola Rinaldi

Nicola Rinaldi

E’ stata una fortuna che alla fine della sua lunga vita non abbia dovuto ricordarsi una calamità assoluta come questa, ma certo l’avrebbe trasformata in una formidabile opportunità. Correggendo gli errori del passato, pianificando una rinascita con rigore scientifico sulla base dei nuovi saperi e dell’esperienza. In ogni caso è certo che la ‘sua’ Ussita  tornerà a vivere, al di là del torrente omonimo e all’ombra della grande montagna. Vuole sapere che mi ha detto un bambino l’altra sera in riva al mare: ‘Sogno Vallestretta, il mio paese nel verde”.

Intanto si pensa al subito. “Aprire un tavolo governativo. Perché le visite, gli interventi, le presenze sono certo importanti ed hanno alto valore simbolico ma occorre l’azione, soprattutto, dopo. In particolare individuando forme di sviluppo sostenibili grazie ad una leva fiscale a carattere strutturale, permanente. Non basta la semplice sospensione dell’imposizione tributaria ma ineludibili sono le proposte di investimento, selettive” afferma il professor Giuseppe Rivetti, tributarista e presidente del Corso di studio ‘Teorie, tecniche e culture per il Servizio  Sociale’. Sostenuto da Rinaldi, il docente propone inoltre di abolire il termine di ‘cratere sismico’, un po’ iettatorio: “Qui non esiste alcun vulcano come invece all’Aquila dove il neologismo amministrativo ha avuto origine: qui ci sono ambiti”.

L'hotel Elena di Ussita

L’hotel Elena di Ussita

Quali sono, professor Rivetti, secondo queste forme di sviluppo per un new deal possibile post sisma? “Tutto ciò che è per vocazione possibile a cominciare dal turismo e dai percorsi del benessere e della gastronomia”. Nelle aree del ‘mangiar benissimo’ e dove storicamente è nato il ciauscolo millenaristico non è rimasta neppure un’osteria: tutto da ricostruire dunque senza sperare in calzaturifici od opifici visto che da queste parti non si è fatta mai ‘rete’ né prodotta ‘economia di scala da parte degli  industriali marchigiani. Chissà tuttavia che il miracolo della rinascita socio-economica non riesca ancora una volta nel nome del cardinale che mise d’accordo Mussolini e il papa, nel periodo stesso della rivoluzione russa: “Due mondi opposti che s’incontravano allo stesso appuntamento con la nostra storia”, ha sottolineato Adornato.



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