di Maurizio Verdenelli
Nel nome del ‘padre’ dei Patti Lateranensi, l’ussitano cardinal Pietro Gasparri, c’è un patto adesso per un nuovo modello di ‘ripartenza’ post sisma. La parola chiave è: ricostruzione sicura. Non lo è stata, ad esempio, quella del ’97. Ora lo sappiamo alla luce dei due terremoti dalla forza senza precedenti. Un patto che è stato sottoscritto solennemente questa mattina a Macerata dal rettore di Unimc, Francesco Adornato e dal primo cittadino di Ussita, Marco Rinaldi che nei giorni scorsi alla Camera ha rappresentato tutti i sindaci dei comuni marchigiani terremotati. L’appello (così definito) è venuto “in via ufficiale” dello stesso ingegner Rinaldi nel corso di una conferenza stampa nel locale di Creahub a Palazzo degli Studi. Il tema, per la verità, era altro: lanciare un convegno a cento anni della prima codificazione canonica (27 maggio 1917) di cui il cardinal Gasparri, segretario di Stato ‘sotto’ due papi fu autore. Un convegno all’università di Macerata nel nome di Attilio Moroni, rettore negli anni 80 (”don Attilio e mio padre erano molto amici” ha ricordato Rinaldi) cui sarà invitato l’attuale segretario di Stato Vaticano, cardinal Pietro Parolin.
Per il momento, ma solo per il momento, c’è da salvare la tomba monumentale di Gasparri, protagonista del Concordato del 1929 “letteralmente seppellita sotto le macerie della torre del castello all’interno del quale il cardinale volle far realizzare il cimitero di Ussita: nello stesso spazio cioè dove trovavano dalle scorrerie barbariche riparo gli abitanti della valle”, ha detto il sindaco. Anch’egli sfollato come tutti i suoi abitanti ‘trasferiti’ in riva all’Adriatico. “Ci resteranno due mesi in più. Con l’ottimo Fabrizio Curcio ho stipulato infatti un gentlemen’s agreement. Niente container, inadatti per l’inverno sopraggiunto, ma casette di legno. Quando saranno pronte. Ed in futuro niente più abitazioni dal tetto in cemento armato: la mia gente ha paura. Sotto tali coperture non abiteranno più”. Ecco dunque la necessità di ‘new deal’ per la vallata ed in generale per l’entroterra percosso del sisma: “Anche Cesare Spuri, capo della Protezione civile marchigiana, ha considerato il fatto che scosse di tali intensità erano impensabili allorché si pensò diciannove anni fa, alla ricostruzione. Ora il quadro è mutato: c’è bisogno non di un miglioramento ma di adeguamento in riferimento all’abitare sicuri. Abbiamo un anno davanti nel corso del quale, perdurando le scosse, non si potrà costruire. Tuttavia si potrà pensare come costruire”.
Il futuro, già. Ricostruire sul posto ma non dappertutto perché alcune aree risultano inedificabili. Post sisma, quando sarà, come fare? “C’è bisogno di una programmazione d’alto spessore per l’intero territorio, non per un comune soltanto volando alto, utilizzando, geotecnica, geomorfologia per un sistema nuovissimo nella scienza delle costruzioni. Occorre un salto di qualità in Italia. Non solo per residenti ma pure per i turisti. Altrimenti nessuno si sentirà di affrontare la roulette russa di un sottosuolo instabile. Occorre garantire il futuro per le nuove generazioni attraverso iniziative strutturali che rendano fruibili ed abitabili le aree interne dell’Appennino. L’alternativa è la desertificazione con danni enormi a cascata per l’intera provincia maceratese”.
Il rettore Francesco Adornato con il ministro Stefania Giannini in visita a Macerata (foto di Lucrezia Benfatto)
Ecco quindi la proposta ad Adornato: “Solo l’università può indicarci queste linee guida e sposare nuovi ipotesi di ricostruzione”. Una proposta che il rettore ha colto senza indugi: “Si tratta di costruire una strategia territoriale, individuando un prototipo come elemento di sviluppo a dimensione plurale con il fine di far rinascere una terra che rappresenta il nesso inscindibile tra passato e futuro”. Quale, ‘weltanschauung’, quale nuova visione del mondo cioè per le terre del sisma? Cosa avrebbe fatto, suo padre, l’onorevole Nicola, morto centenario alla vigilia dell’apocalisse? L’ingegner Marco, classe 1951, s’emoziona (“devo trovare ancora la forza di strappare la mobilia della sua casa distrutta come tutte le altre”) al ricordo del ‘Grande vecchio’ che cambiò il volto alla vallata.
“E’ stata una fortuna che alla fine della sua lunga vita non abbia dovuto ricordarsi una calamità assoluta come questa, ma certo l’avrebbe trasformata in una formidabile opportunità. Correggendo gli errori del passato, pianificando una rinascita con rigore scientifico sulla base dei nuovi saperi e dell’esperienza. In ogni caso è certo che la ‘sua’ Ussita tornerà a vivere, al di là del torrente omonimo e all’ombra della grande montagna. Vuole sapere che mi ha detto un bambino l’altra sera in riva al mare: ‘Sogno Vallestretta, il mio paese nel verde”.
Intanto si pensa al subito. “Aprire un tavolo governativo. Perché le visite, gli interventi, le presenze sono certo importanti ed hanno alto valore simbolico ma occorre l’azione, soprattutto, dopo. In particolare individuando forme di sviluppo sostenibili grazie ad una leva fiscale a carattere strutturale, permanente. Non basta la semplice sospensione dell’imposizione tributaria ma ineludibili sono le proposte di investimento, selettive” afferma il professor Giuseppe Rivetti, tributarista e presidente del Corso di studio ‘Teorie, tecniche e culture per il Servizio Sociale’. Sostenuto da Rinaldi, il docente propone inoltre di abolire il termine di ‘cratere sismico’, un po’ iettatorio: “Qui non esiste alcun vulcano come invece all’Aquila dove il neologismo amministrativo ha avuto origine: qui ci sono ambiti”.
Quali sono, professor Rivetti, secondo queste forme di sviluppo per un new deal possibile post sisma? “Tutto ciò che è per vocazione possibile a cominciare dal turismo e dai percorsi del benessere e della gastronomia”. Nelle aree del ‘mangiar benissimo’ e dove storicamente è nato il ciauscolo millenaristico non è rimasta neppure un’osteria: tutto da ricostruire dunque senza sperare in calzaturifici od opifici visto che da queste parti non si è fatta mai ‘rete’ né prodotta ‘economia di scala da parte degli industriali marchigiani. Chissà tuttavia che il miracolo della rinascita socio-economica non riesca ancora una volta nel nome del cardinale che mise d’accordo Mussolini e il papa, nel periodo stesso della rivoluzione russa: “Due mondi opposti che s’incontravano allo stesso appuntamento con la nostra storia”, ha sottolineato Adornato.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Andrà istituito un premio Nobel per la ricostruzione post-sisma.
E che il cardinale avesse già messo d’accordo Mussolini ed il papa “nell’anno stesso della rivoluzione russa”, cioè nel 1917, è davvero un grosso scoop storiografico.
Produce caz.zate geniali non chi vive nell’ambiente più squisito, chi ha la conversazione più brillante, la cultura più vasta, ma chi, cessando bruscamente di vivere per sé, ha avuto il potere di rendere la propria personalità simile a uno specchio, in modo che la sua vita, per quanto possa essere mondanamente e anche, in un certo senso, intellettualmente, mediocre, vi si rifletta.
Con tutto il rispetto possibile….
.
Ma che caz-BIIIP!!!!! ce ne può interessare di salvare la tomba di un cardinale quando ci sono migliaia di persone che hanno perso tutto??
.
Ma, santiddio, in mezzo a tutto ‘sto casino adesso anche la tomba del Gasparri è una “priorita”??
Soltanto a partire dalla metà degli Anni Venti il balletto diplomatico riprende con decisione da entrambe le parti, ma i protagonisti delle trattative segrete nella Roma ignara e indifferente non sono – come si potrebbe ritenere – il Pontefice e il Re, e nemmeno il Cardinale Sostituto e Mussolini firmatari poi degli accordi, bensì due tenaci funzionari che in questi trenta mesi mostrano di possedere equilibrio e pazienza in dosi sovrumane. Sono l’avvocato nobile Francesco Pacelli in rappresentanza vaticana e il consigliere di Stato professore Domenico Barone delegato italiano.
(fonte http://cronologia.leonardo.it/storia/a1929h.htm)
Gaetano Rino Testo Canzone Nun Te Reggae Piu’ Rino Gaetano
Agghià
nuntereggae piu’
(rino gaetano)
abbassare
nuntereggae piu’
abbassare
nuntereggae piu’
abbassare con le canzoni
senza patria o soluzioni
la castita’
nuntereggae piu’
la verginita’
nuntereggae piu’
la sposa in bianco il maschio forte
i ministri puliti
i buffoni di corte
ladri di polli
super pensioni
nuntereggae piu’
ladri di stato e stupratori
il grasso ventre dei commendatori
aziende politicizzate
evasori legalizzati
nuntereggae piu’
auto blu sangue blu
cieli blu amori blu
rock and blues
nuntereggae piu’
e a la la
nuntereggae piu’
dcpsi
nuntereggae piu’
dcpci
pcipsi plipri
dcpci pcidc
cazzaniga
nuntereggae piu’
avvocato agnelli
nuntereggae piu’
umberto agnelli
susanna agnelli
monti pirelli dribbla causio
che passa a tardelli
antognoni zaccarelli
nuntereggae piu’
gianni brera
bearzot
monzon panatta rivera d’ambrosio
lauda thoeni
maurizio costanzo
nuntereggae piu’
mike bongiorno
villaggio raffa’ e guccini
onorevole eccellenza
cavaliere senatore
don minzoni eminenza
monsignore vossia
nuntereggae piu’
cheri mon amour!
nuntereggae piu’
immunita’ parlamentare
nuntereggae piu’
abbassare!
il numero cinque
sta in panchina
si e’ alzato male stamattina
nuntereggae piu’
mi sia consentito dire
nuntereggae piu’
il nostro e’ un partito serio
certo!
disponibile al confronto
nella misura in cui
alternativo
aliena ogni compromess
ahi lo stress
freud e il sess
e’ tutto un cess
si sara’ la ress
se quest’estate andremo al mare
soli soldi e tanto amore
nuntereggae piu’
ahi lo stress
freud e il sess
e’ tutto un cess
si sara’ la ress
e’ tutto un cess
si sara’ la ress
e vivremo nel terrore
nuntereggae piu’
che ci rubino l’argenteria
nuntereggae piu’
e’ piu’ prosa che poesia
dove sei tu? non m’ami piu’?
dove sei tu? io voglio tu
soltanto tu dove sei tu?
nuntereggae piu’
ue’ paisa’
nuntereggae piu’
il bricolage
il ‘1518 il prosciutto cotto
il ’48 il ’68 le p38
nuntereggae piu’
nuntereggae piu’
sulla spiaggia di capo cotta
cardin cartier gucci
portobello illusioni
lotteria trecento milioni
mentre il popolo si gratta
a dama c’e’ chi fa la patta
a sette e mezzo c’ho la matta
mentre vedo tanta gente
che non ha l’acqua corrente
e nun c’ha niente
ma chi me sente