di Federica Nardi
(foto di Federico De Marco)
«Visso sembra bombardata», queste le parole di chi alle 21,18 era già sceso di casa nella piazza principale della cittadina maceratese dopo la prima forte scossa delle 19.11. Pochi secondi e il terremoto di magnitudo 5.9 ha tirato giù un pezzo di parete dell’edificio che ospita il bar Sibilla, nella piazza principale della città, squarciato la palazzina a pochi metri dall’ingresso della piazza e aperto crepe in tutte le facciate del centro storico. Nella frazione di Villa Sant’Antonio sono crollate tre case e la chiesa bloccando la circolazione. Drammatica, prima dell’intervento dei soccorsi, anche la situazione lungo la strada che porta a Castel Sant’Angelo dove una frana ha impedito di raggiungere la cittadina. Al momento dice il sindaco di Visso Giuliano Pazzaglini «Non sappiamo il numero preciso degli sfollati, non risultano vittime e ci sono stati tre feriti alla Svila dopo la prima scossa.
Ci stiamo organizzando perché il livello del danno è enormemente superiore a qualsiasi altro terremoto. Stavamo già lavorando al dopo sisma, ma evidentemente era prematuro. L’importante adesso è capire la condizione delle persone e la ricognizione dei danni la faremo dopo». Pazzaglini parla all’ingresso della struttura in legno della Croce Rossa di Visso che al momento è l’unico punto di accoglienza strutturato sul territorio e sede del Centro operativo comunale (Coc). «Dobbiamo organizzarci per ospitare la stragrande maggioranza della popolazione del centro storico», dice Pazzaglini.
Sotto la pioggia con una lunga notte davanti anche alcuni residenti di Castel Sant’Angelo sul Nera che sono arrivati appena la strada è stata liberata. Un pullman è stato portato nel Coc allestito qui nella sede della croce rossa di Visso per permettere a chi vuole di dormire al caldo. Le persone malate o inferme dormiranno nei letti della Croce Rossa. Altri ancora si stringono nelle coperte nel prefabbricato pieno di brandine che già la notte del 24 agosto aveva ospitato gli sfollati. «Mi sono trasferito a Visso domenica – dice Daniele Monti, 28 anni di Porto Sant’Elpidio -. Alla prima scossa stavo prelevando alle poste ma la corrente è andata via e la mia carta è rimasta dentro. Così sono tornato a casa, la scossa è stata fortissima, ha fatto diverse crepe ed è caduto tutto per terra. È la cosa più brutta che ho vissuto in vita mia».
Con lui decine di persone come Romolo Doninici, 76anni, che dopo la seconda scossa è fuggito dalla sua casa di Visso frazione villa Sant’Antonio. «È un macello là” dice Dominici. Nevzat, 25 anni, macedone residente a Visso, si stava mettendo a tavola per cenare “quando ho sentito il terremoto è rimasto tutto lì sulla tavola, alla seconda scossa stavo chiudendo il portone di casa e la casa del vicino è crollata e per poco non ci rimanevo». Il 25enne sorride anche se ha paura: «La paura c’è ma cosa dobbiamo fare? Tutte le case sono danneggiate, c’è solo da farsi forza». Latif, 41anni, macedone anche lui, ricorda anche la scossa del ’97: «La mia paura è che non ci sarà più lavoro». L’acqua a Visso non è più potabile dopo il sisma. Il campo è rifornito con bottigliette d’acqua e a breve arriverà una cisterna. Le tende (800 posti letto) non arriveranno prima di domani. Molti, che non hanno trovato spazio nelle brandine, dormono in macchina o attendono svegli l’alba. La cucina da campo verrà allestita domani sempre nella sede della Croce Rossa di Visso.
La testimonianza, è crollato tutto ma resta: “Per me Visso è Visso”
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Lasciamo perdere certi argomenti,pensiamo solo che si siano salvati ,non tutti vogliono lasciare il loro paese e le loro case,vanno nella sede della Croce Rossa,non nelle tende.