Della Valle e Renzi a Casette d’Ete
Rosa Piermattei
di Maurizio Verdenelli
«Signor Presidente, venga a prendere un caffè da noi. Anche a San Severino abbiamo avuto molti danni dal terremoto. Ottocento sopralluoghi, centocinquanta case inagibili, le nostre bellissime chiese storiche lesionate. Non è certo un caso se siamo stati inseriti nell’elenco dei comuni maceratesi ‘nel cratere’ del sisma». E Renzi ha risposto all’invito? «Mi ha sorriso, ma verrà presto: sono sicura». La famiglia Della Valle? «Diego ed Andrea sono stati ospiti spesso in città. Adesso che sono sindaco, un po’ meno, comprensibilmente».
Così Rosa Piermattei, manager Tod’s e primo cittadino di San Severino dopo l’incontro a Casette d’Ete. Il presidente del Consiglio ieri mattina è stato ospite nella residenza di famiglia di Diego Della Valle, a villa Brancadoro (leggi l’articolo), prima di spostarsi con il seguito in azienda «ed incontrare noi dirigenti e poi rapidamente la stampa. In tutto un’ora e mezzo e poi via in elicottero ad Arquata del Tronto, Accumuli ed Amatrice. A San Severino proprio non avrebbe avuto tempo» scherza un po’ la dott.ssa Piermattei: «Non scrivete che sono scontrosa, che non accetto il dialogo: sono a disposizione di tutti i miei cittadini, senza alcun problema. Il fatto è che sono abituata, da manager, ad un comportamento riservato, ad un habitus professionale ferreo e sindaco lo sono da poco». Su Facebook dopo la notizia del ‘dono’ della famiglia Della Valle ad Arquata (il calzaturificio con 200 posti di lavoro) si è scatenato il finimondo. Chi ha scritto che quella fabbrica era stata promessa dalla Piermattei alla città in caso d’elezione. Chi ha giustificato addirittura il ‘sacrificio’ settempedano con le sofferenze ben maggiori del comune ascolano, chi si è rammaricato in quanto aveva il curriculum pronto e chi sperava tanto in un lavoro in fabbrica. «Macchè. Mai promesso una fabbrica Tod’s a San Severino. Potevo farlo? Mai. Tengo ben distinte le mie attuali funzioni: da una parte dirigente del glorioso marchio, dall’altra sindaco. In quest’ultima veste, è chiaro che stia lavorando con i colleghi di giunta sul nodo dell’occupazione bussando a tutte le porte. Ci guardiamo in giro senza eccezione alcuna, ci mancherebbe. Tuttavia non possiamo, non posso, influire sulle scelte dei signori Della Valle e per non metterli in imbarazzo i miei inviti personali si sono diradati dopo l’elezione».
Renzi in fabbrica
Dal ‘cratere’ stavolta è stato escluso Serravalle di Chienti ma non la confinante Pievetorina. «Ci avevano chiesto il Palasport (inaugurato a fine dicembre ’98, fu due anni dopo al centro di una visita ufficiale del Presidente Ciampi oggi commemorato in Senato, ndr) e quello abbiamo fatto» ha detto, a domanda di chi scrive, Diego Della Valle, cittadino onorario di Serravalle dal 2004. E Renzi, in replica: «Serravalle, da parte sua, ora ha avuto la Quadrilatero». Intanto sul profilo fb, ieri, l’allora sindaco Venanzo Ronchetti ringraziando ancora per il palasport, ha definito Della Valle «un illuminato imprenditore che viene sempre prima dello Stato». Aggiungendo però: «Chiesi una piccola fabbrica, ma non fu possibile».
«Il conferimento della cittadinanza onoraria al patron di Casette d’Ete, è stata 12 anni fa una delle ultime cerimonie del mio mandato» dice l’ex ‘sindaco del terremoto’. «Ricordo che mister Tod’s volle leggere in anteprima il mio discorso. Si congratulò alla fine ma chiese che non si personalizzasse tutto nel suo nome: preferiva che il ‘grazie’ fosse rivolto all’intera famiglia Della Valle». E così ieri mattina, ha fatto anche il presidente del Consiglio: “Grazie Diego, grazie Andrea, grazie Barbara». Sancendo una ‘pax’ (forse armata) con Della Valle ricordando entrambi, con vicendevole lampo negli occhi, quell’amicizia sin da quando Renzi era sindaco di Firenze e la celebre famiglia marchigiana iniziava a frequentava il capoluogo toscano entrando nella proprietà della Fiorentina e dando vita ad una catena commerciale con il loro marchio famoso nel mondo». Nel reparto ‘controllo di qualità dei pellami’, Renzi ha ammirato alcuni pitonati di gran classe, ma ha tenuto un profilo molto basso sorvolando sul decreto per la ricostruzione (“54 o 57 articoli”, il ricordo del premier non è stato preciso: sono infatti 53) approvato un paio d’ore prima in Consiglio dei ministri. Un riserbo annunciato in anticipo circa qualsiasi domanda ‘che esulasse dall’argomento aziendale’: la realizzazione cioè del calzaturificio che sorgerà vicino a «quello storico (è stato sottolineato, ndr) di Comunanza: quella è tutta una zona che ha la cultura della calzatura».
Punti di vista, considerato che il gruppo Merloni anni fa, in zona, aveva la produzione di elettrodomestici. Ad Arquata, tra le rovine del paese ‘martire’ del sisma con Accumoli ed Amatrice, il premier si ‘ sbottonato’ un po’ di più sul decreto legge. Che ha nelle sue norme un progetto di sviluppo economicoo: che non riuscì alla ricostruzione post sisma del 1997. «Una vera risposta come mai c’era stata» ha dichiarato il governatore Ceriscioli. «Il decreto non risarcisce il danno, offre le risorse per adeguare simicamente la strutture. Un salto qualitativo. Questo governo va davvero come un treno». Da Tod’s, il premier ha frenato un po’: «Gli anni della ricostruzione saranno lunghi, ma occorre lavorare insieme, fare squadra». Poi l’accenno all’eroismo italiano: «Il volontariato, i militari, i tecnici sono stati straordinari: qui si è visto un solo cuore, una sola bandiera, l’Italia unita». Gli sciacalli di Acquasanta e i ‘topi’ degli appartamenti abbandonati dai proprietari nelle zone del terremoto, per un momento restano (doverosamente) in cantina.
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A questo punto sembra che solo Della Valle faccia lavorare!!!!bohhh
Una fabbrica Italia con quaranta milioni di operai a fare scarpe per il grande marchio .Mandiamo la Cina , la Romania, insomma tutte le sedi estere del Made in Italy,”scalze”. Però, milioni dalla finestra, sui ruderi di antiche vestigia, in squadre che più che con il calcio hanno a che fare con tanti interessi di cui non me ne frega assolutamente niente e a Macerata, c’è una povera vecchietta di 84 anni che ogni giorno deve mettere assieme cena e pranzo, malata, stanca e cugina di primo grado. Ma quello che più mi lascia perplesso è che nessuno si sia incuriosito per saperne qualcosa di più. Certo, dove finisce l’ufficialità di Coso e Robo come li ha magistralmente chiamati il caro Giorgi ( che dimostra di avere una formidabile memoria e di cui non si può non notare la vivida intelligenza che anche altri commentatori hanno e qui su CM ne danno conferma), dicevo dell’ufficialità dove andando oltre possiamo scoprire che tanto quasi tutti noi qualche fardello di miserie ce lo portiamo addosso. Però che siano nostre e non obbligate ad appesantirsi con altre miserie non richieste ma tanto gentilmente offerte.
Sì poi toglie 50 centesimi ai terzisti che gli lavorano da 20 anni.Fantastico..
è più che ovvio che si reca per comodi suoi prima della Riforma del 4 dicembre… mica la prima volta che si vedono questi intrugli
PATETICI
Vincenzina davanti alla fabbrica…
Vincenzina il foulard non si mette più…
Una faccia davanti al cancello che si apre già.
Vincenzina hai guardato la fabbrica…
Come se non c’è altro che fabbrica…
E hai sentito anche odor di pulito e la fatica è dentro là.
Zero a zero anche ieri ‘sto Milan qui…
‘Sto Rivera che ormai non mi gioca più…
Che tristezza, il padrone non c’ha neanche ‘sti problemi qui.
Vincenzina davanti alla fabbrica…
Vincenzina vuol bene alla fabbrica…
E non sa che la vita giù in fabbrica non c’è, se c’è com’è?
(Enzo Jannacci, Vincenzina e la fabbrica, 1974)
https://www.youtube.com/watch?v=B8EBWfU-I9A)