di Maurizio Verdenelli
Il ministro ai Beni culturali Dario Franceschini è oggi nelle Marche (leggi resoconto della visita a Recanati per l’apertura della Torre del Borgo) anche per una ‘questione di donne’, precisamente per un’imperatrice ed una principessa. La prima, ad Osimo per l’incontro con Pompeia Plotina Claudia Febe Pisone, in una parola Plotina, la celebre moglie di Traiano cui si deve la costruzione del porto di Ancona. La scoperta è stata fatta di recente e tenuta gelosamente nascosta per la sua eccezionalità. Tutto nasce dal rifacimento del loggiato accanto all’edificio comunale, quando le ruspe ‘impattarono’ in qualcosa di molto pesante: un busto di grandi proporzioni, forse un’acquasantiera con le sembianze –si rivelarono dopo le rapidi indagini della Soprintendenza – dell’imperatrice romana nata in Gallia nel 70 dopo Cristo e morta nel 120.
La preziosità del reperto impose subito adeguate misure di sicurezza: la notte del ritrovamento, il luogo, recintato, fu addirittura guardato a vista dai carabinieri prima che fosse portato in superficie quel pesantissimo reperto di grandissimo valore. E’ vero, in superficie c’era quella notte sotto l’antico Loggiato, soltanto una ruspa ed era difficile individuare che le viscere del terreno, nel centro della città famosa per le sue tante statue romane ‘senza testa’, contenessero un simile tesoro.
Unico, perdipiù, perché la statua-acquasantiera dell’imperatrice indicava come Auximum (il nome romano di Osimo) fosse come un ‘faro’ cui tutta la popolazione marchigiana doveva fare riferimento. Plotina fu infatti una grande imperatrice, cui il marito diede l’appellativo di Augusta – per averlo seguito nella vittoriosa campagna di conquista della Dacia. Probabilmente la sua effigie fu scolpita dopo la sua divinizzazione da parte del successore di Traiano, Adriano che lei aveva allevato come un figlio.
La statua di Plotina (dal periodico comunale osimano ‘5 Torri’, foto Severini)
Fu un’imperatrice di grandi virtù e, sia detto come auspicio per il ‘suo’ ritrovamento, era famosa in tutto l’impero anche e soprattutto per aver imposto una tassazione più equa: insomma per aver abbassato le imposte. E non è a caso la soluzione dell’acquasantiera per lo scultore cui fu dato il privilegiato compito di realizzare il mezzobusto: davanti a Plotina ci si inchinava come davanti ad una divinità dell’Olimpo, dov’era ascesa per editto del grande Adriano, il suo pupillo. Nelle celeberrime ‘Memorie’ di Marguerite Yourcenar, la consorte di Traiano, virtuosa ed intelligente, ha un ruolo di protagonista. Fu lei, in effetti, a pilotare la nomina di Adriano. La principessa dormiva lì ormai da più di duemila anni. Accanto a lei, tutto il suo corredo di storie e monili, tra bracciali, vasi con intarsi rossi, pendenti in bronzo e fibule decorate con ossi. Proprio come si addiceva a ogni dama alla moda del VII-VI secolo a.C.
Domani a Roma per Franceschini ci sarà l’incontro con la fanciulla di Plestia, i cui resti sono stati scoperti a Colfiorito, sulla linea di confine tra Marche ed Umbria. Dormiva da duemila anni sull’altopiano, ‘terra di nessuno’, la bella principessa della città invitta che neppure Annibale osò attaccare con la sua cavalleria prima di scendere sul Trasimeno ed infliggere ai romani una devastante sconfitta sul lago. E’ lei, come Plotina ad Osimo, il tesoro di scavi recenti: quelli per la superstrada mare monti alla cui inaugurazione è atteso Matteo Renzi a luglio (secondo rumors che hanno già messo in calendario la data del 27: staremo a vedere dopo tanti annunci a vuoto).
La storia della ‘Fanciulla di Plestia’ -insieme a quelli di numerosi altri preziosi reperti (leggi l’articolo) verrà presentata domani a Roma alla Camera dei deputati in occasione della firma del Protocollo di Intesa sulla valorizzazione archeologica siglato tra Anas, Mibact e Mit. L’occasione sarà data dal convegno ”Infrastrutture ed Archeologia: da interferenza ad opportunità. Archeolog: un esempio di buona pratica”.
Un incontro cui sono attesi, oltre a Franceschini, di ritorno dalle Marche, il ministro delle infrastrutture, Graziano Delrio, il presidente dell’Anas, Gianni Vittorio Armani e la vice presidente della Camera dei Deputati, Marina Sereni per parlare della gestione dell’imprevisto archeologico nella realizzazione del progetto infrastrutturale viario e degli strumenti che possono permettere di trasformare un’interferenza in opportunità, contribuendo alla promozione della storia, della cultura e del turismo italiano. Proprio come è accaduto nel corso dei lavori per la superstrada che ricalca la linea di un antichissimo tracciato viario tra i centri dell’entroterra umbro-marchigiano con l’Adriatico.
Chilometro dopo chilometro, ruspa dopo ruspa, mentre la strada cresceva i lavori hanno riportato alla luce tracce di antichi insediamenti che si susseguivano lungo un’arteria di cruciale importanza. Villaggi preistorici e protostorici, necropoli, insediamenti di epoca romana sino alle testimonianze tardoantiche e altomedievali. E proprio al valico di Colfiorito, in un lavoro di collaborazione tra le due Soprintendenze, ecco venire alla luce la tomba della fanciulla di Plestia, con quel corredo, oggi restaurato, che sarà esposto al Museo archeologico delle Marche per la Festa dei Musei, il prossimo 2 luglio. E che la storia meravigliosa dell’altopiano possa essere un buon viatico per il futuro delle popolazioni che colà sono rimaste dopo l’esodo succeduto al terremoto di quasi diciannove anni fa, sperando che la veloce, nuova strada non si porti via le residue speranze di rilancio economico e commerciale.
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un mezzobusto acquasantiera di una imperatrice principessa del VII-VI secolo a, C.? annamo bene
Che poi un busto con le gambe, perché gambe sembrerebbero essere quelle che si scorgono nelle foto riferite alla “statua di Plotina”, mica s’era mai visto prima.
I lettori (attenti e puntuali nei loro commenti) Franco Pavoni e Massimo Giorgi hanno ben diritto ad una spiegazione in riferimento alla statua, anzi alla metà di questa, di Plotina ritrovata durante i lavori di rifacimento della pavimentazione interna al loggiato del Comune ad Osimo.
Come hanno fatto i tecnici della Soprintendenza a risalire all’identità della virtuosa ed abilissima moglie di Traiano, nonché grande elettrice di Adriano, che l’imperatrice considerava come quel figlio che non aveva mai avuto?
Semplicissimo: confrontando la parte rimasta con quella della famosa scultura di Utica (Turchia) che senza ombra di dubbio rappresentava colei che fu innalzata agli altari (ecco perché l’acquasantiera) da Adriano. Insomma Plotina è stata riconosciuta dalle gambe (belle, come quelle di una principessa della Gallia qual’era) e dal drappeggio della veste ricchissima elaborato dallo scultore. Non c’è alcun dubbio che sia Plotina la statua a metà (in questo caso, dati gli elementi identificativi possiamo parlare tranquillamente di ‘mezzo busto’) trovata eccezionalmente ad Osimo.
Ed ecco l’ultima notizia: dalle indgaini tuttora in corso da parte della Soprintendenza archeologica di Ancona sono emerse anche tracce cromatiche. Insomma l’effigie della dea Plotina era dipinta, certo riccamente. Inoltre sono emerse anche alcune lettere scolpite sul retro del ‘marmo’ ad indicare lo scultore. Lo stesso di Utica? Il giallo di Plotina è ancora lungi dall’essere risolto.
Maurizio Verdenelli
ok, allora è un busto artizio…
No, è un bellimbusto.
Utica è un’antica città costiera[, oggi situata a 8 km dalla costa della attuale Tunisia, a pochi chilometri a Nord di Cartagine e a 27 km a Nord di Tunisi alla foce del fiume Bagrada (oggi Megerda) fondata nel 1101 a.C. secondo Plinio il Vecchio. “Utica” in Fenicio significa vecchia città, in contrasto con la successiva colonia Cartagine, che significa nuova città.
In materia di busti artizi un raffinato contorsionismo, anche geografico, ci sta.