Il centrosinistra esce con le ossa rotte dalle comunali di ieri e il Maceratese, in un panorama nazionale piuttosto ostile al Pd, non fa eccezione. Anzi il terzo posto di Pietro Cruciani a San Severino, la bocciatura di Giovanni Giri a Porto Recanati e la stroncatura di Francesco Acquaroli a Morrovalle, mostrano una forte presa di posizione del territorio contro i democrat (leggi l’analisi del voto di Maurizio Verdenelli).
I risultati ottenuti spingono il segretario regionale del Pd Francesco Comi a parlare di delusione e della necessità di intervenire nei circoli locali dove si sono manifestate le maggiori difficoltà.
Ottimismo nella Lega Nord. Il segretario Paolini parla di risultati apprezzabili, anche se a Porto Recanati dove integrazione e immigrazione sono problemi molto sentiti, Elena Leonardi la candidata appoggiata anche dal Carroccio non è riuscita ad ottenere neanche un posto in Consiglio.
«Le tornate elettorali per il rinnovo dei consigli comunali riguardano il buon governo locale e il rapporto dei candidati con i cittadini. Poco hanno a che vedere con le politiche dei livelli superiori di governo». Così Comi all’indomani della sconfitta. «Riteniamo opportuno prendere atto di un atteggiamento elettorale amministrativo, a livello nazionale, non propriamente favorevole – continua Comi – che segna una battuta di arresto e che non ricalca i larghi successi recenti con cui il Pd si è attestato, prima alle europee del 2014 poi alle elezioni regionali dello scorso anno. Nonostante una condizione di difficoltà diffusa a livello nazionale, si può dire che le coalizioni comunali con in testa il Pd, nel quadro generale regionale, hanno riportato risultati differenti da territori a territori». Il segretario “fa il pelo” ai singoli comuni parlando di «risultati importanti» nelle amministrazioni riconfermate di Mercatino Conca, Mondavio, Gradara (in provincia di Pesaro-Urbino), Camerano e Cupramontana (in provincia di Ancona), Ortezzano (in provincia di Fermo), Force e Montegallo (in provincia di Ascoli) e di «conquiste delle coalizioni di area centrosinistra» nei comuni di Fermignano, Muccia , Acquasanta Terme . Ma aggiunge: «C’è una certa delusione rispetto ai risultati complessivi sul territorio regionale dove, certamente, vi erano da parte nostra maggiori aspettative. È chiaro che, nelle prossime settimane, anche in vista del referendum sulla riforma costituzionale del prossimo autunno, dovremo analizzare con cura i circoli dove il partito ha più problemi. Ottimo risultato a San Benedetto del Tronto. Andiamo al ballottaggio nel comune più grande coinvolto in questa tornata amministrativa con oltre 15 punti di vantaggio. Il candidato sindaco Paolo Perazzoli, con quasi il 46% dei consensi, è certamente il migliore candidato che potevamo esprimere».
Parte proprio da San Benedetto anche il segretario regionale della Lega Nord Luca Paolini che parla di «Risultati apprezzabili» nella città rivierasca e aggiunge «Saremo decisivi al ballottaggio». Quindi l’analisi dei 4 comuni in cui il carroccio ha corso con il proprio simbolo: «A Fossombrone, dove nonostante l’ incredibile prestazione dei Grillini, incassa un buon 5% con una lista costruita in pochi mesi. A San Benedetto la coalizione sostenuta dalla Lega e costruita da poche settimane incassa con ben 18 liste concorrenti, un 4,2% che è teoricamente decisivo la ballottaggio cui è stato costretto il candidato del Pd che tutti davano vincente al primo turno». Nonostante i candidati della Lega non abbiano ottenuto nessun posto nei Consigli comunali del maceratese Paolini legge i risultati in maniera ottimistica: «A Porto Recanati, in tandem con Fratelli d’Italia, incassa l’ 8,7%. A San Severino, con suoi candidati dentro una civica arriva al secondo posto tra 6 liste concorrenti». A Porto Recanati la lista a sostegno di Elena Leonardi non ha ottenuto seggi e a San Severino il consigliere regionale Luigi Zura Puntaroni non entra nell’ assise comunale.
Quindi la valutazione politica: «I risultati sono nel complesso positivi soprattutto tenendo conto di 3 fattori storici. Primo: la Lega, nelle Marche, alle amministrative, prende da sempre circa un terzo dei voti delle “politiche” “regionali” ed “Europee”. Secondo: in varie realtà, non avendo ancora un numero sufficiente di candidati locali, abbiamo dovuto fare liste con moltissimi “non residenti” che non portano voti locali, laddove altri mettono in lista anche il gatto e il cane per avere i voti dei padroni . Terzo: le elezioni comunali sono influenzate da un numero abnorme di liste “locali” che nascono e muoiono per lo più come espressione di piccoli interessi e ambizioni personali, che spesso non ottengono nulla ma che disperdono migliaia di voti, liste che a livelli superiori non esistono».
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Tempi duri, i carri dei vincitori non li fanno più solidi ed affidabili come quelli d’una volta.
Il Signor COMI parla di delusione e necessità di intervenire nei circoli locali….
Se anche Lui come Renzi pensa che il voto di domenica è un voto di protesta ha capito ben poco del terremoto che è successo e che succederà prossimamente (OTTOBRE è vicino!!).
Il PD non è più nel cuore degli elettori soprattutto in una parte consistente di elettori di sinistra (come me).
Renzi è riuscito in “soli” due anni a vaporizzare il partito, liquidare ogni aspirazione di sinistra, neutralizzare tutte le conquiste sindacali di 30 anni, violentare la Costituzione a colpi di voti di fiducia e voti di maggioranza (la Carta si può anche modificare ma deve essere fatto con un’Assemblea Costituente dove è parte importante ed ineliminabile anche l’Opposizione) e, infine, ha annientato ogni opposizione interna al Partito.
Signor COMI apra gli occhi; forse è ancora in tempo per fermare RENZI che, avendo tutti contro, finirà con lo scodellare, anziché la nuova Carta Costituzione un bella frittata condita con il suo scalpo e quello di tutti i suoi cavalier serventi toscani e non.
Più che ristruttrazione dei circoli locali ci dovrebbe essere una bella rottamazione dei vari capibastone e avanguardisti che, da decenni, sono sempre gli stessi, sia si chiamasse Ds, che Margherita, che Pds, che Cdu/Udc….
Leggendo il commento di Sperandini, molto esauriente e che ben fotografa i perché con cui Renzi è diventato così inviso anche a molti suoi ex elettori, mi viene spontaneo chiedermi se il Pd dal cuore, non sia scivolato direttamente sotto i piedi.
Dopo domenica è lunedì, cantava Branduardi.
Peccato, Signor Sperandini, l’esortazione finale rivolta a Comi di fermare Renzi ,che è un po’ come “voler mettere il gatto a guardia delle salsicce”, altrimenti per il resto del suo intervento, e tanto più in qualità di elettore di sinistra, merita un pubblico riconoscimento.
Non si governa a colpi di slogan, e con quella che oggi Ezio Mauro su Repubblica definisce “ L’ideologia dell’ottimismo”, perché poi, appunto, dopo domenica finisce che ci si scontra con la realtà del lunedì, dove nelle grandi città risulta in modo evidente che a votare massicciamente per i candidati del PD sono, centro storico e i Parioli a Roma, Montenapoleone a Milano, mentre i voti delle periferie si sono riversati altrove: la cartina di tornasole delle politiche di governo nazionale di questi ultimi due anni
Mi permetto di aggiungere a riguardo della riforma costituzionale, che non solo è in sfregio alla democrazia – e non poteva che essere diversamente vista la smania irrefrenabile del Premier e cerchia ristretta di fare tutto loro, comandare tutto loro vincere tutto loro- ma è anche fatta senza testa da renderla inapplicabile in alcuni passaggi e – mi spiace dirlo, ridicola- come per le dinamiche di elezione del nuovo Senato. Posto, infatti, entrasse in vigore la nuova Costituzione con la vittoria dei SI ad ottobre , sia che si torni alle urne il prossimo anno o nel 2018 scaduta la legislatura, vorrei che qualche illustre Onorevole dei nostri che l’ha votata sulla fiducia, spiegasse bene a tutti, QUANTI ANNI CI VORRANNO PER METTERE INSIEME 74 CONSIGLIERI-SENATORI ( tre quarti del nuovo Senato) SE QUESTI , come previsto nel testo finale del DDL Boschi che all’art.2 riforma l’art. 157 sulle modalità di elezione del Senato prevede al comma 5, con rimando per le modalità al comma 6 del DL presentato da 20 Senatori Dem , VENGONO SCELTI ( dice proprio così: SCELTI) CONTESTUALMENTE AL RINNOVO DEI CONSIGLI REGIONALI – che sappiamo tutti avvengono ogni 5 anni e in modo sfasato per ogni Regione- quando all’elettore verranno consegnate due schede, una per la scelta dei Consiglieri regionali , un’altra per scegliere chi di essi si vuole diventi oltre che Consigliere anche Senatore.
SCELTA; che non può essere cambiata da ogni singolo Consiglio regionale ma soltanto ratificata.
Problema pratico. Nelle Marche le regionali ci sono state lo scorso anno, quindi, salvo rovesci, torneremo a votare nel 2020. Se nel frattempo dovesse passare la presente riforma costituzionale e insediarsi il nuovo Senato dei 100 , noi marchigiani dovremmo attendere minimo due anni per avere i nostri due o tre Consiglieri-Senatori ? E quanto tempo ci vorrà, allora, per mettere insieme un Senato integro, composto da 74 Senatori scelti dagli elettori, più, e a parte, i restanti 21 sindaci nominati dagli organi regionali e i 5 nominati tra i personaggi illustri dal Presidente della Repubblica?
NON MI SEMBRA UN PROBLEMINO DA POCO.
Dalla Gazzetta Ufficiale : http://www.altalex.com/documents/news/2016/04/13/riforma-costituzionale-il-testo
del DDL Boschi art. 2 ,comma 5, che recita : ” La durata del mandato dei senatori coincide con quella degli organi delle istituzioni territoriali dai quali sono stati eletti, in conformità alle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri in occasione del rinnovo dei medesimi organi, secondo le modalità stabilite dalla legge di cui al sesto comma.”
E, il sesto comma rimanda a questo DL presentato da 24 ( non 20 come ho scritto sopra erroneamente) Senatori Dem : http://www.senatoripd.it/affari-costituzionali/presentato-disegno-di-legge-sulle-norme-per-lelezione-del-senato/
Come sempre succede in tutti i partiti ed in tutti i movimenti, quando si prende una poltrona non vogliono più lasciare, basta pensare che nelle Marche esiste un segretario regionale da più di venti anni!!! altro che democrazia! altro che rinnovamento, altro che rottamazione!!!
meditate gente, meditate
Il segretario regionale della lega nord, Luca Paolini, dimentica che anche gli altri partiti si confronta con le varie liste locali, la conclusione è che il Sig. Paolini, da più di venti anni segretario di quel partito non ha mai brillato con i risultati elettorali, nascondersi è facile, ma ormai, non ci sono più scuse, persone incompetenti debbono essere cacciati a …. altrimenti la colpa è anche dei dirigenti nazionali. Non si capisce perché nonostante i sempre risultati deludenti, questo signore regna sovrano.
meditate gente,meditate.