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Rendez-vous della massoneria:
“Il duce temeva il Grande oriente”

TUTTI GLI UOMINI DELLA LOGGIA - Convegno alla Filarmonica per parlare di antifascismo per i 70 anni della nascita della Repubblica. Presenti i vertici delle congreghe provinciali e regionali. LE FOTO

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I relatori Sergio Bellezza, Rinaldo Fanesi, Fabrizio Iluminati, presidente della circoscrizione marchigiana dei Maestri venerabili, Santi Fedele e Luca Guazzati

 

di Leonardo Giorgi

(Foto di Lucrezia Benfatto)

«Per molti anni è stato ignorato il supporto dei massoni alla lotta antifascista». Spiega così Fabrizio Illuminati, presidente circoscrizionale dei Maestri venerabili delle Marche, il senso delle iniziative che il Grande oriente d’Italia (Goi), sta organizzando in tutta Italia in occasione del 70esimo anniversario dalla nascita della Repubblica. Un percorso di informazione e formazione che oggi pomeriggio ha fatto tappa a Macerata. Nel teatro della Filarmonica, diverse personalità di spicco del Goi, tra cui il Gran maestro Stefano Bisi, si sono avvicendate per illustrare un inedito sguardo al rapporto tra massoneria e Liberazione. Una scelta, quella di organizzare un convegno sulla massoneria a Macerata, giustificata dall’importanza dei massoni marchigiani nelle vicende legate alla sconfitta del fascismo e l’istituzione della Repubblica italiana e dalla presenza nella provincia di sette logge, che riuniscono complessivamente 150 “fratelli”: Evoluzione e tradizione, Helvia Recina e Progresso sociale di Macerata, Resurrezione di Civitanova, Aldo Nardi di Tolentino, De Humilitate di Treia e Palingenesi di Sarnano.

Fulvio Fidani, Maestro venerabile di "Evoluzione e tradizione"

Fulvio Fidani, Maestro venerabile di “Evoluzione e tradizione”

«Tanti i massoni repubblicani della provincia – spiega Fulvio Fidani, Maestro venerabile della loggia “Evoluzione e tradizione”, dopo l’esecuzione dell’inno d’Italia –  che durante la seconda guerra mondiale hanno agito contro il fascismo, subendo anche gravi perdite. Penso per esempio al dottor Domenico Foltrani di Cingoli che in quegli anni perse il figlio Enea, ucciso dal regime. La Massoneria, soffocata da Mussolini, dopo il ventennio riuscì a rimettere in piedi le sue colonne». Colonne che furono abbattute durante gli anni del totalitarismo, proprio perchè il Duce temeva il Grande oriente, come spiega lo stesso presidente Illuminati. «Mussolini – racconta il coordinatore dell’incontro – disse che i massoni del Goi dichiararono guerra la fascismo e durante il ventennio diversi esponenti del regime sottolinearono la pericolosità del “nemico massonico”. Grazie alla recente apertura della nostra istituzione, è diventato più chiaro negli ultimi anni il ruolo che i massoni hanno avuto nei momenti chiave della storia moderna. L’Assemblea costituente, per esempio, fu guidata da massoni come Giovanni Conti, vicepresidente della stessa assemblea, e Meuccio Ruini, presidente della “Commissione dei 75” incaricata di redigere il testo costituzionale».

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Convegno Goi_Foto LB (11)Il ruolo della massoneria durante il ventennio però è apparso per anni ambiguo e molti massoni sono stati accusati di appoggiare e finanziare il fascismo. «Bisogna fare chiarezza – commenta Sergio Bellezza, cultore della storia – e distinguere tra i massoni di Piazza del Gesù e del Grande oriente d’Italia. I primi avevano chiaramente appoggiato i fascisti, a differenza del Goi. Mussolini incontrò il Gran maestro dell’epoca, Domizio Torrigiani, ma quest’ultimo spiegò al Duce che i massoni del Grande oriente non avrebbero mai potuto rinunciare ai principi di laicità dello stato, di libertà e di sovranità popolare». A conclusione del suo excursus storico, Bellezza ricorda anche una figura maceratese che non aveva nulla a che fare con la massoneria, ma che è stata di fondamentale importanza per la Liberazione d’Italia. «Trovandomi qui – spiega lo storico – devo citare anche Maria Assunta Lorenzoni, la crocerossina nata a Macerata che si distinse durante la resistenza per il supporto dato a tutti coloro che combattevano contro il fascismo e il nazismo. Una donna, uccisa alla fine dai tedeschi, che come tante altre furono essenziali alla nascita della Repubblica».

I presenti in piedi per l'inno d'Italia

I presenti in piedi per l’inno d’Italia

Prima dell’intervento del Gran maestro Stefano Bisi, le relazioni dello storico Rinaldo Fanesi, dello scrittore Luca Guazzati e del professore Santi Fedeli hanno illustrato la vita di importanti massoni nati nelle Marche che hanno contribuito alla lotta antifascista. Tra questi l’anconetano Oddo Marinelli, presidente del Comitato di liberazione nazionale (Cln) della regione, e il senatore Giovanni Conti, nato a Montegranaro. «Tengo molto ai fratelli marchigiani – commenta Stefano Bisi – e a questo tipo di iniziative. In questa sede, voglio sottolineare il fatto che il Grande oriente d’Italia è stata la prima associazione ad organizzare una serie di appuntamenti in occasione dei 70 anni della nascita della Repubblica, accogliendo il messaggio del presidente Sergio Mattarella nel suo discorso di fine anno. Una Repubblica che non si deve mai dimenticare i suoi principi. Ricordiamoci sempre che dobbiamo accogliere chi viene nella nostra patria a chiedere aiuto e non lasciare affogare nessuno». «Dal punto di vista della comunicazione – ha concluso il Gran maestro – e del rispetto per le idee altrui, il Grande oriente può essere da esempio per la politica attuale».

 

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Santi Fedele

 

Tra il pubblico l'avvocato Graziano Pambianchi

Tra il pubblico l’avvocato Graziano Pambianchi

 

 

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Rinaldo Fanesi e Fabrizio Illuminati

 

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Luca Guazzati

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Sergio Bellezza

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Fabrizio Illuminati

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