Donatella Donati
di Donatella Donati
«Delinquente nato, pazzo morale, paranoico impulsivo». Ecco le parole usate dal fisiologo e antropologo Cesare Lombroso per definire il delinquente nato. Gli studi di Lombroso sono stati citati recentemente da molti che hanno cercato di interpretare i comportamenti assurdamente delinquenziali dei due giovani romani eccitati dalla visione della morte in diretta da loro stessi provocata. Ma il giudizio positivista del Lombroso molto feroce nei confronti di chi delinque è stato attenuato dal suo stesso successore nella cattedra di Bologna, Mariano Luigi Patrizi, a cui nella facoltà di medicina è intitolata l’aula di fisiologia.
Patrizi era di Recanati dove tornava frequentemente perché vi aveva i suoi parenti più cari e a Recanati è stato sepolto. Elaborò la teoria della monogenesi del delitto che ricavò da varie esperienze soprattutto dall’aver fatto parte dei periti della difesa del famoso brigante Musolino, assassino e refrattario ad ogni pentimento. La sua convinzione dell’esistenza in alcuni individui di tendenze criminali innate che possono o non possono dar origine nel corso della vita ad atti delittuosi la applicò anche al grande maestro della pittura Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, del quale riscontrò guardando le sue opere la presenza di una mente “disordinata e perigliosa”, tanto da condurlo, come di fatto avvenne, al compimento di vari omicidi. Non avendo a disposizione, come nel caso di Musolino, direttamente il delinquente si fermò sull’esame delle sue opere e individuò in moltissimi particolari, come quello dell’abbondanza del sangue nelle scene violente, la presenza di un animo eccitato e violento.
“La Madonna dell’insalata”, l’opera attribuita a Caravaggio custodita a Recanati
Questa lettura dettagliata e precisa nelle opere principali la fece anche mettendo in luce un’opera collocata a Recanati nel convento dei Cappuccini e chiamata per tradizione “La Madonna dell’insalata”, attribuita da molti al Caravaggio e per la quale ancora manca una perizia di sicurezza per carenza di fondi, cosa di cui si duole il sovrintendente Barruca. Padre Floriano Grimaldi che vive in quel convento e che ha pubblicato molte opere dedicate all’arte e alla cultura locale sa bene che la collocazione dell’opera in una cappella oscura che non ne consente di vedere i particolari è un danno per l’attribuzione dell’opera. Patrizi nei primi anni del Novecento ebbe la possibilità di farla portare all’aperto e poté osservare con cura, anche se rovinati dal tempo, tutti i particolari . Il titolo dovrebbe essere “Riposo durante la fuga in Egitto”. Il Bambino accasciato a terra porge alla madre delle foglie di cicoria che la madre asciuga con il lino del suo velo. A terra ci sono forme brune e tondeggianti forse pagnotte. San Giuseppe è dietro l’asino che si intravede appena. Dall’alto scendono degli angioletti. Maria è incantevole col capo reclinato sulla spalla come gran parte delle donne di Caravaggio, il polso forte e maschio, vestita di un rosso antico, lo stesso rosso della tunica del Bambino. Come mai un Caravaggio giovanissimo a Recanati? Nel suo primo soggiorno romano fu ospitato da un signore recanatese Pandolfo Pucci particolarmente tirchio che il pittore chiamava Monsignor Insalata perché lo nutriva a base di questo vegetale. Gli regalò quando se ne andò il quadro con i poveri sacri emigranti e il Pucci lo portò a Recanati dove passò per varie mani fino ad arrivare al convento dei Cappuccini. Le fila della vita di giovanissimi delinquenti dei nostri giorni, delle tristi storie di emigrazioni a cui assistiamo, degli studi di un nostro scienziato conterraneo si legano insieme nella storia di oggi.
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Che c’entra l’emigrazione con Caravaggio e con Lombroso?
e comunque Madonna dell’insalata è un titolo più intelligente di Riposo durante la fuga in Egitto perché un Bambino così cresciutello di sicuro in Egitto non c’è fuggito mai e Caravaggio era un assassino mica un co.glione.