Tentati incendi al porto e estorsione,
condanne per padre e figli

CIVITANOVA - Sei anni per Nunzio Zaffarano, 3 anni e sei mesi per Alessio e Roberto Zaffarano, che sono stati assolti dall'accusa di aver cercato di dare fuoco ad un'auto e ad un furgone di proprietà di due pescatori

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L'avvocato Tiziano Luzi

L’avvocato Tiziano Luzi

 

Accusati di aver tentato di incendiare un’auto ed un furgone per ottenere denaro da alcuni pescatori, oggi si è chiuso il processo al tribunale di Macerata in cui erano imputati padre e due figli. Nunzio Zaffarano è stato condannato a sei anni per tutti i capi di imputazione contestati, i figli (Alessio e Roberto) sono stati assolti dall’accusa di tentato incendio e da quella di aver fabbricato due bottigliette incendiarie (veniva contestata al solo Alessio) e sono invece stati condannati a 3 anni e sei mesi per estorsione. Fatti che erano avvenuti, dice l’accusa, nel settembre del 2010 a Civitanova. Sotto accusa il 54enne Nunzio Zaffarano, originario di Vieste e residente a Civitanova, ritenuto dal pm il mandante dei tentati incendi di un furgone e di un’auto di due pescatori cui sarebbe appiccato il fuoco con il lancio di bottiglie riempite con liquido infiammabile. L’incendio dei due veicoli non si era poi propagato. I fatti erano avvenuti al porto di Civitanova. Sempre secondo l’accusa l’uomo e i due figli, Alessio e Roberto, entrambi 24enni, sia tramite il tentativo di incendio, sia con minacce di incendiare le auto o le imbarcazioni, si sarebbero fatti consegnare complessivamente mille euro da 5 pescatori civitanovesi. Nunzio e Alessio Zaffarano erano inoltre accusati di aver fabbricato e portato in luogo pubblico due bottiglie incendiarie. Tutti gli imputati sono difesi dall’avvocato Tiziano Luzi che ha annunciato farà appello. L’accusa era sostenuta dal pm Micaela Piredda.

(Gian. Gin.)



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