Michele Spagnuolo, organizzatore di Overtime con Salvatore Perugini e Fabio Ongaro, ex nazionali di rugby
di Federica Nardi
(Foto di Lucrezia Benfatto)
Sport, impegno, etica. Questi i temi dell’incontro di questa mattina nell’Aula Magna dell’Università di Macerata realizzato dal ProgettoInArea e StammiBene in collaborazione con il festival di Overtime. Ospiti i due ex giocatori nazionali, ora commentatori di Sky per il rugby, Salvatore “Totò” Perugini e Fabio Ongaro. Ad accoglierli gli studenti e le insegnanti delle terze e quarte dell’Istituto Ipsia di Corridonia e del Master universitario in turismo.
Gianni Giuli
Slogan della mattinata “La vita si suda, uniti contro le droghe”. Progetto nato tre anni fa nel tavolo “In Area”, grazie anche alla volontà del dottor Gianni Giuli e dell’attuale vicesindaco Stefania Monteverde, presente anche questa mattina per introdurre l’incontro: “Impegniamoci tutti insieme. Il no alle droghe e alle dipendenze deve essere determinato”. Un cambio di prospettiva ripreso anche da Giuli, direttore del Dipartimento Dipendenze Patologiche dell’Area Vasta 3 e coordinatore del progetto StammiBene. Giuli cita il professor Keating dell’attimo fuggente, invitando i presenti a vedere il mondo da un punto di vista differente. “Le dipendenze sono la punta dell’iceberg di una società fortemente condizionata da un marketing che promuove continuamente scorciatoie con pochi valori – ha affermato Giuli prima di passare la parola ai due ospiti – Overtime ci piace perché parla di sport etico. Non esiste solo un modello di società: provate a guardare il mondo da un’altra prospettiva”.
Paolo Nanni
A condurre l’intervista Paolo Nanni del team Stammibene, che ha intervallato le domande ad alcuni video sul mondo del rugby, come il celebre rituale dell’”haka” Maori o la particolare regola della “touche”, illustrata in video dall’attore Marco Paolini. In un clima di grande curiosità – molte sono state infatti le domande del pubblico – Perugini e Ongaro hanno avviato da subito uno scambio conviviale sulla loro esperienza sportiva, trasformatasi sul campo in amicizia fraterna. Due personaggi agli antipodi per tanti versi, divisi prima di tutto da storie e provenienze diverse, che hanno trovato nel rugby un gruppo coeso e determinato, anche nelle situazioni più difficili. “La strada è sempre stata in salita – ha ammesso Ongaro – ma gli ostacoli si superano facilmente con grande positività”. “Sono i principi di questo sport che ci hanno conquistato. Il piacere di vivere in gruppo, il rispetto per l’altro – ha proseguito Perugini – La droga non entra nello spogliatoio, la coesione è troppo forte e nessuno che pratica sport in squadra ama farsi emarginare”.
Il rugby, nelle parole dei suoi protagonisti di spicco, diventa quasi metafora di vita. “Lo sport – ricorda Perugini – è sempre una passione, mai un lavoro”. E conclude con un appello: “L’Italia esprime giocatori competitivi. Quello che manca è un movimento di supporto che non li costringa a giocare all’estero”.
Gli studenti presenti all’incontro
Fabio Ongaro
Stefania Monteverde
Michele Spagnuolo
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