di Alessandro Feliziani
Dalla prima edizione della Biennale internazionale dell’Umorismo nell’arte di Tolentino – che in verità all’inizio, nel 1961, fu denominata Biennale della Caricatura – alla sua ventottesima edizione in corso in questi giorni al Castello della Rancia sono trascorsi esattamente cinquantaquattro anni. Tanti quanti sono stati gli anni in cui è durata la “lontananza” tra Usa e Cuba. Il paragone potrà sembrare banale, ma se si “legge” la storia della manifestazione di Tolentino attraverso le opere in mostra e gli artisti che vi hanno partecipato, l’accostamento della Biennale alle vicende delle relazioni tra Cuba e gli Stati uniti d’America non è per niente forzato. La rottura delle relazioni diplomatiche tra Usa e Cuba risale al 1961, lo stesso anno in cui a Tolentino si realizzava e prendeva avvio la felice avventura della Biennale, frutto della brillante intuizione di Luigi Mari, medico, già sindaco della città e valente caricaturista egli stesso. Ebbene, in quella prima edizione (1-24 settembre 1961) tra le opere presentate in concorso e su cui si sofferma quell’anno l’attenzione della giuria, c’è la caricatura dello storico “incontro al vertice” tra Kennedy e Kruscev avvenuto a Vienna poche settimane prima. L’opera, realizzata dal giornalista e critico d’arte Bruno Morini, fa sorridere i visitatori della mostra su un argomento estremamente serio, qual era a quel tempo la guerra fredda tra le due superpotenze.
L’incontro di Vienna, avvenuto anche sulla spinta dell’ingresso di Cuba nell’orbita politica sovietica, si rivela un fallimento poiché non attenua gli attriti tra Urss e Usa, anzi. Poche settimane dopo, infatti, inizia la costruzione del Muro di Berlino cui seguono i tredici terribili giorni della “Crisi dei missili di Cuba”, durante le quali si rischiano di innescare la miccia per una terza guerra mondiale.
Se da quella edizione della Biennale di Tolentino 1961 facciamo un salto all’edizione 2015 troviamo che a vincere il “Premio Mari” per la migliore caricatura è un artista cubano, Elvis Corale Rodríguez e l’opera vincitrice raffigura B.B.King, scomparso lo scorso mese di maggio, icona della musica blues americana e uno dei simboli universalmente conosciuto degli Stati Uniti d’America. Nell’opera di Rodriguez, esposta fino al 27 settembre al Castello della Rancia, si può “leggere” idealmente la storica “stretta di mano” tra Obama e Raul Castro che ha messo fine a cinquantaquattro anni di silenzio tra i due Paesi. L’opera dell’artista cubano di quest’anno e quella di Bruno Morini del 1961 sono pertanto legate da un sottile filo storico che si è snodato nel mondo nell’ultimo mezzo secolo.
La caricatura, del resto, è un’antica forma di comunicazione satirica e come tale coglie aspetti e punti di vista, a volte alternativi, che con il sorriso e l’ironia ci fanno “specchiare” su argomenti seri della vita sociale e quindi anche della politica. Il successo della Biennale di Tolentino, ottenuto in tutti questi anni, è dovuto soprattutto alla capacità di “riunire” nelle sue mostre artisti di tutto il mondo. Artisti capaci di leggere la società in cui vivono e i principali eventi internazionali con la leggerezza e, insieme, la profondità dell’umorismo.
«Satira e umorismo – ha scritto Paola Taddei, direttrice dell’Accademia di Belle Arti di Macerata, che della Biennale 2015 è stata presidente di giuria – divertono, sì, ma fanno riflettere e ci pongono di fronte a questioni nodali per la nostra esistenza, a dilemmi per cui un altro sguardo dovrebbe essere possibile, se non addirittura auspicabile». Scorrendo i preziosi cataloghi delle ventotto edizioni della rassegna tolentinate, troviamo numerose opere che fanno riflettere sull’evoluzione della società e dei costumi nel tempo, o che ricordano eventi del mondo dello sport, dello spettacolo, della politica, dell’economia. Semplici tratti di matita, spesso più espliciti che lunghi servizi giornalistici.
Solo per fare alcuni esempi, citiamo in quest’articolo – mostrandone le relative foto – alcune opere legate a episodi della politica internazionale e nazionale. Si tratta di opere presentate negli anni al concorso della Biennale, molte delle quali sono oggi conservate nel Museo della Caricatura allestito a Palazzo Sangallo di Tolentino. Nella seconda edizione della mostra, quella del 1963 (8-22 settembre), che si svolge all’indomani del lungo braccio di ferro tra De Gaulle e il parlamento francese vinto dal “Generale” attraverso elezioni anticipate, l’artista olandese Van Wieringen presenta una caricatura dello statista nell’atto di trascinare la Francia verso la repubblica presidenziale. Nel 1975 il tasso d’inflazione in Italia arriva a superare il 20% e in quell’ottava edizione della Biennale (6-21 settembre 1975) Alberto Fremura, famoso vignettista toscano, per denunciare le difficoltà della Lira s’ispira alla Pietà di Michelangelo.
Il 1989 è l’anno in cui “crolla” il Muro di Berlino. La quindicesima Biennale di Tolentino s’inaugura esattamente due mesi prima, il 9 settembre, e in mostra il visitatore ha già la percezione di quell’evento guardando una caricatura di Gorbaciov e di Reagan che l’artista jugoslavo Fazlic Hasan disegna nell’atto di stringersi la mano, gesto che fa scricchiolare il simbolo della separazione di Berlino. Negli anni Novanta il mondo assiste ai conflitti fratricidi nell’ormai ex Jugoslavia e il caricaturista serbo Goran Celicanin disegna Sloboran Milosevic “padrone” della nazione.
Nel 1997 la Biennale dell’umorismo celebra il bicentenario del Trattato di Tolentino tra Napoleone e lo Stato Pontificio. Una clausola del trattato prevedeva la cessione alla Francia di numerose opere d’arte e il giovane caricaturista Marco Martellini rielabora un famoso dipinto per raffigurare l’imperatore francese nell’atto di partire al galoppo portando in spalla un sacco pieno di quadri. Anche il famoso caricaturista marchigiano Danilo Interlenghi s’ispira alla stessa figura di Napoleone, disegnando l’imperatore francese con le sembianze di Antonio Di Pietro, che nel giugno di quell’anno era entrato in Parlamento occupando un seggio senatoriale offertogli dal Pds.
La ventunesima edizione si svolge nel 2001 a pochi mesi dall’entrata in circolazione dell’Euro e l’artista Marco Biassioni realizza la caricatura di Giuseppe Verdi, effigiato sulla banconota da mille lire, nell’atto di salutare per “uscire dalla scena”. Nel 2007 (24^ edizione) e nel 2011 (27^ Biennale) sono una giovanissima artista novarese, Veronica Carratello, e il famoso disegnatore umoristico senigalliese, Leonardo Cemak, ad affrontare con opere selezionate dalla giuria aspetti della politica italiana. L’illustratrice piemontese presenta una “tavolozza” di volti di politici italiani dall’unità d’Italia agli anni Duemila, dal titolo “Da stalloni a starlette”. L’artista marchigiano, invece, pone l’accento sulla crisi economica, politica ed anche istituzionale che il nostro Paese attraversa nel 2011 e, ispirandosi ai famosi “tagli” di Lucio Fontana, disegna una bandiera italiana “ferita”. Cemak intitola la sua opera “Itaglia”.
Questa carrellata di opere dimostra come una matita in mano ad un caricaturista o a un disegnatore e illustratore umoristico possa provocare sulla carta a volte l’effetto di un delicato pennello e a volte quello di una micidiale accetta. Nell’uno o nell’altro caso, però, il risultato che produce è sempre quello di farci sorridere, ma soprattutto riflettere.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Eccezionali gli accostamenti, eccezionale il giornalista che li ha colti