di Alessandro Trevisani
“Da sempre”. La risposta alla domanda “Da quanto tempo vieni al mare a Porto Recanati?” è quasi unica e costante. La scandiscono con orgoglio e affetto i romani, i milanesi, i comaschi. Perché l’amore per la spiaggia di Porto Recanati “si attacca”, è contagioso.
Ce lo spiega Alessandra Galassi, prof di cinema e Italiano al Pace, un college di New York, dove vive da 10 anni col marito: “Ho fatto conoscere la spiaggia a una mia amica: suo figlio appena l’ha vista ha detto:‘L’anno prossimo facciamo due settimane’”. Romana di nascita, Galassi ogni agosto viene qua da quand’era bimba. Quest’anno, come al solito, farà 3 settimane di mare al Porto, coi suoi tre figli di 11, 7 e 6 anni: “Mio nonno è nato qua – ci racconta lei -, non sarebbe estate se non tornassi ogni anno. Del resto ormai i miei bimbi, quando parlano in italiano, lo fanno con l’accento di qui”. Lo chalet di Alessandra è il Passion Beach, che un tempo si chiamava Achille.
Per Giacomo Buffarini, anche lui romano, questa spiaggia è una questione di sangue. “Sono venuto qui a pochi giorni di vita, i primi di agosto del 1966 – dice -, ricordo da bimbo quando si andava a prendere il latte col bric al forno di Ida Cesaretti, in via Giovanni Bosco. Ma qui venivano già mio papà coi suoi 7 fratelli: vivevano 6 mesi a Roma e 6 al Porto, da aprile a giugno finivano la scuola qua”. Giacomo, che ha appena fatto la manutenzione di casa sua, in via Adriatico, ha qualcosa da dire a operatori e amministratori: “Mi sarei aspettato che dopo i problemi generati dalla Fiumarella ci sarebbe stata una corsa a risolvere il problema. E invece niente, non posso nemmeno garantire ai miei figli di fare il bagno nell’acqua pulita”.
Se non altro il termometro fisso sopra 30 i gradi ha confezionato un luglio indimenticabile, tra le giornate al mare e le serate offerte dall’Arena. Le presenze non sono quelle massicce di decenni fa, ma dal giovedì alla domenica il pienone in spiaggia e a tavola, negli chalet più attrezzati, è garantito.
Ce lo conferma un bagnino “storico”, Danilo Spurio Polini di Nenetta, che racconta: “Abbiamo tanti stranieri quest’anno, molti olandesi e qualche inglese, e in questi giorni tanti scandinavi”. Si tratta di una numerosa comitiva, che troviamo a tavola al ristorante gestito da Francesco Scortichini. “Veniamo da Copenaghen, Stoccolma e dintorni. Alcuni di noi tornano da 4 anni”, racconta Peter Olaf, il capotavola. E vai con la foto di gruppo, dove incorniciamo anche Anna Guzzini, moglie del patron de iGuzzini Adolfo.

Una comitiva di clienti scandinavi con Francesco Scortichini, in piedi con la camicia bianca, titolare del ristorante Nenetta
Da Nenetta incontriamo un altro frequentatore affezionato, il recanatese (d’adozione) Vittorio Micheli, che al Porto si bagna dai primi anni 50. “Venivo in villeggiatura da Roma a Recanati coi miei genitori – racconta – , al mattino mi mettevano sulla corriera che mi portava al mare da Giovanni. Poi ho preso a frequentare Nenetta, dove mi sono innamorato di mia moglie Valentina”.
Ma spostiamoci a Sulla cresta dell’onda, sul lungomare Palestro (cosiddetto “vecchio”), dove da un paio d’anni a gestire bar e spiaggia c’è un giovane imprenditore di Camerano, Marco Ripanti. “Crediamo molto in questa attività – racconta – e così quest’anno abbiamo aggiunto alle solite strutture un’area giochi per bambini e il campo da beach”. Clientela giovanile, prezzi fissi uguali per tutti. “Essendo appena arrivati non abbiamo trattamenti particolari per i vecchi clienti. Una scelta di equità”, dice ancora Marco.

Beatrice Mignanelli e la figlia Eleonora, al centro in maglia bianca accanto a lei, con lo staff e alcuni clienti del Faro
Al Faro incontriamo la titolare Beatrice Mignanelli, che racconta: “Qua da anni vengono clienti affezionatissimi, specialmente dalla Lombardia, Milano innanzitutto, ma anche da Roma, come l’avvocato Franco Coppi (difensore di Silvio Berlusconi nel processo Ruby, ndr)”. Il Faro si caratterizza per la grande tettoia che fa il pienone a pranzo e a cena, ma è pure teatro di memorabili partite a Trucco. La spiaggia però da qualche anno era presa di mira da giovani vandali. “Facevano di tutto: tagliavano i teli dei lettini, lasciavano in giro tocchi di hashish, sporco dovunque”, racconta lo staff. A giugno il bagnino ha trovato tre lettini e un ombrellone a galla in mare, alle 5 del mattino. Così il Faro si è dotato, insieme a un’altra mezza dozzina di chalet, del servizio dei vigilantes che dalle 2 di notte alla mattina alle 8 fanno il giro delle spiagge.
Ma come vanno le cose nelle spiagge nord e sud? Scossicci e Lido Nazioni sono da anni il bersaglio di violente mareggiate, che non trovano gli scogli a frenare le onde. “Mi vergono di dirlo – racconta Enzo Pandolfi, titolare de La Rotonda -, ma mi sto avvantaggiando della chiusura di Mauro e Masaya. La mia clientela? Tantissimi maceratesi, che vengono giù dalla Regina in cerca di un po’ di frescura”. La spiaggia a Lido Nazioni c’è, ma sconta il clima irreale di una battigia quasi tutta libera, dopo che per anni Cristian Gambelli e Mauro Antognini – oggi al timone del Brigante di Scossicci e della ristorazione alle Piscine Baldoni di Loreto – ci avevano posato centinaia di lettini. Così la Rotonda fa il pienone, con un po’ di malinconia, mentre dei ragazzi giocano a beach accanto al “rudere” dello chalet Mauro.
Va meglio a Scossicci, dove ha riaperto il Palm Beach, mezzo abbattuto dalle onde un anno fa, mentre Andrea Marcelli, titolare del Barracuda, festeggia il tutto esaurito a pranzo e a cena, dove delizia gli ospiti con serate di poesia e cantastorie: “Quest’anno va davvero bene, anche grazie al bel tempo”, dice lui, consolato dai lavori che hanno ricostruito cinque pennelli di scogli e garantiscono una spiaggia più che discreta, dopo le forti mareggiate degli anni scorsi.
All’ora dell’aperitivo torniamo al Passion beach, dove quest’anno ha esordito una nuova gestione: al bancone del bar si affaccia la scintillante Milady, una ragazza cubana il cui sorriso fa pendant coi ritmi latini scelti dal dj. I gamberoni all’arancio e la carbonara di pesce sono le specialità dello chef Tiziano Pesaresi. “Ma abbiamo anche la tagliata di calamari e le cozze con ceci, pepe, basilico e pomodorini”, spiega lui.
Sono le 18 e in spiaggia sostano ancora Michele Vitucci e Tiziana Ruffini, altri due habituè. Lui è napoletano, “Vengo qui da 34 anni”, racconta. Lei è romana, e del Porto decanta “la bontà dei bomboloni con la crema – dice – e il profumo di salumi che senti al supermercato, tutte cose che Roma offre di rado. Ricordo che da bimbi si veniva al Porto col treno di mezzanotte, quello coi sedili di legno, oppure in auto, facendo tappa a Colfiorito per prendere il ciauscolo”. I ricordi scorrono alla moviola, come il tramonto del sole: un giorno in meno verso Ferragosto, un giorno in più “in love” con Porto Recanati.
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ma questo articolo è scritto seriamente? Io vado al mare a Porto Recanati da sempre ma per un motivo perché mi è vicino e vi posso dire che in tanti anni la situazione è sempre peggiorata, spiagge sempre più corte, 2 metri di spiaggia in certi punti, non esiste più la spiaggia libera e dove c’è ancora si paga 5 euro il parcheggio e sembra una discarica, senza tener conto dei prezzi che neanche alle Maldive sono così alti, e la Regione dove è ? Questo inverno le mareggiate hanno distrutto tutto, quindi se uno di Roma viene in vacanza a Porto Recanati non so per quale motivo. Unica nota positiva la professionalità dei bagnini locali e dei ristoratori, quello si, ma vi dico la possibilità se potessi andrei in altri posti allo stesso prezzo e con un mare 1000 volte più pulito, dove almeno posso fare il bagno e dove anche un bambino può fare il bagno e non dove l’acqua a un metro della riva è alta due metri.
1968 – 2015 sempre a Porto Recanati presso il Camping Pineta.
@ Ivano Tacconi
Ridiamoci su 🙂
https://www.cronachemaceratesi.it/2015/07/29/turisti-adescati-in-pieno-giorno-da-prostitute-porto-recanati-a-luci-rosse/687271/
Ma come è il mare tra il Potenza e il Musone? Parliamone, perché Porto Recanati non ha più la bandiera blu!