Suona come una nènia, una melodia antica che fa rabbrividire, un suono dolce e al tempo stesso magico. E’ l’ebraico di David Grossman in piazza dell Libertà a Civitanova che regala una parte di quel suo mondo, letterario, sociale e civile usando la lingua madre. Lo scrittore e giornalista israeliano è arrivato a Civitanova da Tel Aviv appositamente per Futura festival, unica data in Europa e non si è risparmiato, raccontando di sè con pacatezza e gusto, misura, ma anche determinazione. Questione palestinese, ma soprattutto letteratura, lettura, libri, questi i temi principali dell’incontro diretto da Filippo La Porta. Un pubblico eterogeneo da tutta la Regione è accorso per ascoltare la saggezza, l’ironia e la profondità di un uomo, testimone del suo tempo, capace di raccontare e raccontarsi attraverso le parole. Tradotto magistralmente da Paolo Maria Noseda, interprete di “Che tempo che fa”, Grossman si è dimostrato generoso nel donarsi al pubblico, regalando anche un momento lirico di grande atmosfera, leggendo in ebraico una parte del suo libro: «Non credo che in questa piazza si abbia avuto spesso l’occasione di una lettura in ebraico». E la platea ascolta in un silenzio quasi religioso. Due ore di racconto con l’intervista di Filippo La Porta che porta l’autore a parlare del legame fra comico e tragico, della situazione politica fra Israele e Palestina «ci vuole coraggio per cambiare le cose, ma non lo vedo nei nostri governatori», sulla lingua ebraica, sulla lettura e perfino sulle barzellette. “C’è sempre un legame fra comico e tragico – commenta Grossman chiamato a parlare del suo ultimo libro che ha come protagonista un comico di stand up comedy – è quel qualcosa che ci tocca e che ci fa capire della nostra vita ciò che ci era rimasto nascosto fino a quel momento. Nella maggior parte dei casi capita di vivere una tragedia, lo è certamente la Shoa, ma anche situazione più private. Tuttavia gli esseri umani, pure in situazioni tragiche riescono a ritrovare la capacità di sorridere. Non si lasciano soggiogare dalla tragedia e non lasciano che la tragedia li definisca come esseri umani”.
Profondo anche il suo legame con la lingua ebraica: “Sono felice di leggere in questa piazza la lingua ebraica, suppongo sia raro che riecheggi per queste vie. È una lingua antica più di 4000 anni”. E infine il rapporto con la lettura: “quando mi piace un libro è come se trovassi un luogo dove ho sempre voglia di tornarci. Sospendere la lettura è come aver lasciato un luogo verso il quale vuoi tornare, come se i personaggi chiedessero a te di ricondurli alla vita. Un buon libro ti legge e riesce a dare un nome a quelle intime cellule di noi che sono mute”. Un invito alla lettura che è stato colto dai presenti, in fila per un’ora per acquistare una copia dell’ultimo romanzo o per farsi un autografo e una foto con lo scrittore. Gli appuntamenti di Futura riprendono mercoledì 29 luglio, restano aperte tutti i giorni, dalle 18, le tre mostre a San Francesco e Sant’Agostino.
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