Un particolare dell’auto andata a fuoco
di Marina Verdenelli
(Foto di Lucrezia Benfatto)
Stanotte è toccato alla Toyota Yaris, ferma dalle 20,30, sotto casa. E’ andata a fuoco e sulle fiamme c’è il sospetto del dolo. A settembre a bruciare erano stati altri 4 mezzi, di proprietà della stessa famiglia. Nel mirino i fratelli Foresi di Monte San Giusto, Albano e Gianni, titolari dell’omonima Falegnameria in via dell’Artigianato. Due roghi ravvicinati che ora preoccupano i due nuclei familiari, soprattutto quello di Albano Foresi visto che il veicolo andato a fuoco è di proprietà della moglie Cinzia Piancatelli. L’incendio della Yaris è divampato attorno alla mezzanotte. Era parcheggiata sotto casa, sede anche dell’azienda dei due fratelli, in un’area recintata.
«Qualcuno ha suonato alla porta – racconta Albano Foresi – credo sia stato un vicino. Diceva che c’era l’auto in fiamme. Sono sceso subito e con gli idranti che avevamo messo dopo il primo incendio subito a settembre ho spento tutto. La vettura non è recuperabile. A questo punto penso che qualcuno ce l’ha con noi». A settembre, sempre in via dell’Artigianato, erano andate a fuoco quattro auto e una moto, di proprietà dei fratelli e dei loro familiari (leggi l’articolo). L’origine dell’incendio era stata individuato in un corto circuito partito da una Fiat Panda. I veicoli erano tutti parcheggiati sotto una tettoia andata anche questa distrutta. «Ora abbiamo dubbi anche su quello che è successo a settembre – commenta Gianni Foresi – c’è qualcosa che non va». La Yaris di questa notte, come detto, è di proprietà di Cinzia Piancatelli, commerciante con una attività a Trodica. Un’auto acquistata usata. «Ieri mia moglie è tornata a casa e la vettura andava benissimo – specifica il marito – non aveva nulla che potesse far pensare a quello che è successo dopo. Ora siamo preoccupati. Non abbiamo subito minacce dirette».
La Yaris posta sotto sequestro
La famiglia preferisce lasciare le indagini ai carabinieri, chiamati sul posto questa notte, che hanno informato subito la procura per un sospetto incendio doloso. L’area non è dotata di telecamere ma dopo le fiamme di settembre (Bruciò anche un’auto della Piancatelli) i Foresi si erano attrezzati con il posizionamento di alcuni idranti nell’area di loro proprietà. La Yaris, posta ora sotto sequestro dai carabinieri, era alimentata a benzina e l’intervento di Albano Foresi in attesa dell’arrivo dei pompieri è stato fondamentale per evitare conseguenze ben più gravi. Dopo le auto andate distrutte a settembre le due famiglie avevano dovuto ricomperare i mezzi. Sono in corso accertamenti per approfondire degli elementi forniti ai carabinieri dai Foresi.
La falegnameria Foresi a Monte San Giusto
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