
Gianmarco Dottori vince la 26° edizione di Musicultura (clicca sull’immagine per guardare il video della canzone “Dannata felicità”

L’ABBRACCIO tra il patron di Musicultura Piero Cesanelli e il vincitore Gianmarco Dottori
di Marco Ribechi e Alessandra Pierini
(foto di Lucrezia Benfatto)
E’ Gianmarco Dottori con “Dannata felicità” a vincere Musicultura e a conquistare il palco dello Sferisterio, non solo in senso figurato, ma fisicamente, tanto da non voler scendere e da continuare a cantare dopo il rituale bis del primo classificato. Il cantautore romano anima con entusiasmo il pubblico che conosce già a memoria le parole della sua canzone, batte le mani e si lascia trascinare. «E’ stato un plebiscito, tutte le canzoni erano molto orecchiabili ma questa è destinata a diventare popolare» ha detto il patron Piero Cesanelli commentando il risultato finale. E’ andato ai giovani come lui e a quanti vogliono fare musica per professione il primo pensiero del vincitore. «Non abbandonateci» è il suo appello a tutti coloro che in qualche modo possono sostenerli, anche semplicemente partecipando ad un concerto.
Suona allo stesso modo anche la conclusione di Cesanelli che chiude questa edizione di Musicultura con un punto interrogativo sul futuro: «E’ una situazione nebulosa – spiega – non possiamo che ringraziare gli artisti che ci aiutano nello stato di precarietà in cui vanno avanti manifestazioni come la nostra». E’ rassicurante il sindaco di Macerata Romano Carancini: «Continueremo a dare opportunità, vedremo come». Soddisfatto al termine della maratona sul palco Fabrizio Frizzi: «Musicultura è ubriacante di emozioni, con contaminazioni e incontri trasforma la musica e la fa crescere».


La conferenza post-festival – Romano Carancini, John Vignola, Piero Cesanelli, Gianmarco Dottori e Fabrizio Frizzi
Tre giorni di finali in crescendo con un pubblico sempre più coinvolto di sera in sera, con ospiti che hanno saputo scambiare grande affetto con i tanti presenti allo Sferisterio. Non ce l’hanno fatta i Turkish Cafè con la canzone “L’amore cade addosso”, ispirata dal poeta civitanovese Antonio Malagrida, nonostante la fitta schiera di fan che li ha accompagnati nel lungo percorso verso la finalissima, sostenendoli con bandiere, coriandoli e striscioni. Superata anche Flo, che per il secondo anno di fila entra nella Fab Four senza però riuscire a prenderne le redini, e Davide Di Rosolini che torna comunque a casa con il premio dello sponsor.
Il re del solstizio d’estate di Musicultura è Dottori, nel 2014 alle fase finali del talent televisivo The Voice, per il quale è sicuramente iniziata la bella stagione visto l’assegno di 20mila euro portato a casa nella speranza di poter lanciare la sua futura carriera. Il pubblico di Macerata lo ha sostenuto, lo ha votato e lo ha sempre accompagnato battendo a tempo le mani sul pezzo: «Ho tentato più volte di partecipare a Musicultura e sono contento di aver provato di nuovo e di esserci finalmente riuscito». Consolazione per Chiara Dello Iacovo che torna a calcare il palco per ricevere anche lei un premio: quello della critica che ha evidentemente apprezzato il suo pezzo “Soldatino”.

Chiara Dello Iacovo vince il premio della critica

Roberto Vecchioni
Ma a trionfare in questa serata conclusiva sono anche gli ospiti, animati da una non scontata vicinanza con il pubblico di casa. Sarà anche per il freddo “glaciale” più volte tirato in ballo da Frizzi e perfettamente sintetizzato nelle parole del direttore di Ubi Banca Marche, sponsor principale della kermesse: «Sono vestito come quando vado a dicembre allo stadio, il giubbetto sa ancora di naftalina». A scaldare i cuori però ci pensano i big che si alternano e collaborano quasi come in una staffetta musicale da cui nessuno esce sconfitto. Applaudita Syria che con dolcezza e maturità ha cantato pezzi di repertorio di Mina, Gabriella Ferri e Ivano Fossati rispolverando parole quasi dimenticate o poco conosciute. Nell’ultimo pezzo duetta con Amara a cui lascia poi elegantemente la scena. Amara rapisce il pubblico, lo conduce e strappa approvazioni. La sua voce potente cattura e graffia ma sa anche coccolare dolcemente con un po’ di malinconia. E’ la serata delle donne e il connubio donne e musica non può che sfociare nella danza. Entra Francesca Prestia, cantastorie calabrese che fa della ricerca linguistica dialettale il suo elemento espressivo. Intona una travolgente taranta al grido di “Puglia Puglia Puglia”. La lingua è il greco calabro che rende il festival ancora più radicato nel territorio dopo il siciliano di Paolo Russo, il romano di Dottori, il campano di Flo arricchendosi di un ulteriore registro linguistico. Le sue parole travolgenti sono accompagnate dal suono del flauto traverso che ricordano, in veste femminile, Ian Anderson, capofila dei Jethro Tull già ospite di Musicultura lo scorso anno. In un crescendo di emozioni è la stessa Prestia ad introdurre l’artista che tutti aspettavano: Roberto Vecchioni. I due duettano quasi da innamorati in un altro pezzo in dialetto. Poi sulla scena resta solo il poeta dell’amore con i suoi versi fatti di immagini, pennellate di vita sui rapporti umani e sulla bellezza dell’amore.


Brunori Sas sul palco di Musicultura
Amore che Vecchioni dimostra incondizionato nei confronti di Musicultura spendendo parole di elogio simili a quelle che un padre orgoglioso userebbe per un suo figlio. «Lo Sferisterio è un luogo unico in Italia – ha detto il cantautore milanese – Grazie a Musicultura per scegliere giovani che hanno qualcosa da dire tra tanti che invece sono animati solo da un’ottica commerciale. Non importa quanto vivi ma con quanta luce dentro, non importa quante canzoni fai ma quali». Un campione anche di modernità nonostante i 72 anni portati benissimo quando canta “Figlia”: «Ora la persona a cui ho dedicato questa canzone ha 40 anni, sono tanti. E ha anche due bambine. E la cosa straordinaria è che queste due bambine hanno due mamme perchè mia figlia ha una compagna con cui ha deciso di formare una famiglia. Questo è meraviglioso e io mi sento un padre fortunato».
Ma è con “Luci a San Siro” che invita ad ascoltare come se fosse un pezzo inedito, suonato per la prima volta, che la notte raggiunge il culmine. Applausi infiniti, grande commozione e tutti in piedi a salutare l’artista che forse ha accompagnato maggiormente il festival, colui che più di tutti, nonostante la grandezza, si è dimostrato umile. Dopo, a suonare il pianoforte, arriva Brunori S.a.s. , impresa non facile sostituire in corsa la punta di diamante della notte ma l’artista cosentino veste i panni del gigante e con un’esibizione magistrale strappa applausi all’arena, con sincerità e simpatia. «Scrivo canzoni estremamente tristi e malinconiche ma mi hanno detto che questo è il tempio della palla corda e in effetti, metaforicamente le mie canzoni sono una palla e gli ascoltatori spesso chiedono una corda». Ma non è così, con “Mambo reazionario” coinvolge il pubblico che apprezza salutando poi l’artista con un pioggia di applausi.




Amara e Syria ospiti del festival





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Contro le insidie del freddo e dell’umidità allo Sferisterio, il dott. Elio Burattini, che fu segretario generale della provincia e appassionato melomane, consigliava sempre una coperta o un plaid di scorta… Comunque il clima di festa di Musicultura ha avuto una simpatica coda di allegria stamattina tra le 5,30 e le 6,30 in corso Cairoli dentro e fuori la pasticceria Filoni.
Bellissima serata di chiusura della manifestazione nonostante il freddo “invernale”!!!!!!