Addio all’attore Spaccesi,
“Ha rappresentato la maceratesità”

ULTIMO SALUTO - Il sindaco Romano Carancini ha ricordato l'artista di 89 anni: "Tenere alto il suo nome è una delle priorità della nuova amministrazione"

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Il sindaco Romano Carancini ricorda Spaccesi durante il funerale

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L’urna di Spaccesi

di Maurizio Verdenelli

(Foto di Andrea Petinari)

Silvio Spaccesi, il cui feretro è tornato ieri a Macerata, continuerà a vivere nella sua città “verso la quale, così come verso l’oratorio dei salesiani” aveva un pensiero ed un ricordo assoluto (ha detto il figlio Fabio). Ufficiale l’impegno, dall’altare del tempio di don Bosco dove si è svolta oggi pomeriggio la cerimonia funebre: parola del sindaco Romano Carancini. “Spaccesi che così bene ha rappresentato nella sua autenticità il senso della maceratesità, resterà nelle nostre piazze e nella nostra identità popolare”. E a Michela Macellari, una delle nipoti del grande attore scomparso, il primo cittadino ha confermato subito dopo: “Ho già un paio d’idee: tenere alto il nome di Spaccesi è una delle priorità della nuova amministrazione”. Il discorso di Carancini, riconfermato nel ballottaggio di domenica scorsa, è stato molto apprezzato dalla piccola folla di familiari (la moglie Eva, i figli Fabio e Susanna, la sorella Adriana giunta da Bologna mentre Silvano, l’unico fratello ancora in vita, è rimasto a Roma per problemi di salute, i nipoti) e di amici: primo fra tutti Euro Saltari, l’onorevole Adriano Ciaffi, Franco Clementi, Piergiorgio Pietroni, Mauro Perugini, Fabio Macedoni, Carlo Babini ed altri ancora. “Macerata è riconoscente nei confronti di questo suo grande figlio che ne ha saputo incarnare il codice più genuino.

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I figli Susanna e Fabio

La sua rappresenta una storia centrale per questa città ed un insegnamento per tutti i giovani, avendo lui indicato la strada del coraggio, la fede nel talento, il ‘viaggio’ e nello stesso tempo la conservazione delle radici che lo faceva tornare ogni volta, qui” ha affermato Carancini. A testimoniare una delle ‘ultime volte’, almeno tra quelle meglio storicizzate, un foglietto esposto all’ingresso della chiesa insieme con alcune foto di lui, scattate in quella occasione: il 27aprile 2008. “Lascio il mio cuore, il pensiero, l’amore in questo teatro Meraviglioso Don Bosco. Grazie! Silvio Spaccesi”.

La dedica di Spaccesi

La dedica di Spaccesi

L’occasione era stata la rappresentazione del ‘suo’ ‘Don Pasquale’ ed insieme la donazione dei diritti d’autore al teatro don Bosco. Insieme con Spaccesi e Saltari, nella foto, anche il vescovo Claudio Giuliodori: “una figura molto vicina a noi, ora siamo generalmente un po’ più emarginati lungo questo viale che porta il nome del santo” sospira riferendosi soprattutto all’oratorio, don Umberto Tanoni che con don Flaviano D’Ercoli ha officiato il rito funebre.

Spaccesi in uno dei più recenti spettacoli teatrali

Spaccesi in uno dei più recenti spettacoli teatrali

Un rito maceratese cui Silvio ha tenuto moltissimo, chiedendolo ad Eva espressamente nelle sue ultime volontà. Il corpo di Spaccesi, dopo la cerimonia romana il 4 giugno scorso, nella chiesa di Cristo Re alla cui ombra ha abitato per quarant’anni, è stato come noto cremato. Sono passati giorni per le varie pratiche ed oggi l’urna cineraria, arrivata a Macerata da Roma, è stata collocata nel tempio di don Bosco, ai piedi della scalinata dell’altare sovrastato dalla grande lunetta del ‘sogno dell’elefante’ dipinta da un bravo artista locale che aveva voluto come modelli, tra gli altri, proprio Silvio e il fratello Silvano – e tra tanti giovani del posto pure lo scomparso Pietro Baldoni, che sarebbe diventato il primo fotoreporter del dopoguerra maceratese. Il cappellino di ‘Forza Venite, gente’ è stato posto sull’urna cineraria che adesso troverà posto nel cimitero monumentale di Macerata nel loculo di Cesare Spaccesi ed Ada Pangrazi, i genitori. Il titolo del fortunatissimo musical francescano – le cui immagini finali sono state proiettate a conclusione della messa – sono servite a don Flaviano per un’esortazione finale: “Lui è avanti rispetto a noi, precedendoci in paradiso e ci dice così… Forza venite gente”. Una coincidenza lessicale che si riscontra anche in ‘Villa Paradiso’, il titolo della prima commedia ‘brillantissima, in tre atti’ messa in scena nel 1947 dal miglior attore e regista brillante che abbia avuto Macerata, dov’era nato 89 anni fa, e che Angelo Perugini indirizzò agli studi dell’Accademia d’arte drammatica di Roma. Perugini ed Euro Saltari sono stati i due grandi punti di riferimento dell’esistenza di Spaccesi. Commosso Euro dall’altare: “E’ stato il fratello di una vita intera. A scuola insieme, all’oratorio pure così come insieme abbiamo ricevuto gli insegnamenti al tempo dei ritiri spirituali, dal nostro ‘personalissimo’ don bosco, don Ennio Pastorboni. Ed insieme ci salvammo sotto i pini ai lati del campetto di calcio, dove stavamo giocando, quella mattina del 3 aprile 1944 quando gli alleati bombardarono Macerata. Mi mancheranno le nostre telefonate in cui lui mi comunicava successi e delusioni. Ed io ad esultare con lui e pure a criticarlo quando c’era bisogno. Ha amato, riamato, Macerata. Mi scriveva: ‘Amico del cuore’. Lo era virtualmente per tutti, visto che con la sua arte ha fatto sorridere la gente senza ricorrere a facili scorciatoie e l’ha fatta ‘pensare’ attraverso il percorso di redenzione di Pietro di Bernardone, il padre di san Francesco in Forza Venite Gente. Adesso siamo tutti qui a ricordarlo e lo faremo presto concretamente attraverso quella scuola di comicità cui teneva tanto: Macerata Ridens, così come voleva Silvio. Questa scuola porterà ora il suo nome e il ricordo del suo amore senza fine per Macerata”.

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L’amico di una vita Euro Saltari

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L’urna che contiene le ceneri di Spaccesi

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Carancini abbraccia il figlio di Spaccesi

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Carancini con la moglie di Spaccesi, Eva (prima sulla destra)

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Il sindaco con Adriana, la sorella di Silvio

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Adriano Ciaffi con i familiari

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Michela Macellari, nipote dell’attore scomparso



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