Vigili del fuoco e carabinieri all’abitazione di via Laurini
L’uscita del feretro di Andrea Santoro
di Gianluca Ginella e Monia Orazi
(foto di Lucrezia Benfatto)
Viveva per la madre Andrea Santoro, 44 anni, e quando ha scoperto che la donna, Maria Paolucci, 88, era morta, prima l’ha sistemata sul letto consegnandole fra le mani una rosario, poi si è impiccato. Un dramma familiare che si è consumato in un appartamento al primo piano di una palazzina di via Laurini 6, a Matelica, e che è stato scoperto questa mattina. Quando alle 8,30 circa la badante che assisteva l’anziana, Cristina Terri, 63 anni, argentina e residente a Matelica, è andata al lavoro. Quando ha visto che nessuno rispondeva al citofono ha chiamato i soccorsi. E’ così che i carabinieri e i vigili del fuoco di Camerino hanno scoperto quello che era accaduto.
Il corpo senza vita di Maria Paolucci professoressa di Scienze in pensione, vedova, era disteso sul letto. Sul cuscino c’era del sangue uscito da una ferita che la donna aveva alla nuca.
Il figlio Andrea è stato invece trovato impiccato nel corridoio. L’uomo si è ucciso usando una cintura che ha fissato ad una sbarra di metallo di quelle utilizzate per gli esercizi, che si trova sopra una porta. La ferita che la donna aveva alla nuca e la scena terribile che si è presentata dentro l’appartamento in un primo momento aveva fatto ipotizzare gli inquirenti che potesse trattarsi di un omicidio suicidio. Sul posto per gli accertamenti sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Camerino, della stazione di Matelica, del Reparto operativo di Macerata. Con loro anche il pm Rosanna Buccini e il medico legale.
La casa del dramma
Gli accertamenti svolti all’interno della casa hanno permesso di ricostruire il dramma per quello che davvero è stato. Alcune ore prima di quando sono stati scoperti i corpi (sarà una ispezione cadaverica fissata per venerdì a chiarire esattamente a che ora, di certo c’è che ieri mattina Santoro era stato in giro con alcuni amici) la donna ha avuto un arresto cardiaco mentre si trovava sulla carrozzina che usava per muoversi. L’anziana, che quando si è sentita male era in camera da letto, è caduta e ha battuto la testa contro un mobiletto, dove sono state trovate tracce di sangue. Il figlio ha scoperto quello che era accaduto e, compreso che la madre era morta, ha sistemato la madre sul letto (la donna è stata trovata vestita di tutto punto) e le ha messo un rosario fra le mani. Poi, senza lasciare un biglietto per spiegare il gesto, si è tolto la vita. Che fosse accaduto proprio questo e che non si fosse trattato di un omicidio suicidio erano certi gli amici di Santoro: perché l’uomo era legatissimo alla madre che, tra l’altro, ogni domenica accompagnava alla messa. Una casa, quella dove vivevano madre e figlio, ordinatissima. Una famiglia, la loro, molto riservata. La donna era vedova, il marito, Michele, era un maresciallo dei carabinieri che aveva guidato le stazioni di Montottone e di Matelica (questo negli anni 80). Oltre 20 anni fa la famiglia aveva vissuto un dramma: l’altro figlio della coppia si era tolto la vita sparandosi. Il fratello Andrea ha tragicamente ripetuto quel tragico gesto, lui però impiccandosi. Laureato in Giurisprudenza, divorziato (dal matrimonio non aveva avuto figli), fino ad alcuni anni fa Santoro aveva lavorato in una azienda, la Halley di Matelica e poi in uno studio. Dopo aver vissuto a Santa Maria Nuova di Ancona, alcuni anni fa era tornato ad abitare con la madre e vivevano con la pensione della donna.
Il corpo di Maria Paolucci mentre viene portato fuori dalla palazzina dove viveva con il figlio
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Poverini! Rip
Legato così fortemente alla mamma nella vita che ha voluto seguirla nell’aldilà. Spero che possa incontrala. Ma lascia veramente l’amaro in bocca e la constatazione che un senso di perdita forte ti leva la voglia di vivere.
C’era però una storia che Céleste non sapeva spiegarsi, un episodio riguardante il rosario proveniente da Gerusalemme che Proust aveva ricevuto in regalo da un’amica: «Mi aveva parlato di quel rosario. “Vede, Céleste, sulla croce c’è inciso ‘Jerusalem’. Come avrei voluto andarci! Ma ho questo rosario a cui sono molto affezionato. E sa, Céleste, un giorno lei mi chiuderà gli occhi […]. E, dopo, desidero che mi avvolga questo rosario intorno alle dita. Me lo prometta, Céleste”[…]. Me l’ha ripetuto non so quante volte, in quegli otto anni».
Si sa che poi, nella concitazione e nel dolore di quel 18 novembre di novant’anni fa, la domestica dimenticò di esaudire la richiesta del romanziere.
Per me questa storia è l’ennesima prova che a volte la nostra vita finisce molto prima di morire. E’ di una tristezza sconfinata.
Par le petit garçon qui meurt près de sa mère
Tandis que des enfants s’amusent au parterre
Et par l’oiseau blessé qui ne sait pas comment
Son aile tout à coup s’ensanglante et descend
Par la soif et la faim et le délire ardent
Je vous salue, Marie.
Par les gosses battus, par l’ivrogne qui rentre
Par l’âne qui reçoit des coups de pied au ventre
Et par l’humiliation de l’innocent châtié
Par la vierge vendue qu’on a déshabillée
Par le fils dont la mère a été insultée
Je vous salue, Marie.
Par la vieille qui, trébuchant sous trop de poids
S’écrie: ” Mon Dieu ! ” par le malheureux dont les bras
Ne purent s’appuyer sur une amour humaine
Comme la Croix du Fils sur Simon de Cyrène
Par le cheval tombé sous le chariot qu’il traîne
Je vous salue, Marie.
Par les quatre horizons qui crucifient le monde
Par tous ceux dont la chair se déchire ou succombe
Par ceux qui sont sans pieds, par ceux qui sont sans mains
Par le malade que l’on opère et qui geint
Et par le juste mis au rang des assassins
Je vous salue, Marie.