di Monia Orazi
Rientra l’allarme sulle emissioni fuori norma della centrale a biogas a Matelica, in località Pezze. Il sopralluogo effettuato dall’Arpam lo scorso 5 agosto aveva registrato emissioni oltre il limite concesso, misurate in milligrammi al normal metro cubo, che descrive il volume dei gas, in condizioni di atmosfera e pressione normale. Sette mesi fa i valori erano per gli ossidi di azoto 561,3 (valore limite 500) mentre per il Cot (carbonio organico totale) pari a 2359,6 (valore limite 150). Le analisi dell’Arpam consegnate oggi al Comune fanno rilevare valori entro la norma con il Cot inferiore addirittura a 20 e gli ossidi di azoto inferiori al valore di 500. Merito del post-combustore installato dall’aziend Abr, proprietaria della centrale, a seguito della rilevazione dell’Arpam sull’assenza del post-combustore, previsto nell’autorizzazione unica regionale del 2012. Su richiesta del Comune la Regione aveva inviato una diffida all’Abr, per l’acquisto del post-combustore, per un costo pari a circa 150 mila euro, poi su richiesta del procuratore capo Giovanni Giorgio della procura di Macerata, era stato disposto il sequestro della centrale lo scorso novembre, con decreto del giudice per le indagini preliminari Domenico Potetti, motivato con le emissioni oltre i livelli di legge e la mancanza del post-combustore. A dicembre l’Abr ha installato il post-combustore e a febbraio l’autorità giudiziaria ha disposto il dissequestro della centrale. “È un ottimo risultato. Ci siamo adoperati e ci adopereremo in tutti i modi con monitoraggi costanti, per contenere gli effetti negativi della centrale – commenta l’amministrazione comunale in una nota – la cui presenza per nulla è stata osteggiata dalla precedente amministrazione, anzi vista come un incentivo economico all’agricoltura locale”. Per l’amministrazione comunale il post-combustore ha abbattuto il livello delle emissioni inquinanti in atmosfera: “È il risultato dell’impegno dell’attuale amministrazione, che ha rilevato l’inadempienza della prescrizione ad installare il post-combustore”. La maggioranza che governa il Comune si è rivolta a Regione e Provincia, all’Abr, chiedendo alla Regione di diffidare l’azienda come poi accaduto. “Il sequestro imposto dalla procura di Macerata ha costituito la punta dell’iceberg del nostro lavoro – conclude la nota comunale – che ha scaturito la decisione finale dell’azienda”.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Personalmente la vedo un tantino dura da credere che, grazie ad un post-combustore, si possa riuscire ad abbassare i COT fino ai valori indicati nell’articolo e che addirittura riesca non solo ad eliminare il metano incombusto che viene emesso ma addirittura ad abbassare i valori di altri composti organici non attinenti al metano. Inoltre i miei dubbi sull’attendibilità dell’articolo sono supportati anche dal fatto che nello stesso si dichiara che, oltre ada abbattere i COT, il post-combustore riuscirebbe anche ad abbattere le emissioni di NOx (ossidi di azoto), quando in realtà è notoriamente risaputo che i pos-combustori non hanno alcun effetto su quest’ultimi…