Francesca D’Alessandro, Fabrizio Nascimbeni e Anna Menghi presentano i moduli con le firme raccolte per la tutela dell’ospedale
di Claudio Ricci
Più di 6mila firme raccolte sul territorio e 311 con la petizione online . Procede a gonfie vele la campagna promossa dai gruppi consiliari Macerata è nel Cuore, Comitato Anna Menghi, Lista Ballesi per salvare l’ospedale del capoluogo. «L’idea lanciata poco più di un mese fa (leggi l’articolo) ha ottenuto molto successo non solo a Macerata – dice Fabrizio Nascimbeni – ma su tutto il territorio. La raccolta firme è andata oltre le nostre aspettative e sono stati gli stessi cittadini a darsi da fare per raccogliere adesioni. Ad un mese l’attenzione non è scemata, tutt’altro.
Ora non parliamo più di mantenimento ma di potenziamento del nostro ospedale». Un’ operazione di sensibilizzazione che alla luce dell’interesse mostrato da cittadini di tutta la provincia ha convinto gli esponenti delle civiche ad organizzare un’assemblea aperta a cittadini e operatori sanitari, il 4 dicembre alle 21 nei locali dell’ex Mattatoio, a Macerata. « Oculistica è solo la punta dell’iceberg – sferza Anna Menghi – ora dobbiamo concentrarci sulle altre criticità della riforma sanitaria. Soprattutto in concomitanza con le elezioni regionali, dove la voce sanità occuperà gran parte della campagna elettorale data l’importanza del capitolo nel bilancio della regione».
Singolare il fatto che molte firme siano state raccolte nei territori di San Severino e Civitanova, proprio dove i primi cittadini hanno difeso a spada tratta i nosocomi locali contro l’accentramento maceratese. «Quando i cittadini si attivano la politica risponde – apostrofa Francesca D’Alessandro di Macerata è nel Cuore – Non è un caso che il trasferimento dell’unità chirurgica di oculistica atteso per anni (leggi l’articolo) arrivi solo dopo l’avvio della nostra petizione. Questo dimostra che la politica è azione ed è questa la buona politica che intendiamo portare avanti». Un’ultima battuta poi sui premi di produzione riservati ai dirigenti regionali dell’Asur, su cui già il vice coordinatore di Fi Barbara Cacciolari si è espressa in maniera fortemente critica (leggi l’articolo). «Quando in una famiglia si tira la cinghia – sottolinea Menghi – occorre che tutti tirino la cinghia. I dipendenti della sanità sono anche disposti a rinunciare a qualcosa nell’ottica dell’ottimizzazione ma è giusto che anche i vertici facciano la propria parte rinunciando a premi che rispondono solo ad una mera logica aziendale».
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Ottimo. Talmente ottimo che vorrei chiedere: chi sarà il candidato sindaco, tra voi quattro?
@ davoli. Certamente non la tua Pantecana. “Sei così ipocrita, che come l’ipocrisia ti avrà ucciso, sarai all’inferno, e ti crederai in paradiso”.
Certo che dopo si fanno figure tapine. Corvatta, per cui i Civitanovesi non nutrono certo simpatie per il suo melmoso operato che si permette di dare consigli fuori dalle mura, come pretende di essere almeno ascoltato? In Italia, uso della macchina della verità obbligatoria, prima, durante e dopo il mandato elettorale.
campagna elettorale sulla pelle dei cittadini di tutta la provincia
non volete salvare l’ospedale di macerata, ma solo garantirvi la poltrona alle prossime elezioni
Considerato il servizio che offre, visto tutto lo spreco aggravate con appropriazioni indebite di denaro pubblico, accertato che la sua funzione è diventato mezzo di rapide carriere, farei una raccolta firme per farlo chiudere.
Caro Paccio,
mi complimento per la citazione da Pasolini. Ma sai com’è, ipocrisia per ipocrisia io mi firmo con nome e cognome. Tu?
Dimenticavo una domanda, Paccio: chi mi consigli di votare, alle Regionali? Perché voteremo pure quelle…
Augurando sinceramente tanta buona salute a chi mostra totale indifferenza riguardo al futuro dell’ospedale di Macerata e a chi vorrebbe la sua chiusura, mi complimento con le liste civiche per il risultato ottenuto, sintomo che alcune questioni scuotono ancora le coscienze dei Maceratesi, generalmente lamentosi e disfattisti.
Del resto, è sciocco pensare che si tratti di una mossa principalmente a scopo elettorale, essendo la sanità materia di competenza regionale (dunque la responsabilità di Carancini sarebbe stata relativa, stavolta).