Sotto l’Abbazia di San Claudio ci sono una cavità e un ossario. A renderlo noto Domenico Antognozzi, responsabile dell’Ufficio IRIAE (International Research Institute for Archaeology and Ethnology) Marche. Antognozzi, coautore con don Giovanni Carnevale del libro “La vita di Carlo Magno imperatore nella Francia Picena” e membro del Centro studi San Claudio, è stato in prima linea nelle operazioni di carotaggio effettuate all’interno dell’Abbazia (leggi l’articolo). In un comunicato stampa ripercorre le operazioni effettuate e i risultati ottenuti.
«Dal 17 al 19 settembre si sono svolte le indagini con telecamera/sonda nella Chiesa di San Claudio al Chienti al fine di verificare i target individuati dalle operazioni con GeoRadar effettuate nel 2011 dal Centro Studi San Claudio al Chienti. Le indagini sono state realizzate grazie alla nascente collaborazione tra il Centro Studi e l’International Research Institute for Archaeology and Ethnology (Iriae) che si è offerta di realizzare tali controlli attraverso l’utilizzo della telecamera/sonda messa a disposizione da uno dei suoi principali collaboratori, “La Macchina Del Tempo”. I risultati delle indagini hanno identificato un’area ipogea, la cui funzione nel passato è ancora ignota, oggi riempita da terra incoerente ed un ossario all’interno della chiesa stessa.
Le indagini per cui si è ottenuta l’autorizzazione della Soprintendenza non sono sufficienti a comprendere la funzione o la datazione di tali target ma di certo lanciano lo spunto per ulteriori approfondimenti futuri».
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Si capisce che se ti autorizzano a fare solo un carotaggio tutt’al più puoi trovare i carotingi, per i carolingi ci vorrebbe un carolaggio.
Dell’ossario che si trova al posto della mummia già si sapeva. Ignoravamo la scoperta di “terra incoerente” che riempie un’area ipogea…E Carlo Magno che fine ha fatto ?
Vabbè ….dopo venti anni di sproloqui, il centro studi degli allegri ciarlatani ha finalmente scoperto, con sapientissimi carotaggi spacciati per scavi archeologici, che sotto la chiesa di San Claudio al Chienti c’è un ossario. Mi sembra già una gran bella novità, di quelle che si sapevano almeno almeno dall’editto di Saint Cloud (1803, se non sbaglio) esteso anche all’ Italia sotto il regno napoleonico. Un po’ di dignità per favore! Mi riferisco, soprattutto, alla dignità degli illustrissimi sponsors di questa illustrissima “sola”. Ma ci facciano il piacere …..
Ma che volete che ne sappiamo dell’editto di Saint Cloud, alle medie mica c’hanno mai detto di quella discussione con Ippolito Pindemonte che probabilmente ispirò Ugo Foscolo a comporre il carme Dei Sepolcri.
Volevo solo dire che quell’editto napoleonico, per altro di grande civiltà, vietò i cimiteri sotto le chiese ed inaugurò la pratica dei cimiteri suburbani, come ancora oggi. Quindi i carotatori di San Claudio evitino, per favore, di spacciare come grande scoperta che sotto quella chiesa ci siano stati ossari (certo che ci sono ancora!) dal XIII al XVIII Sec. Quei carotatori di San Claudio tornino a scuola!
La verità è che tutta la teoria di don Carnevale è un’allucinazione intellettuale senza alcun fondamento storico, condivisa in buona fede da alcuni e cavalcata da altri per piccoli interessi localistici e personali. Lì sotto (così come a San Ginesio) non troveranno mai nulla di riconducibile ai Carolingi e tanto meno a Carlo Magno. Sapete come andrà a finire ? Che ci sarà un periodo di silenzio, poi uscirà un nuovo libro, si farà qualche altra analisi del terreno che porterà inevitabilmente a dichiarare “occorrono altri approfondimenti futuri”. Ad libitum, almeno finché il ridicolo non diventerà talmente evidente che allora, forse, tutta questa storia avrà fine.
Ultimatum a Carlo Magno: lo sappiamo che sei lì, esci fuori con le mani in alto prima che ci si faccia autorizzare un caterpillaraggio e ti si venga a stanare con le ruspe!
@Andreoli.Ritengo che il livello di ridicolo raggiunto sia sufficiente ad imporre
alla Soprintendenza,al Vescovo di Fermo,all’assessore Marcolini ed al sindaco di Corridonia di provvedere alla rimozione di quella lapide che tanto perentoriamente attesta
la presenza del corpo di Carlo Magno in quel sito,che certamente non può sopportarne un’ulteriore presenza.
Quanto alla sua ipotesi di altre successive pubblicazioni e susseguenti ricerche,mi permetto di dissentire:non credo che ci sia ancora qualcuno che in buona fede posso solamente pensare di sostenere la teoria che ha portato ai poveri
risultati che abbiamo recentemente conosciuto……..Perseverare diabolicum !
Ps.mi pare di ricordare(e se sbaglio ne chiedo scusa)che la Regione abbia a suo tempo concesso un contributo di 20000 dei nostri euro per questa iniziativa.
Caro Filippo, non sapevo di questo contributo della Regione. Se fosse vero – tutto da verificare naturalmente – saremmo in presenza di una vera e propria truffa ai danni dei contribuenti, sia da parte di chi i fondi li ha chiesti che, ancora più grave, di chi li ha concessi.
In quanto alla lapide, VA TOLTA! E’ una vera e propria TRUFFA!
Filippo, sulla pervicacia e sulla capacità di ribaltamento della frittata dei “predatori dell’Aquisgrana ritrovata” non ho dubbi. Don Carnevale si inventerà qualche altra storia connessa a questa centrale (es. le tombe di Pipino e Berta a San Ginesio di qualche anno fa) e i suoi coreuti risuoneranno presto la grancassa, organizzeranno un altro convegno, magari un nuovo libro. Magari con la gentile presenza delle autorità locali ( i cui interventi sono solitamente di un burocratese acritico spaventoso).
Quella lapide invece la lascerei intatta, può essere interessante osservare le reazioni di chi passa di lì e la legge. Con l’ausilio di una candid camera potrebbe uscirne fuori un’omaggio, in occasione del cinquantenario della prima messa in onda, della celebre trasmissione “Specchio segreto” di Nanni Loy. (http://it.wikipedia.org/wiki/Specchio_segreto)
Se si informassero le autorità tedesche (il municipio di Aachen in primis), nonché il Ministero dei beni Culturali (Franceschini) scoppierebbe un putiferio diplomatico…Ma io mi domando e dico: perché non coinvolgere gente come Cardini, D’Averio, Sgarbi, Eco per una teoria/scoperta tanto sensazionale invece di cantarsela e suonarsela all’interno della solita conventicola locale ? Non saranno certo due sconosciuti signori (un archeologo e uno speleologo di Napoli) ed una giovane stagista antropologa (cosa c’entri poi l’antropologia in questa questione lo sanno solo loro) a dare dignità ad una storia tanto sconclusionata.
Amaramente e sommessamente anch’io credo che quella lapide debba essere tolta da lì. Per rispetto innanzitutto del luogo sacro in cui è stata apposta il 28 Gennaio 2014. Quell’iscrizione dice cosa non vera o comunque non provata.
Aggiungo su quella fantasiosa (eufemismo … eh!) lapide nella chiesa di San Claudio al Chienti: il testo in latino -mi si dice- è tratto dalla “Vita et gesta Caroli Magni” di Eginardo (architetto e funzionario di Carlo, vissuto tra il 775 e l’ 840) che tutto, evidentemente, aveva in mente tranne che l’imperatore potesse essere sepolto in una abbazia campestre dell’italico Piceno. La quale abbazia, da quanto si sa finora, venne costruita qualche secolo dopo la morte di Carlo ed Eginardo; dico qualche secolo dopo e non qualche anno … Se così è, si tratta, secondo me, di un plateale imbroglio.
Hai ragione Alfredo. Se poi uno si leggesse Eginardo si renderebbe conto delle baggianate logistiche che don Carnevale fa passare per “grande scoperta”. Una tra tutte: ti sembra logico che Carlo Magno partisse dalla Val di Chienti per andare a caccia nelle foreste dei Vosgi e delle Ardenne (1500 km da Macerata, ci volevano mesi a cavallo) a cui accenna ripetutamente Eginardo ? La verità è che nessuno dei suoi coreuti si preso la briga di leggere Vita et Gesta Karoli Magni e che quelli in buona fede (non molti per la verità) hanno una venerazione che ha del patetico per questo anziano docente salesiano (di cui molti sono ex alunni). In definitiva: una ridicola storia di paese, niente più.
Hai ragione Alfredo. Se poi uno si leggesse Eginardo si renderebbe conto delle baggianate che don Carnevale fa passare per “grande scoperta”. A cominciare da quelle realtive alla logistica. Una tra tutte: ti sembra logico che Carlo Magno partisse dalla Val di Chienti per andare a caccia nelle foreste dei Vosgi e delle Ardenne (1500 km da Macerata, ci volevano mesi a cavallo) a cui accenna ripetutamente Eginardo ? La verità è che nessuno dei suoi coreuti si preso la briga di leggere Vita et Gesta Karoli Magni e che quelli in buona fede (non molti per la verità) hanno una venerazione che ha del patologico per questo anziano docente salesiano (di cui molti sono ex alunni). In definitiva: una risibile – e per qualche verso patetica – storia di paese, niente di più.
@Andreoli.Il finanziamento della regione Marche risulta dalla relazione del centro studi sulla riunione del 5 giugno 2014 e pubblicata da Cronache maceratesi il giorno successivo.Vada a leggerla e rifletta sulla superficialità con la quale si dilapidano i NOSTRI euro……..
Augusto, anche io sono stato alunno di don Giovanni al liceo dei salesiani nel 1965-66 (storia dell’arte) e nel 1967-68 (italiano). Ne ho un felice ricordo di insegnante estroso e tutt’altro che disinformato, un po’ istrionico … sì. Ciò non mi esime, oggi (non esime neppure tanti altri ex-alunni salesiani che conosco), dal notare, tra spasso ed amarezza, la sua fantastorica ubicazione a San Claudio al Chienti della cappella e addirittura della Schola palatina (con la felice invenzione della “minuscola carolina”!!!). Oltre alle amenità (eufemismo …eh!) portate a sostegno della tesi, che riferisci tu, ne riferisco fuggevolmente anche io alcune che mi hanno fatto sobbalzare: 1) il vescovo carolingio di Torino che va a combattere i saraceni evidentemente sulle coste liguri, diventa il vescovo carolingio di Pievetorina (MC) che va a combattere sulla costa adriatica; 2) il vescovo di Porto (diocesi suburbicaria di Roma tuttora esistente) incaricato dal papa di rafforzare le difese della foce del Tevere, diventa il vescovo del Porto di Civitanova incaricato di arginare la foce del Chienti. Debbo andare avanti? Solo per riferire di una grossolana manipolazione dell’epigrafe funeraria, nelle grotte vaticane, di papa Gregorio V (Brunone di Carinzia, nato a Worms nel 972 circa e morto a Roma il 18 febbraio 999, fratello dell’imperatore Ottone III): Gregorio V, così, sarebbe nato non in “vuangia” urbe (Worms), ma in “sua regia” urbe, cioè nella nuova Roma picena. E via c….ggiando ………….
Alfredo, condivido al 200% quello che scrivi e sono contento di sapere che, pur con la simpatia umana che degli ex alunni possono provare per un loro anziano e valido docente, il senso critico rimane vigile in molti di loro. A proposito della manipolazione dell’epigrafe funeraria di cui parli, a suo tempo avevo anche scritto a don Carnevale – via il Dr Alvise Manni – proprio perché la sua interpretazione era talmente ridicola che mi era sorto persino il dubbio sulla buona fede dello stesso. Scrivevo:
Poi un’ultima cosa: puoi dire a don Carnevale che l’arcano di cui parla a proposito dell’epitaffio sulla tomba di Papa Gregorio V:
“Vuangia doctus in Urbe, in realtà fu
allevato ed educato in Val di Chienti. Perché allora il
termine VUANGIA sulla lapide? Si offre una soluzione
che sembra plausibile. Se si sostituisce la V di
VUANGIA con S e la N con RE, e lo spazio
disponibile sulla lapide lo consente, si ottiene SUA
REGIA DOCTUS IN URBE, ove la Regia Urbs non
può che essere la Roma picena “
è molto meno arcano di quanto lui pensi e che la sua “plausibile” soluzione non sta in piedi: V(u)angia è l’attuale Worms, allora chiamata Augusta Vangiorum (dal nome della tribù germanica dei Vangioni) che è appunto la città dove il papa, figlio di Ottone, fu educato.
Ho da poco scoperto che l’armata brancaleone dei Carolingi nostrani ha presentato questa favola in salsa picena addirittura al TTG di Rimini:
http://centrostudisanclaudioalchienti.blogspot.it/2014/10/al-ttg-di-rimini-e-stata-presentata-ai.html
L’opuscolo che si vede recita: “Marche Tour ti guida nei luoghi dove visse Carlo Magno”…
Che la Regione Marche avalli ufficialmente una bufala del genere ha dell’incredibile! Questa è una vera e propria truffa ai danni dei turisti.
17/12/2014
La lapide non ė ancora stata rimossa?
Non ho avuto occasione recentemente di recarmi a San Claudio e voglio sperare che qualcuno abbia provveduto a toglierla.