Urbisaglia liberata settant’anni fa
Venerdì il ricordo di quei giorni

I cittadini sono invitati in piazza Garibaldi. Domenica 29 giugno verrà eseguito il Requiem di Rutter in suffragio di tutte le vittime

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Monumento in memoria dei Caduti

Monumento in memoria dei Caduti ad Urbisaglia

Urbisaglia celebrerà venerdì prossimo il settantesimo anniversario della Liberazione dal Nazifascismo. I cittadini sono invitati a portare la propria cena da casa e a consumarla insieme a tutti in piazza Garibaldi alle 20.
Urbisaglia venne liberata nel pomeriggio del 20 giugno 1944 dai partigiani della banda Nicolò, comandata da Augusto Pantanetti (Urbisaglia 1915-Macerata 1999), partigiano medaglia d’argento al Valor militare.
La sera di quel giorno i partigiani vennero raggiunti dalle avanguardie del Corpo Italiano di Liberazione (Cil) appartenenti alla 184ª Divisione paracadutisti “Nembo” e insieme sistemarono la loro base nell’Asilo Giannelli a Urbisaglia. La banda Nicolò e i paracadutisti della “Nembo” infatti si trovarono a dover evitare l’accerchiamento nemico che ancora presidiava Tolentino e che aveva attestato la propria linea di difesa lungo il fiume Chienti.
Urbisaglia venne improvvisamente a trovarsi sulla linea del fronte. Le colline che dividono la valle del Fiastra da quella del Chienti divennero il luogo di continui scontri con il nemico e di tragici episodi di violenza contro la popolazione civile. Molti furono gli sfollati che trovarono rifugio presso parenti e amici a Mogliano, Petriolo e Loro Piceno.
Il 22 giugno vennero fucilati dai tedeschi i fratelli Virgilio e Ubaldo Bartolazzi, insieme a Federico Tesei di Pollenza. Il 25 giugno Nazareno Minnozzi, uno dei mezzadri dei Bandini, venne colpito da una raffica di mitraglia mentre era sui campi a mietere il grano.
Il 26 giugno i paracadutisti della Nembo tentarono un attacco contro i tedeschi dalla collina fra l’Abbadia di Fiastra e il fiume Chienti. L’attacco, sferrato in pieno giorno e su un terreno che non offriva agli attaccanti alcuna possibilità di riparo, fu una sconfitta e causò nove morti e 25 feriti fra i militari della Nembo. La vista dei feriti e dei morti che furono portati in un primo momento all’Abbadia di Fiastra commossero la popolazione di Urbisaglia che toccava con mano gli orrori della guerra.
I tedeschi, dalle loro postazioni sulle colline fra il Fiastra e il Chienti, continuano a tenere sotto tiro Urbisaglia e il 28 giugno venne colpito, senza danni apprezzabili, l’Asilo Giannelli. Dalla parte opposta del paese invece, un proiettile di artiglieria ferì il partigiano Alberto Bassetti, del Gruppo Nicolò, un anconetano di appena diciassette anni. Alberto spirò all’ospedale di Sarnano dopo quasi venti giorni di sofferenza. In quello stesso giorno, durante un rastrellamento tedesco nei pressi del Castello della Rancia, venne uccisa Elvira Vissani con un colpo di pistola alla nuca.
Il 29 giugno i tedeschi iniziarono un violento e prolungato fuoco di artiglieria sul territorio di Urbisaglia per tenere a distanza le truppe avversarie: nella notte infatti ripresero la loro ritirata, abbandonando la linea difensiva appoggiata al Chienti e le città di Tolentino, Pollenza e Macerata che, il giorno 30, accolse in festa i partigiani del gruppo Nicolò, i paracadutisti della Nembo e le avanguardie del II Corpo d’armata polacco.
“Per celebrare il Settantesimo della Liberazione dal Nazifascismo abbiamo attivato diversi progetti – spiega Giovanna Salvucci, presidente della sezione Anpi di Urbisaglia – . Oltre alla cena che si terrà venerdì sera, abbiamo distribuito alla cittadinanza due piccole pubblicazioni nelle quali abbiamo cercato di ricostruire i fatti precedenti e successivi alla Liberazione. Domenica 29 giugno inoltre, alle ore 21 nel castello della Rancia e in collaborazione con l’Anpi di Tolentino, verrà eseguito il Requiem di John Rutter in suffragio di tutte le vittime della Liberazione”.



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