di Gabriele Censi
Un partito in jeans e al femminile, così si presenta il Pd del nuovo corso renziano. Per le elezioni Europee la capolista della circoscrizione Italia centrale Simona Bonafè e la candidata marchigiana Manuela Bora hanno iniziato oggi il primo dei tre giorni programmati di campagna nelle Marche con la visita all’azienda calzaturiera Fabi. Poi il programma è proseguito con incontri con le organizzazioni del settore produttivo e del lavoro.Tra oggi e domani a Potenza Picena, Porto Recanati, Marina di Altidona, Ascoli, San Benedetto e Maiolati. La Bonafè tornerà poi nelle Marche il 17 maggio per un tour pesarese.
Il programma è stato esposto dal segretario regionale Francesco Comi che ha accompagnato le due candidate e ha dato appuntamento questa mattina all’hotel Grassetti di Corridonia a tutti i dirigenti del partito. “Abbiamo intenzione di lavorare seriamente su queste candidature e ci saranno assemblee con i circoli in tutte e 5 le province – dice Comi – . Una campagna sobria che si baserà sul rapporto diretto con gli iscritti, gli amministratori e con il mondo del lavoro, abbiamo una occasione straordinaria e fondamentale con la presidenza del semestre europeo. Non solo di prestigio ma per le tante risorse che si possono mettere in campo, 376 miliardi di euro per le politiche della coesione, 200 per la Pac, 80 per l’innovazione e la ricerca, 16 per la scuola, anche le Marche vogliono esserci con il ruolo assunto nella macroregione adriatico-ionica”.
“Donne di esperienza e con una storia politica”, così le definisce Comi le due giovani candidate, che arrivano puntuali all’appuntamento, precedendo molti dei dirigenti locali. Alla fine però la sala si riempie e mancano solo i pesaresi . “Ci dicono in un sms che stanno lavorando per Bonafè-Bora”, li giustifica Comi.
“Ci giochiamo una grossa partita – dice subito la deputata Simona Bonafè – mandare una nuova classe dirigente in Europa e non politici a fine carriera. La scelta femminile è una sfida culturale prima che di genere. Nel nuovo Parlamento europeo deve vincere la sinistra che si contrappone al rigore della Merkel e rende questa Ue percepita come un limite e non un’opportunità. Veniamo dalla visita ad un calzaturificio, non a caso, perché la battaglia per il made in Italy e per la tutela dei marchi è centrale. La lotta alla contraffazione vale 7 miliardi di euro. Un altro tema che tocca profondamente questo territorio è l’economia del mare. Vogliamo fare una campagna tra la gente per capire quali sono i problemi e non cavalcare solo il malessere sociale come fa il M5s. Io sarò qui anche dopo il 26 maggio”.
Manuela Bora, la candidata marchigiana sottolinea con orgoglio di essere la più giovane candidata del collegio: “Un segno di come il Pd dell’Europa investe sui giovani. Mi farò portavoce dei problemi della mia generazione, in particolare del tema della disoccupazione giovanile. L’Europa ci offre diverse opportunità, uno tra tutti il programma Youth Guarantee (Garanzia Giovani), la risposta europea alla crisi dell’occupazione giovanile, rivolto ai giovani tra i 15 e 29 anni che non studiano, non lavorano e non sono impegnati in nessun percorso formativo, i cosiddetti “Neet”. Impariamo a sfruttare al meglio queste opportunità.”
Poi intervengono i segretari provinciali che evidenziano gli umori della base.”L’Europa non è lontana per i giovani che si muovono molto per formazione e lavoro – dice Teresa Lambertucci (Pd Macerata) – Le richieste degli amministratori locali sono di poter accedere ai fondi comunitari con strumenti adeguati”.
Francesco Comi fissa anche l’obiettivo numerico per il 25 maggio, giorno unico di votazioni (dalle 7 alle 23): “Vogliamo raggiungere il 30%, ci sono tre preferenze da usare le prime due sono qui, per la terza, al maschile, fate liberamente”. Una campagna veloce in linea con il nuovo corso renziano e con un principale antagonista che echeggia in tutti gli interventi, il Movimento 5 Stelle.
Chiude il segretario regionale dei Giovani Democratici Roberto Tesei che punta l’attenzione su quella metà dell’elettorato che si dichiara incerto o che vuole astenersi. Tesei incita il partito a riappropriarsi delle piazze. Una tendenza da invertire visti i proclami di ieri nella storica piazza romana di San Giovanni per il “concertone” del primo maggio, che anche quest’anno ospiterà la chiusura della campagna elettorale di Beppe Grillo.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Trovo di cattivissimo gusto da parte di una candidata alle europee, visitare con tanto di corte al seguito una sola azienda locale, quando il nostro tessuto produttivo vanta molte eccellenze imprenditoriali, è come voler mortificare il restante settore artigianale ed industriale che tanto stanno facendo soprattutto in questo periodo non proprio felice, dovrebbe far riflettere la metodologia utilizzata da quest’area politica nel fare campagna elettorale !!!!!!
Veramente a me, cittadino elettore, pare di cattivissimo gusto che la coordinatrice di una forza politica faccia simili considerazioni sulle iniziative elettorali di un partito avverso anzichè dire cosa di buono la sua parte propone. Lei avrebbe battuto tutte le zone industriali e commerciali, porta a porta? Su allora, si dia da fare!!!!
Condivido in toto quanto scritto da Gabri, anche io trovo di cattivissimo gusto il commento (più che altro vuoto di contenuto). Lei sig.ra Polidori quante aziende e attività commerciali ha visitato ? Si dia da fare invece di fare sterili critiche
Poveri jeans.
E’ inutile che questi del P.D. Partito Democristiano chiacchierino. Ormai, a sinistra si voterà Tsipras. A Destra Fratelli d’Italia e Lega. Oltre a M5S, contro tutti. L’inganno è finito, perchè invece di Civati state seguendo il pifferaio magiro Renzi: il niente del niente. I Compagni non ci cascano più.
Il PD si dimentica sempre di dire che sono 20 anni che questa classe dirigente è al comando, con risultati a dir poco disastrosi.
Dite che siete attaccati al potere, dite che volete campare (molto) meglio degli altri e basta, sarete molto più credibili.
Sì, le parole son belle, ma in concreto avete una pallida idea di come fare ?
A mio avviso, per esempio, dovremmo sostituire l’IVA (Imposta sul Valore Aggiunto) con una tassa che io ho battezzato IISA (Imposta sull’Impatto Socio-Ambientale)… in questo modo uno stesso prodotto costerebbe di più se inquinante e/o prodotto non rispettando i diritti umani e/o in base alla distanza del luogo di produzione dal punto vendita.
Ma i nostri politici avranno mai il coraggio di fare queste scelte ?
Io credo che l’unica soluzione per adottare cambiamenti così radicali sarebbe quella di far decidere i cittadini.