“A Macerata il Pd è un partito grande ma è l’esatto contrario di un grande partito. Tanta quantità ma poca, pochissima qualità. Il coraggio di fare scelte , assumersi responsabilità e connotarsi come apripista rispetto a certe decisioni forse scomode ma sicuramente innovative, sono queste le qualità oggi drammaticamente assenti in molti esponenti di quel calderone. Oggi il Pd maceratese ha più che mai bisogno di esperienza e di quella saggezza e intelligenza politica che in passato hanno avuto autorevoli esponenti della Dc e del Pci, le sue due principali componenti. Tali radici sono state dimenticate e accantonate in nome di qualcosa di indefinito e indefinibile. Un partito che non è in grado di fare una sintesi tra le diverse posizioni della sua stessa maggioranza può anche avere tanti voti ed essere grande ma resta una piccola e ottusa realtà”.
Questi severissimi giudizi – politici, morali, perfino storici – sono stati recentemente espressi da Alessandro Savi (leggi l’articolo), consigliere comunale eletto nelle file di Italia dei Valori e attualmente, dopo il tramonto di Antonio Di Pietro, passato al Centro Democratico, una neoformazione che in teoria continua a figurare nel centrosinistra, cioè nella coalizione che, sempre in teoria, sostiene l’amministrazione in carica. Parole dure e indignate, le sue. E parole nelle quali sarebbe sciocco negare che ci sia del vero, come dimostrano le annose vicende del Pd nazionale, dove fin dalla sua fondazione, avvenuta nel 2007, ci si usa vantare (sic!) di essere a tal punto democratici (sic!) da dividersi in continui dissensi fra poco conciliabili posizioni ideologiche, strategiche e di governo, salvo poi reagire con sdegno (sic!) se qualcuno sospetta che il Pd non sia un vero partito ma una fragile alleanza tra partiti diversi. La qual cosa non può non riflettersi in sede locale, dove oltretutto pesano da anni le tormentate vicende dell’urbanistica , sia all’interno del Pd coi nostalgici delle vecchie giunte Meschini che l’hanno pensate tutte pur di creare problemi alla nuova giunta Carancini sia nel composito schieramento di maggioranza, che fra l’altro, proprio in commissione urbanistica, aveva visto il paradosso di Comunisti Italiani comportarsi quasi da sostenitori delle teorie ultraliberiste di Reagan e della Thatcher. Si dirà che l’altra sera la maggioranza, a partire dal Pd, è stata straordinariamente compatta nell’approvare il bilancio del 2014. Mosca bianca o mutamento di clima? Staremo a vedere.
C ‘è del vero, dunque, nelle parole di Savi. Ma le ragioni che le hanno provocate giustificano a mio avviso un minimo di sbigottimento per lo sproporzione fra quei radicali giudizi politici, culturali o addirittura storici e i fatti che l’hanno spinto ad esternarli. Primo fatto: il rifiuto del consiglio comunale di discutere una sua mozione per istituire nel quartiere di Santa Croce un’area destinata al libero “passeggio dei cani”. Secondo fatto: la bocciatura, in consiglio, di un suo ordine del giorno per limitare a una sola presenza annuale i circhi equestri che esibiscono animali. E’ dunque lecito supporre che se il consiglio e in particolare il Pd fossero stati favorevoli a entrambe queste iniziative – sì allo “sguinzagliamento” dei cani, no agli animali nei circhi – quei severissimi giudizi politici, culturali o financo storici non sarebbero stati pronunciati.
Merita rispetto, intendiamoci, l’afflato “animalista” di Alessandro Savi (cui dà ora un decisivo contributo ideologico, tratto dal pensiero filosofico di Dudù, l’appello di Berlusconi a far sì che i club “Forza Silvio!” propugnino l’adozione di cani e di gatti), ma temo che col considerarlo un valore fondante (e, a suo parere, tradito) della natura originaria del Pd rientri pure lui nel disorientamento, nella confusione e nel frazionismo che tanti problemi hanno creato anche nella gestione amministrativa della città. “Est modus in rebus”, dicevano gli antichi: dovrà pur esserci una misura in tutte le cose. Una misura che in questo caso è andata a farsi friggere.
E’ stato soltanto un rabbioso, momentaneo e comprensibile sfogo personale? Sì, in parte. Ma sia pure indirettamente ci si nasconde il virus di una sopravvalutazione dei poteri del consiglio e dei consiglieri, alcuni dei quali, continuando a ritenere che l’esecutivo comunale – sindaco e giunta – si chiami così in quanto dovrebbe “eseguire” sempre e comunque la volontà del consiglio, fingono di ignorare che da oltre vent’anni i sindaci non sono più nominati, come una volta, da maggioranze consiliari, ma vengono eletti direttamente dai cittadini e questo comporta, sul piano istituzionale ma anche su quello dei rapporti politici interni ai partiti, che le prerogative di sindaco e giunta siano diverse e molto spesso di grado superiore.
E allora? Meglio rifugiarsi nel sarcasmo, l’unica arma, forse, che può aiutarci ad affrontare con distacco i colpi bassi della vita. In quanto allo “sguinzagliamento”, per esempio, Savi non ha ragione di lamentarsi giacché – non ancora dei cani, ma la strada è aperta e presto si arriverà pure ai cani – l’arte di sottrarsi ai “guinzagli” della militanza, dell’appartenenza e della coerenza è da tempo praticata anche nella politica maceratese, sia nei partiti che in consiglio comunale, e lui stesso, come s’è visto, la pratica. E’ invece in linea con la sua religiosa fede “animalista” l’idea di contrastare l’arrivo in città dei circhi equestri provvisti di leoni, elefanti e cammelli (ho forti dubbi, però, sulla realizzabilità di tale idea, visto che questi circhi non sono vietati dalla legge e la loro libera circolazione non può essere impedita da delibere comunali laddove esistano appositi spazi per gli spettacoli ambulanti). Su questo punto, tuttavia, il nostro Savi difetta di realismo, dimenticando che lo stesso consiglio comunale, in fondo, è un circo nel quale capita di udire interventi oratori che per istintiva e inconcludente ripetitività sono paragonabili a latrati, nitriti, belati, guaiti, barriti, muggiti, squittii. E i clown? E gli equilibristi? E i mangiatori di fuoco? Ci sono, ci sono. E il domatore? E’ il presidente, anche se più che domatore sembra spesso domato. E Alessandro Savi? Fa parte del circo, stavolta con ruggito tonante ma stonato. La presenza dei circhi va limitata? Ecco l’unico punto sul quale sarei d’accordo con lui. Troppo numerosi, infatti, sono gli spettacoli circensi del consiglio comunale maceratese. Ne basterebbero meno.
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Gentilissimo dottor Liuti,
Onorato, anzitutto, della sua attenzione. Mi permetta tuttavia alcune doverose precisazioni, in nome di una chiarezza che ritengo essenziale.
In primis, la mia critica al PD maceratese non è – ovviamente! – scaturita dal singolo, contingente comportamento del gruppo consiliare democratico nella seduta di qualche settimana fa: sarebbe quantomeno riduttivo, infatti, criticare il PD riferendosi esclusivamente ad un voto contrario ad una mozione (non ordine del giorno come da lei erroneamente riportato).
La mia critica, affidata peraltro a Facebook, partiva da quel dato per estendersi alla sua stessa e più ampia riflessione: più che un partito, il PD sembra una sorta di federazione di forze politiche ognuna delle quali avente una propria identità spesso configgente con quella di tutte le altre.
Il risultato di tale ambiguità è sotto gli occhi di tutti: impossibilitato a scegliere, il PD non sceglie; impossibilitato a dirigere, il PD non dirige; impossibilitato ad orientare, il PD non orienta.
Sa qual è la prima riflessione che ho fatto, dottor Liuti, dopo quanto avvenuto in Consiglio? Ai tempi di Carancini e Ciaffi (rispettivamente capigruppo di DS e Margherita) la mia mozione, magari emendata, sarebbe stata approvata. Io sono assolutamente certo che una sintesi l’avremmo trovata, tutti insieme, serenamente e senza nessuno scontro perché la “vecchia” politica – quella dei tempi in cui c’erano ancora i partiti – lavorava costantemente per trovare punti di incontro almeno all’interno della sua maggioranza. Paradossalmente, tutte quelle anime che oggi compongono il PD, divise, riuscivano ad essere più unitarie rispetto ad oggi che sono – purtroppo solo apparentemente – unite sotto la stessa sigla e lo stesso simbolo.
In sintesi, dottor Liuti, il mio sfogo partiva da un dato contingente per estendersi, a titolo di mera esemplificazione, ad un quadro più ampio, oserei dire generale.
La povertà del PD odierno – ma, ripeto, di tutta la politica dei nostri giorni – finisce addirittura per sfociare in un mare di arroganza, addirittura di snobismo che è tipico di chi, forse consapevole dei propri limiti, oppone la “preziosità” del suo tempo di fronte a temi che riguardano la vita quotidiana dei cittadini. E’ il caso dell’altra mozione – che lei cita – rivolta a destinare un’area inutilizzata del Parco del Campo Sportivo della Vittoria allo “sguinzagliamento” dei cani. Ha presente lo spazio chiuso dietro la gradinata del campo sportivo? Sa che lo stesso spazio è destinato alla tifoseria ospite (!!!) in occasione degli incontri di calcio della AC Vis Macerata (due ore ogni due settimane per otto mesi l’anno)? Ebbene, quel prezioso rettangolo di terra potrebbe risolvere le tante diatribe sorte in questi anni tra proprietari di cani e fruitori del parco stesso, principalmente famiglie e bambini che lamentano la difficile convivenza con i quattrozampe. Tale mozione mi è stata suggerita proprio da un gruppo di persone che frequentano il parco dunque, per così dire, viene “dal basso” e rappresenta un’esigenza di parte della cittadinanza che era mio dovere rappresentare.
Per la cronaca, la mozione non è stata “rifiutata” (come lei erroneamente scrive) ma approvata quasi all’unanimità pur tra i mugugni di alcuni colleghi “luminari” della scienza che imprecavano per la “pochezza” dei temi trattati e per la perdita del loro preziosissimo tempo (intervenuti, però, a lungo, addirittura due o tre volte durante la discussione, l’emendamento e la dichiarazione di voto).
Tornando ai circhi e alla mia “fede” animalista, le basti sapere che da almeno trent’anni mi batto per i diritti degli animali: già nel lontano 1994 mi feci promotore di un ordine del giorno approvato dall’allora maggioranza che sosteneva la giunta Maulo e, qualche anno più tardi, insieme alla collega consigliera Vitaliana Vitaletti Bianchini, riuscimmo ad inserire un passaggio nello Statuto Comunale di Macerata avente un preciso riferimento all’impegno del Comune nella tutela dei diritti degli animali stessi.
La mozione aveva lo scopo di disciplinare l’attendamento di quei circhi che sfruttano animali per proporre spettacoli che io ritengo altamente diseducativi: lei ritiene davvero che un elefante che si inginocchia davanti ad un bambino o una tigre che salta su di uno sgabello contribuisca ad educare i nostri figli al rispetto dell’ambiente?
E’chiaro, dottor Liuti, il mio intento non consisteva certamente nel contrastare ciò che la legge italiana consente ma, se lei avesse letto attentamente la mia mozione (dubito, francamente, che lo abbia fatto), si sarebbe accorto che la stessa, frutto di un lungo e paziente lavoro, avrebbe offerto un modello per tutti quei comuni italiani che, impegnati in tal senso, si sono visti respingere dai TAR ogni iniziativa intrapresa. La mozione richiedeva un minimo sforzo e un minimo atto di coraggio: se così fosse stato, Macerata si sarebbe configurata come apripista verso una cultura diversa, come un comune autenticamente proteso verso i diritti degli animali.
Così non è stato a causa della miopia e dell’incapacità del PD di fare sintesi (sa che lo stesso Sindaco non ha votato contro la mozione?) ma, stia pur tranquillo dottor Liuti, che continuerò tale battaglia all’interno della commissione preposta per far sì che, finalmente, anche Macerata, disciplini l’attendamento dei responsabili di tali atrocità nel suo territorio di competenza.
Da ultimo la questione più odiosa del suo articolo che tradisce – me lo permetta – una disinformazione inquietante: quella relativa alla coerenza. Vede, dottor Liuti, io non posso pretendere che lei conosca per filo e per segno la militanza di tutti coloro che si occupano di politica nella nostra città però, prima di esprimere giudizi trancianti come quello espresso nei miei confronti, dovrebbe informarsi perché, oggi più che mai, dare aria ai denti è un peccato mortale soprattutto per un giornalista.
Io non sono stato eletto con Italia dei Valori. Sono un convinto militante del centro sinistra, uno di quelli che ritiene migliore anche la peggior coalizione di centro sinistra rispetto alla miglior coalizione di centro destra. Vanto (e non rinnegherò mai) una militanza quasi trentennale nel PCI e nei suoi “derivati” (Rifondazione e Comunisti Italiani) ai quali ho dedicato gran parte della mia vita. Quando queste forze politiche sono uscite dall’alveo del centro sinistra (prima il PdCI poi la stessa IdV), da persona COERENTE, io sono rimasto dentro. E, nonostante tutte le ambiguità della mia cara coalizione, continuerò a sostenerla e a cercare di migliorarla anche attraverso una critica – come quella da me esternata – che ha il solo scopo di renderla più forte e compatta. Non è un circo, mi creda, ma pura passione civile.
Tanta cordialità e tanta stima.
Alessandro Savi
Scrivere della sinistra maceratese, dei sui errori e in fin fine della sua crisi di identità ideologica e portare ad esempio il Consigliere Savi come coerente paladino di una identità ideologico-politica, in tutta onestà mi lascisa non poco sorpreso, per non dire perplesso.
Ma il coccodrillo come fa?