“Cronaca d’oro” è il titolo del primo libro di Frank Ricci, disponibile in tutte le librerie d’Italia. Musicista e poeta, Frank Ricci di Corridonia, collabora con artisti di fama italiana e internazionale quali Kee Marcello (Europe), Paul Gilbert (Mr.Big, G3), Andy Timmons (G3), Carl Verheyen (Supertramp), Marco Mendoza (Whitesnake), Andrea Braido (Vasco Mina Zucchero), Claudio Golinelli “Il Gallo” (Vasco), Antonio “Rigo” Righetti (Ligabue), Robby Pellati (Ligabue). Non è la prima volta che l’artista si misura con le parole, oltre che con le note. Già in passato infatti si è fatto conoscere con le sue poesie ma questa volta si è voluto prestare alla prosa. I primi di settembre uscirà il suo nuovo disco “A big dream” mentre è già stato pubblicato il suo libro.
«Quando al termine del mio lavoro gli amici mi chiesero “che genere è” – racconta – capii definitivamente di non poter fare a meno di dire loro “è Cronaca D’oro”. Il libro contiene le parole che dalla mia bocca da sempre volano, una delle esigenze è stata sicuramente quella di far rimanere questi pensieri, una volta tanto. Fotografarli su carta. Cronaca D’oro è anche il genere dell’opera in cui troviamo “L’importanza della circostanza I e II”, due piccoli grandi trattati che preparano la strada all’opera principale, preceduta dall’apripista finale “Architettura esistenziale”, nella quale si fa luce sulla parola e sul pensiero. A questo punto,”Cronaca D’oro”, l’opera principale». Il libro termina con un trattato filosofico che si vuole collocare per dirla come direbbe Nietzsche, al di là del bene e del male. Si intitola “Indagini aldilà di ogni delitto”, il tributo inconscio, secondo Frank Ricci, a uno degli scrittori che da sempre ama Edgar Allan Poe.
Come mai l’idea di scrivere un libro? «I libri nascono per mille motivi – va avanti Frank – anzi direi per infiniti motivi. Quello che ha fatto nascere in me la voglia di scrivere è stato un recente incontro. Un incontro di un mese fa con una ragazza che ho amato. Certi incontri ti illuminano, ho preso carta e penna e ho ‘cesellato’ quindici o sedici ore al giorno, per un mese».
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