Il sindaco di Porto Recanati Rosalba Ubaldi e il comandante dei vigili del fuoco di Macerata, Dino Poggiali
di Filippo Ciccarelli
Il terremoto che alle 3.32 della notte appena trascorsa ha buttato giù dal letto tutta la provincia di Macerata (leggi l’articolo) è stato avvertito a centinaia di chilometri di distanza, anche in Abruzzo, dove l’orario identico al sisma – ben più potente – ha riportato alla mente la scossa che nel 2009 distrusse la città dell’Aquila. Nel Maceratese, per fortuna, la situazione non è nemmeno paragonabile a quella della città abruzzese. “Da noi non è caduto nemmeno un cornicione – dichiara il sindaco di Porto Recanati, uno dei Comuni più vicini all’epicentro – anche se la paura è stata tanta. Ricordo che ero in piedi, in cucina, quando ho sentito una prima botta di tipo sussultorio. E poi un movimento che mi è sembrato ondulatorio. Insieme al comandante della polizia municipale, Sirio Vignoni, abbiamo cominciato subito il sopralluogo nel territorio comunale, incontrandoci con protezione civile e vigili del fuoco. Alla fine ci sono state segnalazioni solo per crepe in pareti non portanti, qualche fessurazione nei muri. Nessun danno strutturale, né abitazioni o edifici dichiarati inagibili”.
I vigili del fuoco di Macerata sono intervenuti con due squadre a Porto Recanati: ad essere controllati con maggiore scrupolo i condomini alti, dove gli inquilini dei piani superiori hanno avvertito di più la scossa, di magnitudo 4.9 gradi della scala Richter. Verifiche in via degli Orti e via Loreto, oltre che all’Hotel House. Qui i vigili del fuoco hanno riscontrato qualche distacco dell’intonaco, piccoli danni alla tamponatura interna e lievi danni ai giunti tra gli edifici, ma nulla che possa pregiudicare l’agibilità. Sono oltre 35 le verifiche effettuate nel comune rivierasco “anche se – ribadisce il comandante provinciale dei vigili del fuoco, Dino Poggiali – tutti i sopralluoghi relativi alle richieste arrivate sono negativi, non ci sono problemi strutturali”. Tra i testimoni della forte scossa che ha animato la nottata di tanti cittadini marchigiani anche i figli del sindaco di Macerata, Romano Carancini: “Io ho sentito la scossa, ma mi ha chiamato mia figlia che era al mare a Porto Recanati, con i bambini. Sono in un appartamento al terzo piano, per cui hanno sentito distintamente il terremoto ed hanno avuto molta paura”.
Anche Chiara Cingolani Giorgetti era a Porto Recanati quando si è verificata la scossa. “In quel momento ero a letto, ho sentito un
boato fortissimo e poi tutto ha iniziato a tremare. Sono andata in strada scendendo le scale che vibravano. Non ricordo una cosa del genere a Porto Recanati, anzi, ci hanno sempre detto che la sabbia smorzava l’intensità delle scosse”.
Nemmeno del momento del panico i portorecanatesi perdono il loro buonumore: “Una signora, scesa in strada anche lei, era molto preoccupata perché potesse venire un maremoto. Un bagnino che conosco – racconta Chiara Cingolani Giorgetti – le ha detto di stare tranquilla, perché tanto a Porto Recanati ci sono gli scogli che proteggono tutto quanto”. E proprio per evitare il panico nel caso di una nuova scossa di assestamento, oggi le chiese in città sono state chiuse, nonostante in nessuna sia stato evidenziato un crollo o un danno strutturale.
In mattinata è stato convocato un summit della protezione civile al Centro operativo comunale di Loreto, comune baricentrico rispetto all’area dell’epicentro. Vi hanno partecipato i sindaci dei comuni più esposti (Sirolo, Numana, Camerano, Castelfidardo, Loreto e Porto Recanati), oltre al presidente della Regione, Gian Mario Spacca, il Prefetto di Ancona Alfonso Pironti e quello di Macerata, Pietro Giardina. Il Coc continuerà ad essere, anche nelle prossime ore, il punto di raccordo della protezione civile, potendo contare anche sulla vicinanza del Centro Giovanni Paolo II già cablato per ogni eventuale esigenza operativa. La Sala operativa unificata di Ancona sarà comunque potenziata nella turnazione del personale, mentre le Sale operative provinciali al momento non
vengono attivate, essendo la situazione sotto controllo. I lavori sono stati introdotti da Marco Cattaneo dell’Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia. “Le Marche – ha detto – sono una delle regioni meglio monitorate in Italia e la rete di rilevazione verrà incrementata con nuova strumentazione già nelle prossime ore”. Il direttore del dipartimento regionale della Protezione Civile, Roberto Oreficini, ha riferito che “tutto il sistema era operativo dopo pochi minuti dalla prima scossa e rimarrà pienamente attivo per tutta la durata del fenomeno”. Nessun danno nemmeno a Macerata, dove però alla chiesa di via Pace manca qualche pezzo di intonaco, caduto per effetto della scossa.
A seguito del primo sisma di magnitudo 4.9 gradi, ci sono state altre 15 scosse (la più forte delle quali di magnitudo 4 alle 5.07) tra il distretto sismico del Monte Conero e quello del mare Adriatico centro-settentrionale. Il terremoto di questa notte è dovuto al sistema di faglie denominato “Conero Offshore”, di natura prevalentemente compressiva.
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di Laura Boccanera
A distanza di 12 ore dalla scossa di magnitudo 4.9 con epicentro tra Numana e Porto Recanati proseguono i controlli di vigili del fuoco e forze preposte lungo la fascia costiera maceratese. Come già scritto (leggi l’articolo) non si sono verificate particolari criticità a Civitanova: un piccolo crollo è stato registrato nel cimitero di San Marone, dove c’è stato un distaccamento di una porzione di cornicione dalla tomba della società operaia. A scopo precauzionale rimarrà chiusa oggi la Chiesa di Sant’Agostino che ospita la mostra “Vertigini e Visioni” di Tullio Crali a Civitanova Alta. Ulteriori controlli e una cautela preventiva hanno spinto gli organizzatori ad osservare un protocollo di sicurezza elevato. Disagi minori per i turisti e per tutti coloro che si trovano qui in villeggiatura.
Gli alberghi di Civitanova sono pieni, ma non si è verificata la fuga o la disdetta di prenotazioni. Un’unica eccezione all’hotel Velus dove una coppia proveniente da Norcia che aveva prenotato per la prossima settimana ha preferito disdire: “E’ l’unico caso – spiega Stefano Mei – per il resto l’albergo è pieno e a parte lo spavento con due persone scese nella hall tutto è rimasto nella norma. La famiglia che ha disdetto ha vissuto sulla propria pelle il terremoto tra Marche e Umbria e la loro abitazione aveva all’epoca subito danneggiamenti, per cui hanno preferito non muoversi”. C’è chi invece addirittura per lo spavento ha preferito dormire nella hall, come hanno fatto sei ospiti dell’hotel Cosmopolitan, anche questo pieno e che ospita per una settimana i concorrenti del torneo di scacchi, con giocatori provenienti da tutta Italia e anche dall’Europa. “L’hotel è nuovissimo e non c’è nessun pericolo per cui nessuno ha disdetto una prenotazione o anticipato la partenza – spiega Peppe Giustozzi titolare del Cosmopolitan – alcuni però hanno avvertito la scossa con intensità e hanno preferito concludere la notte dormendo nel salone dell’albergo”. Nessuna disdetta neanche al Miramare dove alloggiano 130 persone né all’hotel Bianchi di Porto Recanati.
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Sul terremoto di questa notte interviene anche l’Onorevole Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera: “Le scosse sismiche delle ultime ore nelle Marche confermano la necessità di dare massima priorità alla prevenzione e di mettere finalmente in atto serie e coerenti politiche per la prevenzione antisismica. A cominciare dall’estensione e stabilizzazione dell’eco-bonus per il risparmio energetico in edilizia agli interventi per la messa in sicurezza antisismica degli edifici esistenti e di un piano nazionale per il consolidamento antisismico degli edifici. E’ inoltre necessario rivedere il Patto di Stabilità interno per consentire agli Enti locali che abbiano risorse da investire, di impiegarle per la messa in sicurezza antisismica degli edifici pubblici, a partire da scuole e ospedali. Sull’estensione dell’eco-bonus anche agli interventi di consolidamento antisismico la Camera deciderà in settimana. Puntare sulla prevenzione iniziando da questi provvedimenti sarebbe una via praticabile da subito per dare maggiore sicurezza ai cittadini, ma anche per rilanciare l’edilizia e l’occupazione puntando sulla qualità”.
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