«Gli enti pubblici non ci pagano e non abbiamo liquidità per pagare i dipendenti». Con questa motivazione l’azienda civitanovese Cerquetti che si occupa di lavori edili e stradali, di demolizioni e riciclo, di opere di primaria urbanizzazione, di pulizia e manutenzione spiagge ha spiegato l’impossibilità di pagare gli stipendi ai suoi lavoratori i quali però non ci stanno. Questa mattina infatti più di 30 persoe hanno manifestato davanti ai cancelli della fabbrica per chiedere con forza il rispetto dei loro diritti. Ancora una volta nel giro di pochi mesi il mondo del lavoro e delle aziende lanciano un grido d’allarme e sottolineano l’urgenza di provvedimenti capaci di evitare in futuro un esponenziale aumento di situazioni di disagio. Le immagini di questa mattina sembrano un dejavu dopo che negli ultimi mesi il mondo del lavoro è stato scosso dalla vicenda Best che si è conclusa alla fine del 2011 e dalla DF, chiusa senza preavviso e dichiarata in fallimento
In questo caso, la principale causa di disagio sociale sembrerebbe essere il Patto di Stabilità. «E’ uno strumento dannoso per le aziende – spiega Massimo De Luca della Fillea Cgil che questa mattina ha partecipato al presidio – e aggrava i problemi di liquidità, già gravi in questa fase. I tempi delle amministrazioni stanno infatti diventando insostenibili per le aziende. In particolare la Cerquetti vanta dei crediti nei confronti del Comune di Civitanova che non ha ancora sanato le sue pendenze. Abbiamo anche deciso di sensibilizzare gli enti sull’urgenza dei pagamenti».
Nell’attesa però 14 dipendenti della Cerquetti hanno continuato ad andare regolarmente a lavoro tutti i giorni, altri 9 sono stati mesi in mobilità e due si sono dimessi per giusta causa. Sono 6 gli stipendi arretrati che si erano accumulati nel 2011. Uno di questi è stato pagato ma gli altri sono ancora in sospeso e per chi continua a lavorare si accumulano ancora altri crediti.
«Il 29 novembre – spiega Massimo De Luca – la Cerquetti, Confindustria e le sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil hanno raggiunto e sottoscritto un accordo, in base al quale l’azienda si era impegnata a rispettare delle precise scadenze. La prima è stata rispettata ed è stato finalmente stato pagato uno stipendio ma le altre non sono state rispettate. La prossima scadenza è prevista per domani quindi anche domani mattina saremo davanti ai cancelli per far valere i diritti dei lavoratori».
Il presidio davanti ai cancelli della Cerquetti continuerà anche domani mattina e nei prossimi giorni finchè ai lavoratori non sarà pagata almeno una mensilità: «Andremo avanti finchè non otterremo qualcosa di concreto – continua De Luca – e non escludiamo neanche manifestazioni davanti al Comune di Civitanova Marche per chiedere che vengano sanate le pendenze verso la Cerquetti».
(Foto di Roberto Vives)
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Ormai ogni giorno assistiamo al continuo deterioramento del sistema economico nazionale, un inarrestabile problema conseguenza di una società economica in forte crisi non solo nel nostro paese, ma questo non è certo un alibi e non deve essere usato come tale da chi ha delle enormi responsabilità.
Mi riferisco al sistema politico che da anni, molti, genera non solo inefficienza, ma le condizioni ideali che aggrvano ogni giorno in questo paese una crisi economica molto grave.
L’italia è un grande paese, gli taliani hanno dimostrato nella storia passata di essere un grande popolo, è triste molto triste sapere di avere tutte le carte in regola per continuare ad essere un grande paese in europa, ma il tutto si infrange in illusione e utopia, causa una classe politica che eletta dal popolo per prendersi le proprie responsabilità, attuando scelte riformisme radicali che avrebbero cambiato il corso di questa crisi, fuggire, nascondersi, con i propri tesoretti, per non esporsi e ancor peggio non essere più gradita in quei salotti della finanza e potere, quei pochi detentori di privilegi gli appartenenti alle laute e protette caste, ingordi, arroganti, che non hanno intenzione di rinunciare ad un solo centesimo e il popolo soffre…
Cosa vogliono questi arroganti, che il popolo insorga?O sono cosi stupidi da penare che il popolo stia sempre zitto?
Nessuno si augura il caos sociale, considerando che nel momdo ci sono masse di genti che vivono in condizioni da fame, la nostra condizione sociale è ancora molto, molto accettabile e quindi dovremmo restare in silenzio, ma questo silenzio non può voler dire essere indifferenti o peggio stupidi se pensiamo che con un pò di buon senso e normalità di pensiero attivo, si potrebbe uscire da questa crisi in modo almeno molto più dignitoso di quello che prospetta il presente e il prossimo futuro.
Ottimismo, si deve essere ottimisti, questo continuano a dire i nostri politici, certo loro non hanno il mutuo da pagare, non hanno perso il posto di lavoro, non hanno da preoccuparsi per le loro laute pensioni, privilegi, i loro figli appena nati hanno già un futuro roseo assicurato, credo opportuno rimandare questo ottimismo al mittente, ma non prima di averlo colorato con il rosso della vergogna che dovrebbero avere i loro volti nel dire questa parola che ormai offende il popolo operaio, il popolo che ha contribuito enormemente e in silenzio,,purtroppo da molto tempo..alla crescita di questo meraviglioso paese.
Caro politicante, se non hai il carattere e il giusto coraggio per prenderti delle responsabilità, per quale motivo hai corso tanto per assicurarti la poltroncina, per quale motivo?Sei stato eletto per prendere decisioni che certo in questo momento devono penalizzare i pochi per favorire i molti, caro politico tu continui a preservare i pochi per poi cercare nel momento delle elezioni il consenso di molti, credo che questo, anzi mi auguro che non funzioni più cosi, salvo che tu senza il rosso colore della vergogna, non continuassi ad offrire il tuo certo consenso per garantire posti di lavoro dorati, pensioni facili, abusi edilizi e condoni, che tristezza, ma non la tua , quella del popolo che ancora crede a queste favole.
Caro politico ti assolvo, si ti assolvo… poichè il tuo compito non è sempre facile, ma sei stato tu a sceglere questo ruolo, non sei un servitore dello stato, come spesso ti enunci, servitore è una parola che può e deve essere attribuita assolutamente ad un contesto di ruoli ben diverso, inoltre credo che molti di quei operai in lotta, vorrebbero volentieri essere al tuo posto..come servitori certo…ma se tu stai in quella poltrona è certo che il popolo ha voluto questo, non hai preso il potere con la forza, sei legittimato al ruolo, ma certo non puoi pensare che il popolo non sia stato enormemente deluso dalla tua costante assenza…un servitore dello stato, anzi del popolo assente…e quindi un servitore che non serve…..caro politico sono certo che hai ancora tempo e una grande possibilità per far vedere che sei diverso ….noi ancora ci crediamo, perchè in ogni persona si può trovare qualcosa di meraviglioso….un cordiale saluto