Al cinema a Natale, come vuole la tradizione, ma quest’anno con una sorpresa in più: prima del film sullo schermo appaiono visi sconvolti, isterici, sussurri incomprensibili in sottofondo, dai quali emerge un fischio che sale di intensità fino a divenire insopportabile per gli orecchi. Infine il messaggio: “seguire le droghe, vuol dire perdersi”. GUARDA IL VIDEO
E’ lo spot che sarà proiettato in oltre 10 sale della Provincia di Macerata (Macerata, Matelica, Civitanova Marche, Recanati, Porto Recanati, Tolentino) firmato da Paolo Andrenucci, 22enne originario di Porto Sant’Elpidio, videomaker, studente dell’Accademia di Belle Arti di Macerata e riconfezionato dai comunicatori di InArea. Il Progetto è promosso dal tavolo di istituzioni e associazioni che si è formato proprio nel 2011, guidato dal vulcanico Mario Paciaroni, Procuratore della Repubblica , e coordinato dal viceprefetto Tiziana Tombesi. Ma questa ennesima iniziativa di InArea in particolare è stata resa possibile dall’impegno e dalla sensibilità di Walter Perugini, presidente dell’Agis regionale, il quale ha mediato con i gestori delle sale per far concedere gli spazi di proiezione a titolo gratuito. GUARDA IL VIDEO.
Lo spot è tratto dal cortometraggio “The Bad Seed” realizzato dal giovane artista e fa parte di una serie di 4 cortometraggi finora selezionati per Art Communication, azione realizzata dal Dipartimento Dipendenze Patologiche di Macerata e Camerino con la partnership dell‘Accademia di Belle Arti per il progetto internazionale ReDNet (leggi l’articolo).
Dunque dietro questa iniziativa senza precedenti c’è una virtuosa condivisione tra progetti, che ha permesso ai promotori di InArea di scegliere il cortometraggio horror di Paolo Andrenucci, caratterizzato da un linguaggio cruento ma elegante, capace di lanciare un messaggio provocatorio e ben comprensibile, e di scansare il rischio di risultare ignorato o vuotamente allarmistico. Le campagne dedicate alla prevenzione delle droghe hanno del resto come compito primario quello di attivare il pensiero critico, favorire presa di coscienza e responsabilità. “The Bad Seed” è stato scelto dal tavolo di InArea proprio perché caratterizzato da una rappresentazione potente e ampia, sui pericoli di alienazione e sofferenza psicologica che si legano non solo alle droghe, ma in generale alle tante storture di questo sistema sociale contemporaneo competitivo e frammentato. Ne parliamo direttamente con l’autore: Paolo Andrenucci.
Come è nato il tuo corto? “Prende spunto da “Seme Cattivo”, spettacolo teatrale di Paolo Nanni prodotto dalle Compagnie Teatrali Riunite di Macerata. Poi ne è diventato parte integrante, e dell’opera teatrale mantiene il cast: Maria Laura Pierucci, Maria Pia Vissani, Giulia Ausili, Laura Perini, Francesco Melchiorri, Giancarlo Attili.”
Che effetto fa vedere la tua opera divenire una campagna sociale nei cinema?
“E’ emozionante. Soprattutto mi emoziona il fatto che pur diventando qualcosa di diverso rimanga fondamentalmene ciò che era: io ho rappresentato alienazione e malattia, ed è proprio quello che ha colpito il tavolo di persone che lo hanno scelto e rivestito con uno slogan. La mia opera non è stata snaturata, bensì declinata.”
Quindi il cattivo seme per te è la malattia contemporanea chiamata alienazione?
“No. il cattivo seme è da cercare nella società da cui la malattia deriva. Invece l’alienazione è la manifestazione del cattivo seme, e quando uno è solo, non impegnato nella recita quotidiana, ecco che essa emerge.”
Tu sei molto giovane, quindi fai parte di coloro a cui principalmente è diretta la campagna di sensibilizzazione. Cosa si dovrebbe arrivare a capire per difendersi dalle droghe?
“La droga è uno dei semi cattivi, con essa si perde umanità, nel senso di identità umana. Bisogna capire che è la perdità dell’identità l’origine del malessere. Per difendere la propria identità bisogna vivere il passato, non solo ricordarlo, comprendere il passato vuol dire avere un’identità solida.”
Un’ultima nota di colore: sbaglio o ci sei anche tu nel video?
“Sì, e sono quello messo peggio, guai a sentirsi fuori dal rischio.”
Lo spot cinematografico rientra in una campagna di sensibilizzazione più vasta che abbraccerà tutto il nuovo anno, diretta a sensibilizzare i giovani riguardo i pericoli legati alle dipendenze, ma anche gli adulti, per coinvolgerli nell’azione di contrasto verso un fenomeno che minaccia la società in senso complessivo, e quindi richiede l’impegno di tutto il tessuto sociale, a partire dai singoli cittadini.
Partiranno dai primi di gennaio le affissioni murali e sugli autobus, accompagnate da una distribuzione di materiali informativi. Questa fase è allestita dall’Assessorato provinciale ai Servizi Sociali guidato da Leonardo Lippi, con i materiali elaborati del Team di prevenzione Stammibene, sempre sotto la supervisione scientifica dei Dipartimenti Dipendenze Patologiche di Macerata, Camerino e Civitanova coordinati da Gianni Giuli e Mario De Rosa, e con la consulenza dei promotori di InArea, in particolare nel campo della comunicazione dell’assessore Stefania Monteverde, del Comune di Macerata, e nel campo dell’attivismo territoriale dell’Avvocato Giuseppe Bommarito.
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e piu riluttante uno spot che passano in peru… dove un ragazzo nel bagno di una disco si APRE letteralmente il suo cervello ne prende un pezzo lo taglia come fosse una dose e l aspira e i suoi occhi poi si fanno rosso fuoco!
e pressapoco dice LA DROGA MANGIA IL TUO CERVELLO!
Questi progetti sono rivoltanti non lo spot. Dato che è un segreto pubblico saper quanto spendono ma davvero tutte queste persone tra cui il buon Bommarito per realizzare una cosa così amatoriale davvero da la sensazione di quanto Macerata sia mal messa artisticamente.
Non ce l’ho con chi ha fatto lo SPOT, ma vorrei sapere cifre del’operazione, dato che io o Censi che fa l’articolo sa benissimo che uno spot come questo si può realizzare a costo zero e anche fatto meglio.
Bommarito che scopre i conti della cittadella dello sport ci illumina su questi conti?
Grazie!
Per Marco Travaglio de MC
Non ho capito quali sarebbero i progetti “rivoltanti”. Ti riferisci al merito dell’iniziativa, che comunque è un piccolo tassello di informazione e prevenzione, oppure alla qualità artistica del manifesto e dello spot?
Se ti riferisci a questo ultimo aspetto, sinceramente non sono in grado di valutare le tue osservazioni. Però se tu sei un esperto del settore, puoi metterti in contatto con noi per eventuali ulteriori iniziative di questo tipo.
I costi di questa ultima operazione sono stati pagati dall’Amm.ne Prov.le e si aggirano su poche migliaia di euro. Se vuoi sapere la cifra esatta, che non è affatto un segreto di Stato, la settimana prossima penso di potertela dire con precisione.
In altre occasioni (ad esempio, per il convegno con Cantone) i costi sono stati sostenuti per il 95% dalle associazioni “La Rondinella” e “Con Nicola, oltre il deserto di indifferenza”, e per il 5% dal Dipartimento Dipendenze Patologiche.
@Bommarito
Sono un esperto del settore, ma volevo capire i “meccanismi”, capire se c’era stato un bando o no, perchè io e molti altri veniamo a saperne a progetti “ultimati” dato che vi fa comodo avere pubblicità ma nn è il caso di fare un bando prima? Anche perché molta gente che ha partecipato al precedente concorso https://www.cronachemaceratesi.it/2011/06/06/contro-le-droghe-furbe-in-europa-ce-macerata/ si è lamentata con me per i meccanismi del bando che non conoscevo nemmeno l’iniziativa così ora mi sono informato, c’erano 12 loghi nel manifesto perché ne avete messi 12 se i soldi li mette solo la provincia? 🙂
Stavolta è stato chiaro, però la prossima volta bando pubblicizzato, per correttezza lo dico.
In ogni caso condivido le sue battaglie, anzi a dirla tutta io istituirei il premio maceratese dell’anno e per il 2011 glielo assegnerei ad onorem. 🙂
Confermo quel che dice Bommarito: InArea è in cerca di creativi che si mettano all’opera a titolo gratuito, e quindi non serve nessun bando, è possibile contattare direttamente il questore, il dott. Mario Paciaroni o il team di stammibene (stammibene@gmail.com). Infatti Andrenucci ha devoluto il suo corto a titolo gratuito, l’operazione dello spot cinematografico è costata zero, e tutti ci hanno messo il logo perché lo scopo è proprio far vedere che le istituzioni sono schierate dalla stessa parte, sia quelle con portafoglio che quelle senza.
Quella dei manifesti e delle locandine invece è pagata dalla provincia, con il contributo creativo e scientifico di stammibene (azienda sanitaria).
per quanto riguarda il bando di Rednet, è stato realizzato dall’accademia di belle arti, quindi c’è un istituto specifico con il quale eventualmente prendersela…. e c’è da dire che anche lì Andrenucci comunque non è uno dei vincitori, quindi ha lavorato gratis anche per rednet.
infine sull’amatorialità… se è riferita al corto, indica disattenzione o malafede, visto che la realizzazione sporca è evidente sia appositamente voluta così, per rappresentare l’universo webcam. Ma io sono un fan del (forse acerbo ma) geniale Paolo… lo adoro a prescindere 🙂
Nutro serissimi dubbi sulla capacità deterrente dello spot proposto.
Non ho alcuna competenza per discutere la sua qualità artistica; anzi, da questo punto di vista, per quello che ne capisco, mi sembra molto ben fatto, ma è proprio questo il problema.
Mi dicono che nelle classifiche dei film più noleggiati dai giovani i primi posti risultano stabilmente occupati da film horror, anche molto spinti. Ciò significa che le immagini proposte fanno parte dell’immaginario dei giovani e quindi risultano, per loro, addirittura “attraenti”.
Studi di tutti i tipi dimostrano, da anni, che le campagne basate sul terrorismo, sulla sottolineatura sempre più estremizzata dei danni della droga, non hanno alcuna incidenza sul consumo, anzi, per certi versi, rischiano di produrre l’effetto oppposto.
Il terreno è delicato, lo so, e nessuno può avere la presunzione di avere la “soluzione”, io men che meno e sono consapevole che ciascuno cerca di fare del proprio meglio, ma so anche che in questo settore, come altrove, c’è anche molta demogogia e pressappochismo che sono nemici da combattere, tanto quanto la droga. Mi viene in mente Leonardo Sciascia quando parlave dei professionisti dell’antimafia.
Mi scuso, caro Giuseppe, se sono sembrato essere troppo “tranchant”, conosco, rispetto e apprezzo il tuo impegno ma non potevo esimermi di esprimere un parere rispetto ad una iniziativa che non ritengo possa ottenere l’effetto desiderato.
Ok, bravi per aver spiegato la situazione,almeno non ho da che dire e magari in futuro collaboreremo, se trovo il tempo volentieri… e inboccaalupo x il vostro spot..
Caro Adelio, grazie intanto per il tuo pacato e meditato commento.
Nel merito della tua osservazione, premetto che io non sono un tecnico e posso dire poco sull’efficacia in questo senso dello spot in questione. Però penso che lo spot non sia diretto solo agli adolescenti (ai precoci e ai tardi adolescenti), per i quali potrebbe in teoria valere il discorso del boomerang, del richiamo trasgressivo accentuato da immagini negative. Lo spot è indirizzato anche ad una fascia giovanile di età più avanzata, comunque anagraficamente uscita dall’adolescenza, per la quale difficilmente esso potrà avere l’effetto opposto. Nella peggiore delle ipotesi, esso sarà snobbato e poco considerato.
Tieni presente comunque che lo spot fa parte di un programma più vasto, fatto anche di incontri di informazione e prevenzione per i giovani e per gli adulti, nel cui ambito si cerca di ragionare e non solo di dare i pugni nello stomaco.
E’ poco? E’ tanto? Sicuramente è meglio di niente. D’altra parte, un tentativo viene fatto anche nell’ottica di futuri miglioramenti resi possibili dall’esperienza e dai pareri dei cittadini, specialmente di quelli che – come te – professionalmente hanno molto da dire.
Sui professionisti dell’antidroga, il discorso sarebbe molto lungo, ed io in parte, in qualche mio articolo, ho iniziato ad affrontarlo. Non mancherà di certo l’occasione per ritornarci.
Concordo in pieno. Le campagne terroristiche non funzionano. E purtroppo quella di lanciare il monito invece è la prima cosa che viene in mente a chi ha tanta voglia di incidere ma poca competenza di comunicazione.
Ma non bisogna neanche essere troppo rigidi… in questo caso lo spot non rappresenta persone che si drogano, ma “malati sociali”, e l’ambiguità tra fastidio/attrazione, il riconoscersi/non riconoscersi, potrebbe giocare a nostro favore…
Cmq già sui manifesti abbiamo corretto il tiro andando su un messaggio senza sottotesti incontrollati.