di Lucia Paciaroni
Il tempo non basta a cancellare il dolore. E’ così per la famiglia Isidori che, a trentadue anni dalla scomparsa di Sergio, continua a lottare. La famiglia Isidori, assistita dal legale Luca Sartini, ha infatti fatto opposizione alla richiesta di archiviazione del caso avanzata dal pm Andrea Belli.
“Questa mattina si è tenuta davanti al gip dottor Enrico Pannaggi l’udienza di comparizione delle parti – afferma l’avvocato Sartini – Insistiamo sulla prosecuzione delle indagini in base alle nuove vicende sulle quali ha fatto luce di recente la trasmissione Quarto Grado (leggi l’articolo)”.
Sergio Isidori aveva 5 anni e mezzo al momento della scomparsa da Villa Potenza. Era il 23 aprile 1979 quando il bambino chiese alla mamma di poter andare a giocare in cortile, come faceva sempre, davanti alla carrozzeria del padre. Di sotto c’era anche il fratello Gianmaria, che però non hai mai incontrato il fratellino.
In un primo momento le ricerche si sono subito concentrate nel canale vicino casa, ma senza alcun esito ed è poi cominciato un drammatico susseguirsi di lettere anonime, cartomanti e veggenti.
“Le nuove vicende emerse riguardano il libro scritto da don Mario Bongarzoni, in cui racconta di un rapimento di un bambino” aggiunge Sartini. Le richieste dell’avvocato sono quindi quelle di andare avanti con le indagini e che vengano sentiti don Mario, la giornalista di Quarto Grado Rita Pedditzi, oltre all’acquisizione della cassetta della puntata di Quarto Grado, che non è andata in onda integralmente.
La trasmissione Quarto Grado, pochi mesi fa, ha infatti svelato nuovi importanti elementi per il caso. Uno di questi è, come già accennato, il libro di Don Mario Bongarzoni, scritto nel 1989 e pubblicato a sue spese nel 1992, intitolato “Una rosa nel silenzio” e che contiene il racconto “Il bambino scomparso” con una storia che ricorda quella di Sergio.
Il gip si è riservato di decidere e fra circa dieci giorni si saprà se sarà possibile andare avanti con le indagini o se il caso verrà archiviato.
All’epoca dei fatti, dopo le ricerche nel canale, si pensò ad un sequestro. Qualche testimone ha dichiarato di aver visto Sergio allontanarsi con un altro bambino. Ci furono anche diverse telefonate anonime. Il giorno dopo la scomparsa, una signora del paese, all’epoca parrucchiera, ricevette una telefonata: “Se rivuole suo figlio, prepari 50 milioni, domani ci risentiremo”. Questa signora aveva un numero di telefono molto simile a quello della famiglia Isidori. Infatti cambiava solo un numero.
Subito dopo iniziò il via vai di cartomanti, veggenti e sciacalli che facevano credere alla famiglia di sapere dove fosse il bambino. Entra poi in scena un altro personaggio, Vincenzo Canzonetta, pregiudicato che conosce bene la famiglia visto che suo figlio frequenta lo stesso asilo di Sergio. L’uomo inizia a fare sedute spiritiche alla presenza di Eraldo, padre di Sergio, facendo anche nomi e cognomi di possibili rapitori. Canzonetta finirà poi in manette, condannato a quattro mesi di carcere per reticenza e falsa testimonianza.
Nel 2009 si aprono nuove piste e il caso viene riaperto: Eraldo Isidori riceve lettere anonime da Padova in cui venivano fatti nomi e cognomi di persone che sarebbero state a conoscenza dei fatti. Ed ora la famiglia vuole continuare ad andare avanti, alla luce dei nuovi elementi emersi, opponendosi alla richiesta di archiviazione.
La scomparsa del piccolo Sergio aveva suscitato anche l’attenzione di Papa Giovanni Paolo II che durante l’angelus fece un appello.
La sorella di Sergio, Giorgia, che non ha mai conosciuto il fratello, è oggi la presidente di Penelope Marche, associazione che riunisce le famiglie e gli amici delle persone scomparse.
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Auguri alla famiglia perchè in qualche modo la verità esca fuori e si metta fine all’eterna angoscia di chi non sa nemmeno se il proprio caro è ancora vivo o no.
E complimenti a Giorgia, la sorella di Sergio, per aver dato vita all’associazione Penelope Marche. Anche in questo caso, da un grande dolore è scaturito qualcosa di positivo per la collettività, soprattutto per le tante famiglie (molto più numerose di quanto si pensi) che cercano disperatamente familiari scomparsi nel nulla.
non archiviate sarebbe l’ennesimo caso irrisolto!