di Alessandra Pierini
La gestione dei rifiuti maceratesi si fa sempre più complicata. Se un tassello importante è stato posto con la definitiva approvazione della nuova discarica che sorgerà a Cingoli, un buco enorme resta invece nell’acquisizione della Smea da parte del Cosmari.
Fino all’inizio di luglio la trattativa sembrava essere giunta alle fasi finali e volgere a favore dell’acquisto ma non sono passate neanche le ferie estive e i vertici del Cosmari hanno sottolineato nuove difficoltà che rischiano di buttare all’aria anni di confronti. Intanto si fa pressante la scadenza del 13 ottobre, data fatidica in cui il Tar si pronuncerà sulla legittimità o meno delle tariffe applicate dal Cosmari al Comune di Macerata, e dopo la quale i rapporti saranno inevitabilmente più tesi sia che la questione si risolva in un senso che nell’altro. Mentre la politica continua nel rimpallo di scelte e opportunità,i rappresentanti di Cgil e Cisl, stanchi del tira e molla, hanno convocato questa mattina una conferenza stampa per dire “basta” e chiedere alle forze politiche di definire la questione una volta per tutte.
«L’acquisizione della Smea è un’operazione che si deve fare – ha detto categoricamente Aldo Benfatto, segretario provinciale Cgil – perchè la gestione e lo smaltimento dei rifiuti devono essere trasparenti, organizzate e avere tariffe adeguate. Bisogna concludere entro il 13 ottobre visto che dopo la pronuncia del Tar entreranno in gioco altri meccanismi. Se salterà l’operazione verrà meno il modello Macerata di gestione dei rifiuti e sarà tangibile il fallimento della classe dirigente maceratese. Chiediamo risposte in tempi brevi o daremo il via ad iniziative eclatanti. Se la compravendita salta chiederemo conto a tutta la classe politica per non essere riuscita dopo 2 anni di perizie a portare a termine la trattativa per piccole questioni». Marco Ferracuti, segretario provinciale Cisl, entra nel merito delle motivazioni che potrebbero aver impedito il perfezionamento dell’acquisizione: «Sono 3 anni che l’acquisto della Smea da parte del Cosmari è in odore. Cosa può essere emerso di nuovo per interrompere il tutto? Se la due diligence ha scovato elementi contrari devono dirlo con chiarezza anche perchè nella questione sono coinvolti 400 lavoratori e tutti i cittadini maceratesi. Se in seguito alla manovra economica, si è deciso di far entrare degli speculatori privati bisogna dirlo. C’è il rischio che salti una realtà consortile unica che molti ci invidiano perciò chiedo ai nostri politici di ridare dignità alla politica, di guardare alto, di essere coraggiosi, lungimiranti e di mettere da parte interessi particolari». Uno dei motivi ostativi per la conclusione della compravendita sarebbe il fatto che alcuni dirigenti della Smea hanno finora percepito retribuzioni più alte rispetto a quelli del Cosmari . «Non abbiamo mai visto le buste paga – spiega Sauro Benedetti, responsabile Fp Cisl – ma se anche dovessero esserci delle differenze non possono diventare impedimento. Tra l’altro non è credibile che se ne siano accorti solo dopo due anni di perizie. I problemi sono di carattere politico e qualcuno sta giocando al massacro senza tenere conto del bene dei cittadini». Dello stesso avviso Fabrizio Costantini della Fp Cisl: «Abbiamo parlato con tutte le parti politiche , tutti a parole ci ha dato delle garanzie che non si sono però convertite in fatti. E’ riduttivo e avvilente pensare che un’operazione di milioni si interrompa a causa di una differenza di stipendi di qualche mila euro. Se non accadrà qualcosa, in breve coinvolgeremo anche il Presidente della Provincia».
Intanto nei primi giorni di ottobre, scadenze importanti contribuiranno a definire la questione.Mercoledì si riunirà infatti il cda del Comsrai che dovrebbe definire la delibera di acquisizione. La stessa sarà poi posta all’attenzione dell’assemblea dei sindaci il 5 ottobre e il 13 il Tar si pronuncerà sull’aumento delle tariffe che a Macerata ha anche comportato il 23% di aumento della Tarsu.
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Non è certo la prima volta che l’Udc interviene a favore della SMEA con Mozioni, Ordine del Giorno votati in consiglio Comunale di Macerata. La riunione sindacale interna svoltasi solo con il PD e PDL non ha portato buoni frutti, noi avremmo proposto l’intervento dei Segretari Regionali dei partiti di Maggioranza e Minoranza. Il problema e soprattutto il destino della fusione SMEA – COSMARI sembra che si stia svolgendo in altre sedi con il miraggio della privatizzazione. Tutto ciò è intuibile anche per la mancata e radicale ristrutturazione dell’Impianto puzzolente. La snervante attesa del presunto privato, mette in cattiva luce tutte le forze politiche, si abbia il coraggio di dirlo. Noi dell’Udc, cari sindacati provinciali siamo stati sempre a fianco dei lavoratori SMEA, basta con questa estenuante attesa dei lavoratori, il Cosmari deve rispettare i patti presi. Cosmari – Smea – Sintegra, sia da subito un solo ente pubblico. Nella Smea ci sono ottime professionalità che porteranno il loro contributo al vecchio impianto. La politica locale ha fatto quanto nelle sue possibilità. Si chieda ora l’intervento politoco regionale e provinciale, il loro silenzio sta compromettendo la riuscita dell’accordo. Inoltre le forze di maggioranza del comune di Macerata, si mettano a lavorare seriamente con il Sindaco Carancini, il momento politico chiede COMPATEZZA molto necessaria per vincere la battaglia Smea – Cosmari. ivano tacconi capo gruppo Udc Comunedi Macerata.
l’articolo in più passaggi esprime una netta critica alla politica maceratese e agli amministratori della città, come se fossero questi a non voler concludere la trattativa, obiettivamente lunga ed estenuante, nel senso di un’acquisizione della Smea da parte del Cosmari.
Non è così!
Questa maggioranza politica, con tutti i suoi evidenti limiti di coesione e armonia, ha dato mandato al Sindaco da oltre un anno di “chiudere la vendita di Smea al Cosmari”. Punto. La crisi della trattativa non si può attribuire all’Amm.ne, ne tantomeno alla sua maggioranza politica che, ribadisco, vuole quello che i sindacati rivendicano. Paradossalmente le stesse lamentele e rivendicazioni che circolano in Comune.
Non sbagliamo ancora una volta il bersaglio e teniamo lontana la strumentalizzazione propagandistica di alcune parti: non è L’Amm.ne di Macerata ad aver messo in discussione i bilanci della Smea, alcune retribuzioni e rallentato clamorosamente la fase di due-diligence. Non ne hanno responsabilità neanche le forze politiche che sostengono questa Giunta.
Questo il quadro ufficiale. Se poi sottobanco ci sono altri movimenti, sono appunto sottobanco, non li conosco e mi devo pertanto attenere agli atti e alle posizioni ufficiali.
Detta in termini poco eleganti: “se era per noi l’avevamo chiusa da un pezzo, chiaro?”
Antonio Carlini
Consigliere Comunale di Pensare Macerata