Dopo la vittoria della Lube a Piacenza il sindaco Giorgio Meschini ha preso carta e penna per togliersi qualche sassolino dalla scarpa, dopo aver letto al Palarossini di Ancona lo striscione (nelle foto di Pierpaolo Calavita) che recitava: ‘Palas, ma quali fatti. Solo Meschini Silenzi’.
Il destinatario della lettera è Franco Capponi.
“Prendendo spunto dall’importante traguardo raggiunto dalla Lubea Piacenza che le permette di lottare ancora per l’accesso alla finale, l’occasione è propizia per stigmatizzare il comportamento del candidato alla presidenza della Provincia del Pdl, relativamente all’iniziativa che ha organizzato il 24 aprile scorso, con uno striscione e ragazzi organizzati con magliette che fanno riferimento al palas, al sottoscritto e al presidente Silenzi”.
Continua il sindaco: “L’iniziativa mi sembra quella della disperazione di chi sa di giocarsi politicamente tutto ed è altrettanto consapevole che la partita è praticamente persa e allora si aggrappa ad azioni senza etica, per non parlare di morale, pur di raccattare qualche voto. Tre sono i motivi per cui esprimo questo giudizio vero: 1) perché si va a strumentalizzare un evento sportivo; 2) perché si imputa al presidente cose non vere nel senso che i fatti ci sono e quindi si gioca sporco con bugie; 3) perché si utlizza il mio cognome, che porto con orgoglio e che viene rispettato in città non tanto per il sottoscritto ma per la storia della mia famiglia. E poi non è tanto il cognome che caratterizza le persone, bensì le sue azioni”.
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In effetti il messaggio è offensivo vergogna.
Sul primo punto (strumentalizzazione di un evento sportivo) non è la prima volta che accade, ne sarà l’ultima.
E non mi sembra che Capponi stia facendo qualcosa di diverso da quello che, ormai da decenni, in tantissimi politucoli fanno a livello nazionale e locale…
Anche in città c’è chi ha fatto l’ultrà del calcio o si è messo le sciarpe della Lube (sperando di essere ripreso dai fotografi) per utilizzare questo come pubblicità elettorale.
Abbiamo avuto addirittura politici locali che non hanno perso occasione di presenziare ad incontri, cene, riunioni, meeting politico-culturali (sempre sperando di essere ripresi dai fotografi) al solo scopo di raccattare qualche voto.
Addirittura si organizzano “eventi” speudoculturali (che non interessano a nessuno, ma che vengono pagati con i soldi della collettività) al solo scopo di avere il giornalista che fa l’articolo ed avere la foto sul giornale…
Sul secondo aspetto (dire bugie e travisare quanto accade) non mi meraviglio: è solo l’indice di quanto in basso sia caduta la nostra politica e di quanto siano nani e ballerine i nostri politici.
Sull’utilizzare il cognome è un colpo basso anche se, il “gioco” di parole (meschini silenzi), è un messaggio che si lancia e sicuramente arriva agli elettori.
Quanto poi sia elettoralmente utile colpire sotto la cinta, giocando sui cognomi, la risposta la potranno dare soltanto gli esperti di marketing e di pubblicità.
Sicuramente indirizzare una campagna elettorale sull’attacco alla persona (indirettamente usando i cognomi) è una strategia e chi l’ha pensata si spera abbia valutato preventivamente i rischi e tutte le implicazioni ed eventuali boomerang (il cognome Capponi si presterebbe ad una serie infinita di dileggi e giochi di parole)…
Quel che è certo è che se Capponi inizia subito la campagna elettoale tirando sciabolate (invece che intelligentemente, di fioretto e dire cosa l’avversario non ha fatto e cosa ha fatto male) il rischio è che gli animi si accendano e che veramente vi sia una campagna elttorale alla denigrazione piuttosto che a dire cosa si vuol fare se eletti.
non vedo tutta questa cattiveria su quello striscione
Certo se la si prende dal punto di vista “goliardico” è solo un gioco tra i 2 cognomi (Meschini & Silenzi)… Ma non mi pare che gli autori dello striscione portassero la feluca.
Mi pare invece che molti dei supporter (che hanno dispiegato lo striscione) portassero una maglietta pubblicitaria chiaramente a favore del candidato che li aveva fatti entrare gratis, cioè Capponi.
Certo il candidato del PdL potrebbe non averne saputo nulla dello striscione, così come oggi dice ai giornali, (e noi “ingenui” facciamo finta di crederci!!) ma è strano che sia comparso proprio tra i suoi fans…