di Gianluca Ginella
Un colpo di sonno al volante, poi la tragedia. L’incidente mortale al casello dell’autostrada A14 bis di Cotignola, a Ravenna (leggi l’articolo), sarebbe legato ad un momento di stanchezza del giovane maceratese che era alla guida della Audi A3 sulla quale, stando alle ipotesi della Polstrada, era attivato il cruise control (che consente di mantenere impostata la velocità dell’auto). La vettura dopo essere finita contro le barriere in cemento dell’autostrada si è poi schiantata contro l’auto su cui si trovavano un uomo di 56 anni, Andrea Giunta, di Caltanisetta, suo figlio Michele (entrambi morti a causa del violentissimo impatto dell’Audi) e sua moglie, M. C. D., 55 anni, ricoverata in gravi condizioni all’ospedale di Cesena.
Umberto Evangelista, 21 anni, maceratese, che era in auto con un amico, D. P., 22, di Mogliano (che ieri è stato dimesso), è sotto choc dopo la tragedia e si trova ricoverato all’ospedale di Lugo di Romagna. Intanto la polizia stradale di Ravenna ha avuto i risultati dei test per alcol e droga disposti per Evangelista: le analisi hanno dato esito negativo, il giovane era alla guida senza aver toccato né alcol né droga. Insieme all’amico aveva trascorso la notte tra il 14 e il 15 agosto a Rimini, dove erano stati in discoteca e la mattina di Ferragosto a Mirabilandia per poi ripartire verso casa. Intorno alle 14 però Evangelista ha perso il controllo della sua auto. Nelle riprese delle telecamere (Guarda il video) alla barriera autostradale si vede la Audi A3 arrivare a tutta velocità, finire contro le barriere in cemento che dividono le due corsie della carreggiata, proseguire senza controllo verso i caselli autostradali dove poi è finita contro la Fiat Punto su cui si trovava la famiglia Giunta.
I due giovani non hanno riportato lesioni gravi, fisicamente stanno bene ma quello che è accaduto è un incubo anche per loro, non solamente per i familiari delle vittime. Evangelista, a chi lo ha sentito, ha detto di essere sotto choc. Come lui sono sconvolti anche i suoi familiari, la mamma e il papà, titolare del deposito di monopoli di Macerata in via dei Velini. Il padre di Evangelista preferisce non rilasciare dichiarazioni, anche se definisce quello che è accaduto «una disgrazia enorme», che ha colpito non solo la famiglia delle vittime ma anche la loro.
In ospedale, vicino al nipote, c’è anche lo zio, Paolo Teodori, sindaco di Ripe San Ginesio: «Non sta troppo bene, ha diverse contusioni, è in stato di choc, non è tranquillo – dice Teodori –. Dell’incidente parliamo poco, ricorda vagamente quello che è successo. La dinamica di quello che è accaduto non la conosciamo». Poi aggiunge quello che più preme alla famiglia: «L’importante è che non si creino dei mostri, Umberto è un ragazzo che lavora, lo fa nella ditta del padre, e che alla guida è sempre molto attento».
Il 21enne, conosciuto anche per la sua attività di arbitro federale, come prassi in simili circostanze è stato indagato dalla procura di Ravenna per duplice omicidio colposo. Il giovane è assistito dall’avvocato Paolo Giustozzi. «Naturalmente la prima considerazione è il dolore per l’accaduto e il dispiacere per le povere vittime di questa disgrazia – dice il legale –. Il primo pensiero va ovviamente a loro. Sull’accaduto dobbiamo precisare alcune cose. Innanzitutto le cause, è presto per fare ipotesi. Stiamo ovviamente facendo anche noi accertamenti, allo stato la questione è inspiegabile. Umberto è un ragazzo che quella sera stava in condizioni buone, non ha fatto uso e non fa uso di nulla, è prudente alla guida, lavora, ed è un giovane a posto. Non è vero che ha fatto la notte brava, sono solo due ragazzi che, come tanti loro coetanei, erano andati a trascorrere la notte in un locale. Prima di partire si era anche riposato».
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