di Gianluca Ginella
Staccò il dito ad un controllore, la nigeriana si difende in aula: “Ad essere aggredita sono stata io e non volevo mordergli il dito, è successo durante la colluttazione che c’è stata tra noi perché siamo caduti dall’autobus”. Rose Louk Magdaliene è stata sentita questa mattina al tribunale di Macerata dove è imputata per aver staccato due falangi dell’anulare ad un controllore dell’Apm, Vitangelo Corvatta. La donna oggi ha dato la sua versione dei fatti (che risalgono al primo aprile scorso) spiegando che quel giorno, mentre si trovava sull’autobus, si era alzata e aveva deciso di andare a pagare il biglietto. Tant’è che, ha detto, aveva in mano il borsellino. Ma “il controllore mi è venuto incontro. E mi ha detto che noi nigeriane non paghiamo mai il biglietto e poi mi ha afferrata per tirarmi giù dall’autobus. Voleva costringermi ad uscire, nonostante volessi pagare”. Sempre secondo la versione della donna, il controllore avrebbe detto all’autista di aprire le porte dell’autobus e poi “mi ha dato delle ginocchiate all’addome e mi ha messo le mani in faccia per spingermi giù dall’autobus. Io mi sono difesa e c’è stata una colluttazione. Lui mi ha messo una mano in bocca e quando siamo caduti io dito si è staccato”. Questa la testimonianza della donna, che al processo è difesa dall’avvocato Federico Valori. Sentita oggi anche una psicologa che aveva seguito la nigeriana e che ha riferito sia che la donna ha difficoltà a comprendere l’italiano, sia che nei giorni precedenti al primo aprile le avevano portato via definitivamente la figlia e che dunque viveva un momento di particolare tensione. Il processo è stato rinviato al 27 gennaio. Corvatta si è costituito parte civile, assistito dall’avvocato Elisa Moretti.
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