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Programmazione scolastica :
il dibattito continua fuori dall’aula

Agostini (Pdl) e Capponi (Ppe) accusano l'amministrazione: "Atto lacunoso e gravemente insufficiente". Montesi, Salvi e Mazzoli del Pd attaccano il centro destra: "Ci vuole coerenza"

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Franco Capponi e Nazareno Agostini

Dopo la lunga discussione che ieri pomeriggio ha impegnato il Consiglio provinciale (leggi l’articolo), chiamato a votare il Piano scolastico proposto dall’assessore Leonardo Lippi, non si placano le reazioni rispetto alle scelte fatte dall’amministrazione. 
«Se il primo anno di programmazione scolastica della giunta Pettinari aveva ottenuto un cinque scrivono Nazareno Agostini, capogruppo del Pdl e Franco Capponi, capogruppo del Ppe –  questo secondo tentativo è stato gravemente insufficiente, lacunoso, carente di visione di sistema e senza il minimo sostegno al piano dell’offerta formativa provinciale.
L’atto presentato in consiglio non ha svolto i compiti affidati dalla regione, né tanto meno ha assolto ai compiti essenziali di indirizzo e di coordinamento propri della provincia. Nessun esame dei flussi della popolazione scolastica nei tre ambiti territoriali, nessun dato sulle vocazioni produttive e occupazionali dei territori (eppure la provincia gestisce i tre centri per l’impiego), nessun riferimento ai dati forniti dalla camera di commercio, nessun accenno alle reti di scuole, ai poli tecnologici, alla filiera formativa con gli ITS e le Università. Gravissima poi la mancata correlazione fra gli indirizzi di studio, le linee di trasporto pubblico e la sicurezza degli edifici scolastici. Su quest’ultimo tema, sapendo che esistono edifici scolastici della provincia non a norma, senza allarmismo, ma con determinazione occorre fornire con trasparenza tutte le informazioni ai ragazzi, alle loro famiglie ai lavoratori della scuola. Un piano scolastico di basso profilo, che non guarda alla crescita del sistema scolastico per dare opportunità alle aspettative formative delle famiglie e professionalità alle imprese.
Una delibera che risulta carente delle specifiche motivazioni poste alla base dei dinieghi delle istanze delle scuole, che nel suo iter procedurale, spesso non rispettoso delle scadenze imposte, non ha ottenuto il consenso dei soggetti interessati e che, solo per questo, avrebbe dovuto far riflettere e modificare l’atto, come da noi richiesto. Una Provincia che non si mette in gioco per sostenere la scuola maceratese e non sa coinvolgere gli altri soggetti interessati: a tal proposito ci chiediamo che fine abbia l’accordo con la Fondazione Carima per la fornitura alle scuole delle lavagne interattive. La non programmazione produrrà invece dei danni, come l’assenza dell’educazione musicale in Provincia di Macerata, lasciando le sette scuole medie ad indirizzo musicale, senza alcuna corrispondenza con la scuola superiore. Ancora abbandonato a se il futuro del convitto nazionale, come pure tutta l’istruzione professionale, sempre frazionata e bisognosa di sempre maggiore attività di orientamento. Una Provincia che si guarda bene dall’affrontare il problema cruciale delle pluriclassi e delle scuole di montagna,smentendo anche le proprie promesse scritte. Il dibattito dell’aula è stato invece volutamente concentrato sulla scelta della sede della prima classe del liceo delle scienze motorie, mettendo in contrasto due comuni montani, dopo aver perso un anno di tempo per comporre una proposta unitaria che avrebbe dovuto evitare inutili lacerazioni territoriali, che non servono al sistema scolastico. Invece la giunta, a testa bassa e senza ascoltare nessuno, anche contro alcuni partiti della stessa maggioranza (1 consigliere dell’UDC e 2 dell’IDV), ha deciso di imporre il piano e non avendone i voti per farlo, ha addirittura cambiato la composizione della maggioranza accettando i voti della sinistra radicale di SEL. Noi moderati, dopo aver constatato che il presidente Pettinari invoca la collaborazione solo per alcuni i temi a lui cari, abbiamo deciso di abbandonare la seduta. Alla fine il piano ha ottenuto i voti per essere approvato, non raggiungendo tuttavia la maggioranza assoluta dei voti, come per altro sempre avvenuto in tutte le votazioni di atti fondamentali (programmi, bilanci, ecc.), così dimostrando tutta l’inconsistenza del progetto politico “provincia e regione insieme”. Nel momento in cui servirebbe la massima unità amministrativa, la provincia di Pettinari non solo è sorda ai richiami al buon senso e incapace di coalizzare attorno alle sue proposte le forze di minoranza, ma riesce anche a sfasciare la propria maggioranza, sostituendo l’IDV con SEL. A dimostrazione di ciò, va evidenziato che i consiglieri dell’IDV hanno abbandonato l’aula e fatto cessare improvvisamente i lavori del consiglio provinciale, per mancanza del numero legale».

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Massimo Montesi (Pd)

Esprimono invece soddisfazione per la scelta di attribuire il Liceo dello Sport a Camerino da parte dei consiglieri del Pd Massimo Montesi, Gabriella Winni Mazzoli e Daniele Salvi:
«Non si risolleva l’entroterra montano con l’assegnazione di un corso di studio superiore, tuttavia la scelta fatta dal Consiglio provinciale ha avuto anche il senso di dimostrare che la Provincia è vicina ai territori e in questo caso alla città di Camerino, che vive un momento particolarmente delicato.

Il dibattito e la discussione che si è innescata sull’approvazione del piano di dimensionamento scolastico è stata segnata da eccessi, che dimostrano come sia sbagliato sopravvalutare le questioni esasperando i localismi.
Il piano di dimensionamento scolastico, proposto dopo ampia concertazione dalla Giunta e che ha ottenuto il via libera della Conferenza provinciale delle Autonomie, delle forze sindacali e del Consiglio provinciale, fa i conti con l’esigenza di razionalizzare l’offerta formativa, dal momento che non siamo in una fase espansiva e che persino le manutenzioni ordinarie delle scuole sono a rischio.
Al centrodestra che ha abbandonato l’aula diciamo che non si può votare contro l’aumento dell’aliquota sulla RCA, i cui proventi sono serviti anche per intervenire sull’edilizia scolastica, e poi sostenere che il piano non prevede interventi sulla sicurezza o su materie improprie rispetto alla natura dell’atto di programmazione. Ci vuole coerenza.
Il Piano ha riguardato il dimensionamento degli istituti comprensivi e superiori, ha previsto un recupero del numero delle dirigenze scolastiche, ha dato facoltà di istituire nuovi indirizzi che siano sostitutivi e non aggiunti al numero d’indirizzi esistenti, ha fatto proprie le scelte dei Comuni in merito agli accorpamenti, ha prestato attenzione ai corsi triennali d’istruzione e formazione e all’alternanza scuola-lavoro.
Per quanto riguarda la scelta d’istituire il Liceo Sportivo a Camerino si è tenuto conto delle linee guida regionali, delle indicazioni fornite dal Ministero e dall’Ufficio scolastico regionale e dell’istruttoria fatta dagli uffici provinciali. Il rispetto della graduatoria, nata dall’applicazione dei suddetti parametri, è venuto poi anche incontro ad una realtà che ha subito in questi ultimi tempi una serie di privazioni, afferibili al versante dei servizi giudiziari e scolastici».

 



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