Da Laboratorio Giovanile Sociale di Macerata riceviamo un appello alla partecipazione alla Marcia della Pace Perugia Assisi del 25 settembre:
«Indignazione, giustizia e pace: lungo la strada tracciata cinquant’anni fa da Aldo Capitini, riteniamo che domenica 25 settembre marciare da Perugia ad Assisi assuma ancora più valore. Oggi che la precarietà ed il ricatto del lavoro sono diventati la cruda realtà di milioni di giovani in Italia e nel mondo. Oggi che viene abolito il diritto del lavoro nel nostro Paese distruggendo Contratto Nazionale e articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori e imponendo così il ricatto “lavoro o diritti”’. Oggi che i Parlamenti vengono esautorati delle loro funzioni democratiche in nome di politiche economiche e finanziarie che tagliano la spesa sociale, colpendo ciascuno di noi nei nostri diritti e le fasce più deboli in particolare. Oggi che la democrazia scompare dai luoghi di lavoro come dal Parlamento, che si limita ad essere il palazzo dorato di una casta autoreferenziale. Oggi che, come ieri, si fa la guerra parlando di ‘ragioni umanitarie’ e di ‘libertà dei popoli’, violando l’articolo 11 della nostra Costituzione, legittimati dal silenzio dei mezzi di comunicazione. Oggi che vogliono farci credere che abbandonare un barcone di migranti in mezzo al mare sia la normalità o che aggredire un omosessuale sia solo un caso.
Oggi che i privilegi della Chiesa Cattolica si mostrano nella loro assurdità e inaccettabilità. Oggi che lo Stato Italiano rinnova il suo attacco scriteriato ai beni comuni. Ecco, oggi vale davvero la pena marciare. Marciare portando la nostra indignazione, il vento di cambiamento e giustizia che spira nel Maghreb ma anche nei Paesi europei: in Inghilterra, Spagna, Grecia, Francia la gente si desta e pretende diritti sociali e civili, una democrazia reale e una giustizia sociale per un nuovo modello politico e di sviluppo.
Per tutti questi motivi, pensiamo che Pace non significhi pacificazione, silenzio, omertà, acquiescenza. Marciare per la Pace significa marciare per i diritti di chi è colpito dall’ingiustizia e cambiare il quadro politico economico e sociale. Iniziare a marciare oggi per non fermarsi, mettendo assieme le voci di ciascuno e costruire una società migliore. Che il 25 settembre riprenda sempre più decisa la marcia dell’indignazione e del cambiamento, fino e oltre la grande giornata mondiale del 15 ottobre».
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ipocriti! esistono guerre beneddette dalla sinistra e guerre che invece ucccidono persone. Non avete mosso un dito contro l’invasione petroliocentrica francese della libia.
scusate , ma stiamo parlando della marcia della pace , quindi contro le guerre e le dittature o stiamo parlando un corteo di sindacati che difendono i diritti dei lavoratori? qui si mischiano le carte un pò troppo semplicemente.
@jack rayan: condivido a pieno quanto dici, infatti non mi sembra che l’articolo parli di guerre giuste né di ‘sinistra buona’. Il caso della guerra libica (peliocentrica come dici tu) e di quella afghana (basterebbe ricordare l’oleodotto costruito una volta occupato il Paese e i miliardi che ogni anno spendiamo per quest’intervento) sono state votate sia dalla maggioranza che dall’opposizione. Mi pare che l0’appello parli dei contenuti, dell’ingiustizia di usare la guerra come strumento politico e protetto ideologicamente da “ragioni umanitarie o libertarie” riprendendo l’articolo.
@matteo seccacini: penso che l’appello inserisca contenuti in più rispetto al classico documento della Marcia per la Pace perché oggi non possiamo non aprire una discussione su conflitto e pace sociale: non è guerra quella che viene mossa alla popolazione (inerme) dall’overdose di mercato e dai tagli governativi? Penso che l’intenzione di chi ha scritto il documento sia stata quella di incidere e portare alla luce un’analisi un po’ più complessa, facendo capire a chi sarà in piazza che combattere la guerra come strumento di offesa ai popoli non può essere scisso dalla lotta per la dignità del lavoro, per un cambiamento della società che vada nella direzione di più diritti, più democrazia, più giustizia sociale.
Per sottoscrivere l’appello, questo è il link che sta girando su Internet:
http://petizionepubblica.it/PeticaoVer.aspx?pi=P2011N14402