Lia Drei e Francesco Guerrieri:
le opere in mostra a Palazzo Buonaccorsi

MACERATA - Oggi il taglio del nastro all'esposizione curata da Maria Dolores Picciau, incentrata su due artisti centrali tra gli anni Sessanta e Ottanta

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Il taglio del nastro dell’esposizione

Una mostra dedicata alle opere di Lia Drei e Francesco Guerrieri. Oggi il taglio del nastro dell’esposizione “Punti di vista tra percezione e figura” ai musei civici di Palazzo Buonaccorsi. La mostra è curata da Maria Dolores Picciau.

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Maria Dolores Picciau

L’evento, che amplia un nucleo di opere già esposte a Cagliari, rappresenta un’occasione per approfondire la storia e la ricerca di Lia Drei e Francesco Guerrieri, figure centrali dell’arte italiana tra gli anni Sessanta e Ottanta. La mostra sarà visitabile fino al 3 maggio 2026.

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La mostra ricostruisce il percorso di questi due artisti, uniti da una profonda sintonia intellettuale e creativa, il cui cammino è stato caratterizzato da una costante tensione verso l’esplorazione rigorosa delle potenzialità comunicative della pittura. L’evoluzione della loro poetica fu scandita da momenti chiave come la fondazione del gruppo Sperimentale P nel 1963 e la successiva adesione alla Metapittura negli anni Ottanta.

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Il percorso espositivo mette in luce i momenti salienti della loro ricerca attraverso opere chiave. Per Lia Drei, sono esposti il celebre “Cristallo trasgredito” del 1972, i libri d’artista della quadrilogia del triangolo rettangolo – che evidenziano l’interesse per la poesia visiva – e alcuni disegni inediti che ne svelano il processo analitico. Francesco Guerrieri è rappresentato in modo significativo da due versioni di “Interno d’artista” di diverse dimensioni, opere che testimoniano la sua adesione alla Metapittura e la sua peculiare sintesi tra rigore formale e suggestioni figurative.

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Concetta Guerrieri

Il percorso espositivo sottolinea, inoltre, il legame cruciale e duraturo con la città di Macerata, che affonda le radici nel 1979 con la partecipazione alla rassegna Verifica tra due decenni. Il capoluogo marchigiano ha svolto un ruolo decisivo nell’affermazione critica e teorica del loro lavoro. In particolare, le mostre seminali del 1981 e 1982, curate da Elverio Maurizi e qui rievocate, sono considerate pietre miliari per la corretta interpretazione della loro opera.

L’eredità di Lia Drei e Francesco Guerrieri, secondo la curatrice, risiede «nella sfida intellettuale che ci hanno lasciato: la loro arte richiede allo spettatore uno sguardo attivo e consapevole, invitandoci a riscoprire la capacità critica dell’occhio.

Per questa ragione, il loro lavoro non si limita a chiudere un capitolo della storia dell’arte, ma spalanca una porta sul futuro della percezione, dimostrando che i linguaggi pittorici storicizzati sono ancora in grado di offrire preziose lezioni di struttura, etica e verità estetica, essenziali per orientarsi nella complessità del nostro presente».



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