
La protesta dei trattori
di Francesca Marsili (Foto di Fabio Falcioni)
Gli agricoltori alzano il muro contro i tagli ai contributi previsti dalla riforma della Pac 2028-2034 dell’Unione europea. Stamane la protesta a Piediripa di Macerata, organizzata da Confagricoltura Macerata in concomitanza con la grande manifestazione nazionale di oggi a Bruxelles: a bordo di 30 trattori hanno sfilato dalla sede fino a raggiungere la rotatoria all’estremo ovest per Corridonia, altezza Media Word, per poi ritornare.

Andrea Pettinari
«Quest’anno il grano duro ci viene pagato circa 24 euro al quintale, a noi produrlo costa mediamente 30 euro – spiega Andrea Pettinari, presidente di Confagricoltura Macerata -. Con il contributo comunitario – già oggi ridotto al minimo – ci copriamo il gap, ma se nel 2028 questo contribuito andrà ancora a diminuire non riusciremo più a fare il nostro lavoro».

Questo il motivo cardine della manifestazione di oggi a Piediripa: «Comunicare ai consumatori che se noi ci fermiamo si ferma la produzione di tutte le materie prime, dal latte alla carne – sottolinea Pettinari -. Le difficoltà che potrebbero arrivare da questa nuova politica comunitaria potrebbero ripercuotersi anche sul consumatore stesso».

«Il corteo locale, una eco di quello di Bruxelles, è stato organizzato è perchè abbiamo il sentore che l’opinione pubblica conosca poco quello che sta accadendo – aggiunge Luca Pompozzi, direttore Confagricoltura Macerata -. Gli agricoltori subiranno tagli ai contributi derivanti dalle domande Pac compresi tra l’8% ed il 39% se non del 60% per le aziende più grandi e strutturate rispetto a quanto attualmente percepito. Il contributo non viene dato agli agricoltori che stanno ad aspettare la manna dal cielo: è un’integrazione al reddito affinché i prezzi siano calmierati.

Sono tre anni che si sta producendo in perdita e ora questo contributo viene ridotto ulteriormente. Se l’agricoltore non ha un sostentamento per offrire il proprio prodotto a prezzi competitivi succede che il grano, ma anche tutti gli altri prodotti, viene preso dall’estero». Le misure annunciate per il settore primario nella Pac 2028-2034 «non mettono al centro i temi della produttività, della competitività e dell’innovazione – evidenzia Pompozzi – qualora l’Unione europea non cambierà le nuove condizioni previste con politiche agricole adeguate ai tempi e alle necessità, tra una decina di anni non sarà più in grado di reggere il mercato ed anche le aziende della provincia pagheranno un altissimo prezzo, con il rischio di non poter più garantire le proprie produzioni di qualità ai consumatori. Gli agricoltori non chiedono sussidi – ribadisce – ma essere messi nelle condizioni di garantire la produzione, la qualità e la sicurezza alimentare, oltre al futuro dei giovani agragricoltori».

Luca Pompozzi
Il segnale lanciato questa mattina è chiaro: no alla svendita della dignità degli agricoltori: «La nuova Pac rischia di mettere in gincchio ecine di migliaia di aziende agricole» – affermano gli agricoltori. Su uno dei loro cartelli la rivendicazione del loro lavoro: “Cucina italiana patrimonio dell’Unesco, pagatecii nostri prodotti il giusto valore”.

Alla manifestazione presente anche Giacomo Rossi, vicepresidente del Consiglio regionale delle Marche e lui stesso agricoltore, che aveva presentato una mozione in merito: «Purtroppo c’è stata una diatriba tra maggioranza e minoranza e ho dovuto ritirarla, sono prevalse altre logiche, ma la Regione è contraria a questa nuova Pac come pure il nostro Governo. A Bruxelles oggi c’è l’assessore regionale all’Agricoltura Enrico Rossi, dovevo andare anche io ma sono stato bloccato da problemi fisici e sono qui per solidarizzare con i nostri agricoltori – spiega – . Confido che i Governi europei possano imporsi, ma le vedo dura, penso che vadano a migliorare la proposta assurda che hanno fatto ma noi vogliamo venga cancellata perchè questa proposta toglie ai nostri agricoltori il 22% di media di risorse, 8 miliardi di euro: una mannaia per la nostra agricoltura e non possiamo permetterci nemmeno miglioramenti di questa proposta: va assolutamente rimossa. No all’Europa che mette le armi davanti al cibo».

Giacomo Rossi
Il corteo di questa mattina ha avuto quindi il proposito di declinare a livello locale il dissenso alla nuova Politica Agricola Comune. Il corteo di protesta, concordato con Prefettura, Questura e Polizia locale, è stato organizzato in maniera tale da poter sensibilizzare in maniera puntuale i cittadini, limitando comunque i disagi al traffico, nella responsabilità di chi comprende bene che, la zona prescelta per la manifestazione, è particolarmente frequentata, a maggior ragione nella settimana antecedente il Natale.








Scioperare contro una direttiva uè è un conto creare disagio agli italiani è un altro
TUTTI QUANTI INVECE DI PARLARE SENZA SAPERE COSA STATE A DIRE ...DOVRESTI AIUTARLI STI PORI CONTADI' ...CHE SENZA DI LORO MORITE TUTTI DI FAME
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La battaglia degli agricoltori merita tutto il nostro appoggio: sostenere la loro categoria è un imperativo nazionale, perché solo attraverso il loro lavoro costante e faticoso abbiamo la certezza di trovare il cibo fresco che nutre le nostre famiglie ogni singolo giorno.