Rimosso il riparo per Fiocco e Giada:
«Il sindaco ha compiuto un’ingiustizia»
Adottato uno dei gatti, l’altro è scappato

TOLENTINO - I due mici accuditi dalle volontarie nell’oasi Le Grazie restano senza riparo dopo l’intervento del Comune. Le volontarie: «Animali lasciati al freddo e senza cibo»

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I due gatti Fiocco e Giada

Due gatti abbandonati trovati da alcune volontarie che allestiscono per loro un riparo provvisorio: uno scatolone con delle coperte nell’oasi Le Grazie, a Tolentino, in attesa della loro adozione. Il sindaco, però, chiama il Cosmari e ordina la rimozione di quel giaciglio.

Una decisione che proprio non è andata giù ad Annarita Ortolani, presidente dell’associazione “A mici miei” e alla volontaria Chiara Cantarini: «Sclavi ha risposto: “Io sono il sindaco e applico le leggi” – affermano indignate -. Dovrebbe sapere che è il primo responsabile dei cani e gatti randagi presenti sul territorio comunale. Prima di intervenire avrebbe dovuto coinvolgere il servizio veterinario dell’Ast. Facendo rimuovere il riparo e il punto di alimentazione ha lasciato i gatti al freddo e senza cibo».

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L’operazione di rimozione dello scatolone

L’operazione di “sgombero” – che per le due tolentinati è «priva di buon senso» – è avvenuta sabato scorso. La scatola era stata posizionata dalle volontarie sotto ad una struttura per e-bike. A raccontare la storia dei due gatti – affettuosamente battezzati Fiocco e Giada – è la presidente Ortolani: «Sono due gatti adulti, sterilizzati e abbandonati insieme. Qualcuno ha deciso di lasciarli all’oasi delle Grazie, probabilmente sperando che altri se ne prendessero cura – spiega -. Così è stato: le volontarie che hanno avvistato i due mici, spaventati e disorientati, hanno iniziato ad accudirli, con l’obiettivo di trovare per loro un’adozione di coppia, per non separarli. Che infatti era arrivata – prosegue – segno che, nonostante tutto, esistono ancora persone sensibili e responsabili. Ma catturare due gatti traumatizzati dall’abbandono non è semplice: serve tempo, pazienza, fiducia e, soprattutto, l’utilizzo di una gabbia trappola. Per questo motivo le volontarie avevano predisposto un riparo provvisorio: uno scatolone con alcune coperte, posizionato sotto la struttura, per proteggerli dal freddo e consentire di nutrirli in sicurezza».

Una storia che lasciava sperare in un lieto fine. Le foto di quel giaciglio finiscono anche nel gruppo social “Sei di Tolentino se…”. «In quel post si parla di “gattare”, con appellativi offensivi – spiegano Ortolani e Cantarini -. Le volontarie sono state accusate di aver ridotto l’oasi Le Grazie in stato di degrado. Accuse che hanno indignato molti cittadini, che hanno fatto notare come il vero degrado in quel luogo sia ben altro, e che accanirsi contro uno scatolone provvisorio sotto una struttura inutilizzata apparisse quantomeno sproporzionato».

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«Ad attivarsi con sorprendente tempestività per “risolvere” questo presunto problema è stato il sindaco – proseguono – che ha chiamato il Cosmari facendo rimuovere tutto sotto gli occhi increduli delle volontarie e persino degli stessi operatori. Preso dall’urgenza di soddisfare la lamentela di una cittadina infastidita da uno scatolone, si è dimenticato delle normative che regolano la tutela degli animali. Ha ribadito che non si trattava di una colonia felina, ed è vero – ammettono le due – si trattava di un abbandono in attesa di adozione, situazione che non richiede l’istituzione di alcuna colonia. Perché tanta sorprendente solerzia non lo sappiamo – concludono -. Quello che sappiamo è che è stata compiuta un’ingiustizia, e che in questa occasione, il sindaco non ha rappresentato il sentimento di molti cittadini, che credono nella solidarietà, nel rispetto e nella tutela dei più deboli».

Intanto, uno dei due gatti, Fiocco, è stato preso e consegnato alla famiglia d’adozione. «Nel pomeriggio di sabato, dopo lo sgombro – dicono i volontari – abbiamo fatto di tutto per prenderli e non lasciarli al freddo, ma siamo riusciti a prendere solo Fiocco. Avevamo bisogno di tempo per prenderli insieme, sarebbe stato meglio. Ora Giada non si sa che fine abbia fatto».

(Fra. Mar.)

 

 



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