Cammino dei Cappuccini,
si chiude il percorso di ascolto:
più servizi per il turismo lento

CAMERINO - Tavolo tecnico al termine del ciclo di incontri pubblici, avviato a giugno con tappe a Cagli, Fabriano, Sarnano e Ascoli Piceno, e a ottobre e novembre a San Severino, Amandola. Tra le esigenze emerse una maggiore accessibilità dei tracciati

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Un momento dell’incontro a Camerino

«Il Cammino dei Cappuccini ci ha insegnato che camminare non significa solo attraversare luoghi, ma prendersene cura. Da questo percorso di ascolto emerge un messaggio forte: il futuro del Cammino passa dalle persone che vivono questi territori. Ora abbiamo una visione condivisa e una responsabilità comune: trasformarla in azioni concrete, senza perdere l’essenza di questo cammino». Con queste parole fra Sergio Lorenzini, ideatore del progetto, ha concluso al Convento dei Cappuccini di Camerino il percorso di ascolto e partecipazione promosso dal Cammino dei Cappuccini, l’itinerario spirituale delle Marche che in questi mesi non è stato soltanto fisicamente attraversato, ma soprattutto discusso, condiviso e ripensato insieme alle comunità delle aree interne.

Un processo ampio e strutturato, accompagnato da Marchingegno ed Expirit – che hanno curato il coordinamento metodologico, l’animazione territoriale e la facilitazione del confronto – e costruito passo dopo passo con i territori, con l’obiettivo di definire una visione condivisa sul futuro di uno dei cammini più identitari della regione, preservandone l’anima profonda. Il ciclo di incontri pubblici, avviato a giugno con tappe a Cagli, Fabriano, Sarnano e Ascoli Piceno, e a ottobre e novembre a San Severino, Amandola, con altri due incontri in plenaria online, si è concluso con un tavolo tecnico finale di sintesi, che ha coinvolto amministratori locali, operatori dell’accoglienza, associazioni culturali e di cammino, imprese, soggetti del terzo settore e cittadini.

Dai territori è emersa subito una consapevolezza condivisa: il Cammino dei Cappuccini è percepito come un bene comune, un’infrastruttura culturale e spirituale che appartiene alle comunità attraversate e che può diventare uno strumento concreto di rigenerazione delle aree interne. Sul piano dei servizi, i partecipanti hanno sottolineato la necessità di rendere il Cammino sempre più accessibile, leggibile e sicuro.

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Tra le priorità emerse: il rafforzamento dell’accoglienza diffusa, il miglioramento dell’informazione lungo il percorso, il coordinamento di orari, servizi e trasporti, e la progettazione di esperienze capaci di mettere in relazione il camminatore con le comunità locali. Botteghe, produzioni artigianali, agricoltura, tradizioni, spiritualità: il Cammino è stato immaginato come un luogo di incontro autentico, dove il viaggio diventa esperienza condivisa e non semplice attraversamento. Accanto agli aspetti più operativi, è emerso con forza il tema dell’identità. Il Cammino dei Cappuccini è stato riconosciuto come un itinerario unico nel panorama nazionale perché promosso e gestito direttamente dall’Ordine dei Frati Minori Cappuccini.

Dai territori è arrivata una richiesta chiara di maggiore coordinamento, di strumenti condivisi e di una regia capace di mettere in rete i 28 Comuni attraversati dal Cammino, superando frammentazioni e lavorando su obiettivi comuni, con una visione di medio-lungo periodo. Il percorso di ascolto si è svolto in un momento particolarmente significativo per il Cammino dei Cappuccini, sostenuto da due importanti finanziamenti, del Ministero del Turismo e della Regione Marche, che hanno già permesso di avviare numerosi interventi strutturali come una nuova segnaletica integrata lungo il tracciato, un nuovo sito internet, in fase di lancio, lo sviluppo di una App dedicata, la produzione di contenuti audio e video inclusivi, anche in Lis, installazione di defibrillatori lungo il percorso, cammini guidati e pacchetti turistici integrati per target specifici.

Prevista anche la partecipazione a “Fa la cosa giusta”, appuntamento milanese dedicato al turismo responsabile. Ma ciò che il percorso ha chiarito con forza è che le risorse, da sole, non bastano. Servono visione, metodo e continuità. Gli esiti del tavolo tecnico conclusivo confluiranno ora in due strumenti chiave: un Master Plan dell’offerta turistica del Cammino dei Cappuccini, che definirà priorità, standard e linee di sviluppo e un piano strategico di governance, pensato per garantire nel tempo coordinamento, qualità e partecipazione.

Nei prossimi mesi si aprirà una nuova fase operativa. Il master plan e il piano di governance guideranno l’attuazione delle azioni già avviate e la progettazione di nuove iniziative, con l’obiettivo di rendere il Cammino sempre più riconoscibile, accogliente e coerente con i suoi valori fondanti. Sarà rafforzato il dialogo tra istituzioni e territori, sviluppate nuove esperienze di cammino, attivati strumenti di formazione per gli operatori locali e consolidata una rete stabile tra i soggetti coinvolti. Con la chiusura del percorso partecipativo, il Cammino dei Cappuccini entra così in una nuova stagione: una stagione che guarda al futuro del turismo lento nelle Marche partendo dall’ascolto, dalla spiritualità e dalla forza silenziosa delle comunità dell’entroterra.



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